La cacciatrice

106 6 0
                                    

Nota: eventuali avvisi sono e saranno messi sempre alla fine della storia!

Il paletto di mia madre, in legno chiaro e levigato, si adatta alla mia mano alla perfezione.

Mi guardo allo specchio, chiedendomi se anche mia madre si fosse sentita così nervosa nelle ore precedenti la sua prima caccia.

Nel mio zaino di scuola ho sette paletti di legno, tre bottigliette di acqua santa, dei fiammiferi, una torcia, una merendina in caso mi venisse fame e un succo alla pera, il mio preferito. Mi vestirò di nero, skinny jeans, felpa con cappuccio e scarpe comode in caso dovessi correre. Avrei preferito non portarmi la patente, ma ho pensato che se mi fermasse la polizia, devo poter confermare di non essere una sbandata o una drogata.

Aspetto con impazienza che faccia buio, mentre il tramonto cala su New York. Io e mio padre viviamo in un piccolo appartamento all'ultimo piano, così posso osservare la strada sotto di me, notando quando i lampioni si illuminano.

Alle undici di sera, annuncio a mio padre che andrò a letto. Sono in pigiama, ma anche se fossi vestita di tutto punto dubito che lo noterebbe. Da quando mia madre è morta, se non è al lavoro, sta davanti alla tv a bere birra.

Torno in camera, mi tolgo il pigiama e con mani tremanti mi infilo la felpa nera.

Non sono stati i vampiri a uccidere mia madre, e neanche licantropi, fate o demoni. E' stato un incidente d'auto, una mattina, mentre andava al lavoro. Sono passati tre mesi dal funerale.

Sono passati tre mesi, e la criminalità e gli omicidi brutali a New York sono saliti vertiginosamente. Il sindaco sta dando la colpa alle gang di strada e allo spaccio di droga, ma io so la verità.

Finché c'era mia madre le creature della notte stavano alla larga da questa città. O almeno, mascheravano gli omicidi meglio: se trovi un cadavere dissanguato e fatto a pezzi nel fiume, pensi a un serial killer o a un regolamento di conti della mafia. Se trovi un cadavere dissanguato e con due fori sul collo, provocati da denti simili a zanne...

Mi guardo un'ultima volta allo specchio, poi apro la finestra e appoggio i piedi sulla traballante scala anti-incendio.

Devo uscire di nascosto. Mio padre non capirebbe.

Mia madre aveva reso questa città un paradiso per gli esseri umani, dove potevano andare al lavoro e stare con le loro famiglie senza preoccuparsi di essere trascinati in un vicolo e azzannati alla gola. Se qualcuno non fa qualcosa, la pace creata dalla mia mamma collasserà e sparirà del tutto.

Mentre vago da sola per la città, cerco di ricordare tutto ciò che mia madre mi ha spiegato sui vampiri... E non è molto.

Lei aveva imparato quello che sapeva da suo nonno, emigrato decenni fa negli Stati Uniti dall'Est Europa, ma aveva sempre evitato di coinvolgermi nella caccia. Diceva che voleva di meglio per me, che non era eccitante e avventuroso come me lo immaginavo. Perciò, nonostante le mie proteste, non mi aveva insegnato a combattere, solo alcune vaghe nozioni sui tipi di vampiri e sulle loro debolezze.

So che esistono altri cacciatori al mondo, ma non ho idea di come contattarli. Quindi, devo prendere la situazione in mano. Sono la figlia di una cacciatrice di mostri. Tocca a me.

*********************************************************

Mia madre mi ha spiegato che esistono due tipi di vampiri: i Puri e i Trasformati. A prima vista sono uguali, ma in realtà, ci sono delle differenze.

I Puri nascono vampiri, da genitori vampiri. Spesso vengono da famiglie antiche, discendenti di linee di sangue vecchie di secoli. Fino alla pubertà, crescono allo stesso ritmo degli esseri umani. Quando raggiungono l'adolescenza, l'invecchiamento si fa quattro volte più lento. Perciò potresti incontrare un vampiro Puro che dimostra diciassette anni ma in realtà è sulla trentina. Allo stesso modo, potresti incontrare un vampiro Puro che sembra un settantenne, e invece è nato verso la fine del Settecento.

Brevi Storie HorrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora