VOCI E OMBRE

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Fallen angels at my feet. Whispered voices at my ear. Death before my eyes. Lying next to me, I fear.
-Evanescence _ Whisper

29 maggio, 1977. Hogwarts, sala comune di Serpeverde.

Alya non fece in tempo a mettere piede dentro alla sala comune di Serpeverde che Regulus le si avventò contro bruscamente, tempestandola di domande.

«Per la barba di Merlino, Alya! Dove ti eri cacciata?»

L'umore agitato di Regulus non passò inosservato. Solitamente, il giovane e pacato Black ostentava un atteggiamento calmo, imperturbabile. Di rado, il suo tono si scomponeva in tal modo.
Alcuni degli studenti che erano seduti ai tavoli di mogano a studiare, alzarono le teste dai libri incuriositi.

Alya li fulminò con un'occhiataccia. Regulus, invece, non ci fece caso. Era molto più preoccupato per la sorella e per l'incomprensibile motivo che le aveva impedito di arrivare in tempo a casa, all'appuntamento con Lumacorno.

«Ti abbiamo aspettata per tutta mattina! Non ti sei presentata all'appuntamento con il professor Lumacorno... Mamma era furibonda!»

Regulus parlava in modo concitato. Sembrava non sapesse decidersi se essere preoccupato o infuriato come la madre. Il suo tono oscillava confuso fra un'emozione e l'altra. Era evidente che non avesse la più pallida idea di che pesci pigliare.

«Ho lasciato detto a Kreacher di avvertirvi che sarei stata fuori per un po'.» rispose Alya, con aria innocente.

«Un po'... Non ti sei fatta viva per ore!» protestò Regulus, indignato.

«Avevo una commissione urgente da sbrigare... Semplicemente, non mi sono accorta che si era fatto tardi.» si difese la sorella evasiva, facendo spallucce.

«Una commissione...» ripeté Regulus, per nulla convinto, inarcando un sopracciglio.

«Esatto, Reg. Nulla di cui tu ti debba preoccupare. E se mamma si è arrabbiata per la mia assenza, me la vedrò da me. Ora, se non ti dispiace, vorrei andare in camera a cambiarmi.» dichiarò spiccia la ragazza. E, senza dare al fratello il tempo per ribattere, si avviò altera verso la scala a chiocciola che conduceva ai dormitori.

Regulus la guardò stranito, ma non aggiunse altro, lasciando libera la sorella dal suo interrogatorio. Si limitò a scuotere la testa un poco esasperato e confuso, mentre si riuniva ai suoi compagni di corso.

Dall'alto della scala in mogano, Alya diede un'ultima occhiata al fratellino. Un vago senso di rimorso le lambì la bocca dello stomaco. Non le piaceva mentire a Regulus. Anche se, in effetti, la sua non era stata una bugia. Come con James, si era limitata a dire una mezza verità. Con ogni probabilità, Regulus doveva aver ipotizzato un appuntamento segreto con un ragazzo o cose del genere. Alya non si sarebbe curata di confutare tal sospetto. Suonava di gran lunga meglio rispetto alla realtà. E anche per quanto riguardava il suo amato fratellino, Alya non desiderava altro che tenerlo al sicuro. Mai gli avrebbe parlato di quel che Voldemort le aveva fatto, né della lettera che Bellatrix aveva spedito a casa loro, in Grimmauld Place.

Con un triste sospiro, Alya girò i tacchi e tornò sui suoi passi, sparendo dietro la porta del dormitorio femminile. Fortunatamente, le sue compagne di stanza non c'erano. Era una bella domenica pomeriggio, il sole splendeva e l'aria era piacevolmente mite. Era più che probabile che Philippa, Melyssa e Beth fossero intente a bighellonare nel vasto parco del castello, come la maggior parte degli studenti di Hogwarts.

Alya, al contrario, provò una sorta di conforto in quella stanza buia e sotterranea, illuminata solamente dalla luce tenue e verdastra proveniente dai fondali del Lago Nero, sui quali si affacciava. Un'immagine che si intonava perfettamente con il suo stato d'animo.

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