Non andare a sinistra

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Hey! Ecco qui il terzo capitolo, ma al contrario degli altri, il protagonista è un ragazzo. Come sempre, gli warnings sono alla fine.

Il profumo di popcorn e di fritto permeava l'aria, mentre io e Luca ci sedevamo ad aspettare che le ragazze tornassero dal bagno. Tutto attorno a noi, la gente si stava divertendo ad andare sulle giostre: un branco di ragazzini scatenati si inseguiva sugli autoscontri, e due bambine stavano cercando di vincere un peluche a forma di giraffa centrando dei bersagli con una pistola ad acqua.

"Quale vuoi fare adesso?"Domandai a Luca.

"Che importa?" Domandò,tirando su col naso. "Abbiamo invitato Aurora apposta per te, e non le hai rivolto la parola in tutto il pomeriggio."

Distolsi lo sguardo. Aurora era la migliore amica di Sara, la fidanzata di Luca. Era carina,forse troppo carina, così tanto che non avevo ancora trovato il coraggio di parlarle sul serio. Le avevo solo detto "ciao"in tutto il pomeriggio e poi l'avevo evitata.

"E cosa le devo dire?"

"Dai!" Mi diede una leggera spinta. "Chiedile qualsiasi cosa. Mostra interesse, roba del genere."

Risposi un basso grugnito emi guardai attorno. Ormai erano le sei di sera, e un paio di attrazioni avevano già chiuso. Ci rimaneva il tempo solo per un'ultima giostra.

Sara e Aurora tornarono in quel momento, e immediatamente Sara abbracciò Luca e nascose il viso nella sua maglietta, mentre lui le dava un bacio delicato sulla fronte.

Era quasi impressionante quanto Luca fosse scorbutico di solito, ma dolcissimo con lei.Sembrava che avesse una doppia personalità.

Mi schiarii la voce: "Che giostra vorresti fare adesso?" Domandai ad Aurora.

Lei mi guardò quasi sorpresa:"Abbiamo visto una casa stregata, tornando dal bagno.Potremmo andare lì."

Annuii e proseguii, tentando di avere un tono disinvolto:"Ti piacciono i film horror?"

Dietro di lei vidi Sara e Luca ammiccare e annuire platealmente come incitamento, e dovetti trattenermi per non alzare gli occhi al cielo.

"Abbastanza." Replicò Aurora, mentre il suo viso si schiudeva in un sorriso lieve. Era davvero carina: bionda e con gli occhi color nocciola, le labbra piene e l'apparecchio ai denti. Questo, in qualche modo, la rendeva perfino più graziosa.

"Vabbè, diamoci una mossa." Disse Luca, e insieme ci dirigemmo verso il lato più a nord del parco.

Superammo un chiosco di popcorn e arrivammo davanti alla casa stregata.

Era piuttosto piccola, e aveva un aspetto miserabile: le finestre rotte erano chiaramente di plastica, la lapide davanti all'ingresso era scheggiata, e le pareti cadevano a pezzi. Solo le ragnatele e la polvere sembravano vere, perchè probabilmente lo erano. Il tutto era montato su una piattaforma di metallo, che immaginai servisse per il suo trasporto,ma che rovinava l'illusione che fosse una casa vera.

"Fa schifo." Decretò Luca.

"Non fa paura, è solo...Brutta." Aggiunsi.

"Mai sentito dire che l'importante è ciò che c'è dentro?" Tutti e quattro facemmo un salto terrorizzati, e Sara si lasciò scappare un grido di paura.

Accanto a noi si era materializzato un uomo. Era basso e grasso, e il suo cappello a tuba nera non riusciva a mascherare la calvizie. Era vestito in modo ridicolo, con una giacca violacea e piena di macchie e pantaloni che avevano visto tempi migliori.

Non l'avevamo sentito avvicinarsi, ma ora che era a trenta centimetri da me, riuscivo a sentire il suo odore: puzzava di uovo lasciato a marcire per mesi.

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