11.

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"Sangio io capisco la situazione ma mancano meno di 10 ore al concerto, non riesci a fare avanti e indietro da Roma e arrivare in tempo" rispose Nueve
"ma mi vedi? Lo vedi che mi tremano le mani, che mi trema la voce, che ho gli occhi spenti. Fare un concerto, il mio primo concerto, in queste condizioni vorrebbe dire rovinare uno dei momenti più belli della mia vita. Lo sai che in 10 ore posso andare a Roma, prendermi ciò che è mio e tornare, dammi la possibilità di farlo" lo pregò sangio
"Ti concedo 8 ore al massimo, devi volare, il van è fuori" gli rispose il suo manager rivolgendogli un sorriso di tenerezza.

Sangio durante tutto il viaggio verso Roma si torturó le unghie e i capelli, sperava con tutto il cuore di essere in tempo. Certo, ci sarebbero state delle cose che era necessario chiarire ma lui era sicuro che sarebbero arrivati ad una conclusione insieme.

Entrò nell'Accademia, quasi correndo, salutò tutti e poi si fiondò nello studio della direttrice
"Dov'è Giulia?" Chiese con il respiro ancora affannato
"È il sala, perché?" Domandò la direttrice
"Quale sala?" Domandò lui senza rispondere alla domanda
"Sala 3" rispose lei dopo aver consultato il calendario con i vari programmi
"Grazie, grazie mille" le rispose lui che già aveva ripreso a correre verso la sala

Appena arrivo lì davanti arrestò la sua corsa. Si posizionò nel suo posto preferito, quello dietro la vetrata, quello dal quale l'aveva osservata durante tutta la loro relazione. Si era innamorato di lei vedendola ballare da quella esatta angolazione. La vide, era dimagrita ma era sempre bellissima, le sue forme erano ancora perfettamente armoniose. Aveva i capelli legati in una mezza coda, i suoi classici orecchini a cerchio oro, i leggings neri, un top sportivo e l'immancabile rossetto rosso. Rimase imbambolato nel guardarla ballare, muoversi ma non poté non notare i suoi occhi, erano gonfi, tristi e spenti.

"STOP" urlò l'insegnante "Giulia hai sbagliato un'altra volta, mi vuoi dire che cosa ti è successo? Non sei più tu, hai gli occhi spenti, non trasmetti nulla, devi parlare"
"Scusi, non ho nulla, riproviamo" rispose lei con la testa bassa
"Giulia questa è una coreografia piena di energia, devi sentirti grintosa, felice e bella. Devi farmi vedere la tua sensualità e femminilità, se mi rispondi guardando a terra e neanche ti guardi nello specchio mentre balli non funziona, lo capisci?" Le rispose l'insegnante e lì lei scoppio,   corse via dalla sala per rifugiarsi in bagno senza sapere che ad aspettarla fuori dalla sala c'era lui, devastato dalla scena alla quale aveva appena assistito.

Cercò di correre verso il bagno con la testa bassa ma prima che potesse fare mezzo metro si scontrò con lui e poté giurare, che il suo cuore, quello che da più di 10 giorni non dava segni di vita, aveva ripreso a battere all'impazzata
"Ti prego ascoltami" disse lui "ti scongiuro ascoltami e guardami" ripetè
" la tua lettera mi è finalmente giunta solo questa mattina, sono stato un coglione non avrei mai dovuto spegnere il telefono per tutti questi giorni e mi sarei dovuto spiegare meglio. Tu, per me, non sai mai un peso, non voglio che neanche per un istante tu possa pensare di essere un impedimento alla mia libertà e, quindi, felicità. Cercavo proprio come te di dimostrarti che potessi farcela da solo perché non volevo che rinunciassi anche ad una sola lezione di danza per venirmi dietro. Non è vero che non mi hai aiutato a medicarti le ferite, sicuramente i tuoi dolori del passato non potranno essere guariti facilmente, come non potranno esserlo i miei, ma io sono pronto a medicarti e a farmi medicare all'infinito. In questi giorni in cui non c'eri non credo di aver provato tristezza, semplicemente sentivo di non provare niente, senza di te mi sentivo completamente vuoto. Io lo so di averti chiesto spesso spazio e comprensione ma, quando non ci sei, quello spazio che tanto desidero mi fa paura. Il mio spazio e la mia libertà ti includono. Devo imparare come devi farlo tu ad affrontare la vita sempre a testa alta a prescindere da tutto, ma non a prescindere da te. Questa sera, come sai, c'è la prima data del mio primo tour, questa sera farò il mio primo concerto ma sarò in grado di farlo solo dopo aver sentito le tue mani sulle mie e solo dopo aver fatto rincontrare le nostre labbra. Abbiamo tante cose da chiarire, tante cose di cui parlare, tante questioni da dover risolvere, ma promettimi di guardarmi sempre con quegli occhi grandi e luccicanti, promettimi di avere sempre la pelle d'oca quando ti tocco e promettimi di calmare sempre le mie mani quando tremo dall'ansia o  dalla rabbia" disse lui e poi aggiunse "e io ora ti guardo e mi sento male a vedere questa faccia intimorita, spenta e cupa, ho bisogno che tu sia felice e che lo sia al mio fianco. Sto tremando perché il mio corpo ha bisogno di baciarti ma non posso farlo prima del tuo consenso."

Art Academy ||SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora