3. VOICES

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"Torna a casa... torna nella tua città natale e diventa ciò che sei nato per essere... non lasciare che gli stereotipi ti dicano cosa fare... tu puoi cambiare le cose... fidati del tuo istinto" Jisung si è svegliato urlando e con il fiato corto dopo aver fatto di nuovo l'ennesimo incubo dove più e più voci gli rimbombavano nella testa e gli sussurravano cose di cui non comprendeva il significato.

"Hey stai bene?" ha detto una voce familiare non molto lontano da dov'era il castano.
Han era così spaventato che non si era nemmeno reso conto di essere adagiato in una brandina con varie fasciature, in una piccola stanza con le pareti che un tempo dovevano essere bianche, ma che ora erano soltanto scrostate.

Ai piedi del letto c'erano tre gatti che facevano le fusa sulle coperte calde.
"T-tu sei... il ragazzino che ho aiutato quel giorno..." ha detto Han con voce roca.
"Ragazzino a chi? Sappi che sono più grande di te, comunque sì, sono proprio io, in carne ed ossa" ha risposto il licantropo sorridendo.
"Perché mi trovo qui? Oddio... SONO MORTO?!?" ha urlato Jisung suscitando una risatina da parte dell'impuro.
"No, non sei morto caro il mio umano, sei solo in convalescenza perché sei svenuto nel deserto e hai avuto la fortuna che il sottoscritto ti vedesse dalle mura ed è accorso in tuo aiuto" ha spiegato felice il lupo mannaro.
"Ah... beh grazie dell'aiuto-" Han non sapeva ancora come si chiamava il suo salvatore quindi ha interrotto la frase "a proposito qual è il tuo nome?" ha chiesto.
"Lee Minho" ha risposto con un sorriso.

"Lee Minho" ha risposto con un sorriso

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Quel sorriso... quel sorriso scaldava il cuore di Han e gli faceva venire le farfalle nello stomaco. Jisung aveva iniziato a fissare quei bellissimi occhi profondi color cioccolato in cui aveva l'impressione di perdersi.

Non si era nemmeno accorto che l'altro ragazzo lo stava fissando a sua volta perché aspettava che anche lui gli dicesse il suo nome: "Han Jisung" ha risposto di fretta e con un live rossore sul volto.
Minho si è sporto dalla sedia su cui era seduto per avvicinare il suo volto a quello di Han "Piacere" ha detto mentre con un sorrisetto incastrava i suoi occhi in quelli del biondo con un'intensità da mozzare il fiato "Piacere mio" ha risposto Jisung con le guance rosse per l'imbarazzo.
Minho senza allontanarsi di un millimetro ha abbassato lo sguardo e ha preso la mano di Han. Ha iniziato a togliere le bende che aveva messo lui stesso ore prima sulle braccia del ferito con una lentezza e un'attenzione disarmanti.
A quel punto Han pensava di non essere mai stato così rosso in vita sua, ma si sbagliava.
Dopo avergli tolto le bende dalle braccia e averle cambiate con altre pulite per evitare un'infezione, Minho ha fissato Han ancora più intensamente: "Togli la maglietta" ha detto impassibile, ma si vedeva lontano chilometri che rideva sotto i baffi.
Han ha obbedito agli ordini senza fiatare e dopo un po' Minho ha detto: "Hai un fisico scolpito Jisung, i miei complimenti" sentendo questa frase Han è diventato ancora più rosso.
"Minho sta... flirtando?" ha pensato Han, ma poi ci ha ripensato "No, è una mia impressione... in fondo ci conosciamo solo da pochissimo" il biondo cercava di razionalizzare, ma il suo flusso di pensieri è stato interrotto dal corvino: "Non ti sto facendo male, vero?" ha detto con un tono premuroso, così Jisung ha scosso la testa con decisione mentre voleva sprofondare dall'imbarazzo.

"Vorrei farti conoscere gli altri che si sono salvati dalla sparatoria" ha detto Minho interrompendo il silenzio che era calato tra i due "però se gli diciamo subito che eri un'ombra probabilmente non si fideranno di te perché ti vedranno ancora come un nemico dato che molti di loro sono rimasti traumatizzati dal vedere i propri cari morire sotto i loro occhi" ha spiegato con pazienza il maggiore.
"Certo, io sono uno che non si arrende facilmente e sono sicuro che prima o poi riuscirò a guadagnarmi la loro fiducia" ha risposto Jisung con convinzione mentre Minho finiva di bendargli il petto graffiato dopo averci spalmato sopra un unguento.
"Benissimo, mi piace il tuo caratterino" ha detto con un sorrisetto soddisfatto, ma poi ha trasformato quell'espressione in una smorfia maliziosa: "Ora dovresti togliere i pantaloni, ci sono bende anche lì sotto sai..." ha detto mentre vagava con lo sguardo sul corpo di Han.

Per qualche secondo Jisung è rimasto paralizzato, incredulo delle parole che aveva sentito: "P-posso fare d-da solo, grazie" ha tentato di convincere Minho, ma quest'ultimo si era già alzato dalla sua sedia per mettersi a cavalcioni sopra il castano e dicendogli a fior di labbra: "Non ti spaventare, mica ti mangio" e poi ha spostato il viso vicino all'orecchio del minore per morderlo leggermente.
Han ha deglutito sonoramente e dopo aver finito Minho ha allontanano la faccia da quella del castano per vedere che effetto gli aveva fatto avere un contatto così vicino con lui. A quella vista il corvino è scoppiato a ridere: "OH MIO DIO DOVRESTI VEDERE LA TUA FACCIA HAHAHAHA" gli ha riso in faccia il maggiore per provocare il ragazzo sotto di lui che in tutta risposta è arrossito ancora di più e ha gonfiato le guance distogliendo lo sguardo come i bambini che mettono il broncio: era semplicemente adorabile.

"Oh dai non mettere il muso, stavo solo scherzando Hannie" ha detto ridendo Minho usando anche un soprannome inventato sul momento, ma Han ancora non voleva guardarlo negli occhi, così il maggiore ha preso il viso del biondo tra le sue piccole mani e l'ha costretto a incatenare gli occhi nei suoi: "Guardami" ha ordinato Minho e Jisung lo ha fatto perdendosi nella vastità dei suoi occhi che da marroni hanno sfumato per una frazione di secondo verso il rosso come solo i licantropi alfa potevano fare.

Il minore era incantato e non sapeva spiegarsi il perché. Si stava pian piano avvicinando di sua iniziativa verso il volto di Minho per unire le loro labbra, ma qualcuno ha bussato alla porta: "Minho sei lì dentro?" ha chiesto la voce e Han è sobbalzato allontanandosi dal viso del licantropo "Se sei lì esci che è pronta la cena, ormai sono le nove di sera quindi vedi di darti una mossa che siamo tutti stanchi!" ha detto la voce richiamando l'attenzione di Minho che per un momento ha fatto un'espressione seccata.
Hanno sentito dei passi allontanarsi e il maggiore ha sospirato addolcendo i suoi lineamenti per poi guardare Han che era arrossito leggermente: "Che ne dici andiamo a mangiare?" ha chiesto e il più piccolo ha annuito con un mezzo sorriso e un'espressione confusa in volto perché non si spiegava la sua azione di poco prima che non era riuscito a concludere.

Minho è sceso dalle gambe di Han e quest'ultimo ha chiesto: "E le bende sulle gambe quando le cambiamo?".
Il maggiore ha sorriso e gli ha spudoratamente detto: "Non ci sono mai state bende sulle gambe Jisung" il licantropo rideva mentre usciva dalla stanza seguito a ruota dall'umano che si era appena reso conto di essere stato preso in giro da un impuro pervertito che voleva solo infilarsi nei suoi pantaloni.

counting stars · minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora