3. Ad Ogni Angelo E Demone Spetta Un Terreno Da Custodire E Tentare

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Prima di uscire definitivamente dal campus, si diressero tutti e quattro verso l'enorme bacheca che si trovava sulla parete all'ingresso, su cui erano affissi numerosi volantini che mostravano i dati anagrafici di centinaia di ragazzi e ragazze umani. Quando Petra individuò quello su cui campeggiava il suo nome scritto con inchiostro dorato, non perse tempo, afferrandolo e leggendolo con attenzione, seguita poi dai suoi compagni.

"Eren Jäger, diciassette anni." mormorò a sè stessa, osservando a lungo l'immagine del suo protetto per imprimerla attentamente nella sua mente: Eren era un ragazzo davvero molto carino, con occhi verdi e brillanti come smeraldi, contornati da lunghe ciglia scure, esattamente come i capelli; sembrava un tipo tranquillo e affabile ma Petra sapeva che avrebbe potuto dare un giudizio completo su di lui solo una volta averlo conosciuto. Si chiese chi sarebbe stato il demone contro cui avrebbe gareggiato e sperò con tutta se stessa che non le capitasse il peggiore di tutti, altrimenti il suo livello di stress avrebbe raggiunto il limite e lei si sarebbe probabilmente ritirata da quello stage a causa della disperazione.

"La mia terrena si chiama Annie Leonhart, ha uno sguardo un po' freddo ma è proprio carina." disse Armin, le guance tinteggiate adorabilmente di rosso.

"Qui dice che la mia si chiama Mikasa Ackerman, spero che piaccia anche a lei il McDonald's, cosí una volta essermela fatta amica potrò abbuffarmi di hamburger insieme a lei!" esclamò Sasha con occhi sognanti e la bava alla bocca.

"Wow, questa Historia Reiss è davvero bellissima! Sembra proprio una brava persona, magari potrebbe spiegarmi come funzionano quei semafori cosí misteriosi!" si aggiunse Hanji, aggiustandosi la montatura degli occhiali sul ponte del naso, mentre gli occhi le brillavano di entusiasmo.

Petra non poté far a meno che ridacchiare, felice di possedere degli amici speciali come loro; era sicura che insieme avrebbero sentito molto meno l'ansia per la prova ormai vicina, poiché tutti e quattro si sarebbero costantemente sostenuti a vicenda.

"Bene, miei cari angeli, bando alle ciance, si va sulla Terra!" alzò il pugno al cielo, combattiva, seguita poco dopo dai suoi compagni e le loro urla di eccitazione.

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Quando il gruppetto giunse sulla Terra attraverso il portale, nessuno di loro sembrò attendere oltre: di comune accordo si divisero, pronti per andare alla ricerca del proprio Terreno, dopodiché si sarebbero riuniti direttamente in Accademia, cosí da avere tutto il tempo per osservare e analizzare l'essere umano che era stato loro assegnato.

"Buona fortuna ragazzi e mi raccomando, cercate di non fare a botte con nessun demone!" li avvertí Petra, mentre in cuor suo ripeteva quelle parole anche a sé stessa.

"Sta attenta anche tu Petra, d'accordo?" le rispose Armin con sguardo preoccupato ma ricco di affetto.

La ramata lo guardò con dolcezza, dopodiché salutò tutti e tre con un abbraccio, per poi voltarsi e prepararsi per la sua missione divina.

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Era ormai un'ora che Levi svolazzava per l'intera città alla ricerca di quel dannato ragazzino che gli era stato assegnato quello stesso giorno ma a quanto pare quello sembrava essersi inspiegabilmente volatilizzato nel nulla: era andato a casa sua ma l'aveva trovata vuota, aveva controllato al campo di basket dove sapeva che si allenasse tre volte alla settimana e infine aveva esplorato l'intero edificio del suo liceo, senza risultati. Praticamente aveva appena cominciato e già si era rotto le scatole, sbuffando ogni cinque minuti come un toro imbufalito; alla fine tentò la sorte e imboccò la strada che conduceva al grande parco che si trovava in centro, munito di un ampio parco giochi, numerose panchine su cui potersi sedere e riposare, un piccolo chioschetto che vendeva gelati e persino un laghetto in cui sguazzavano tranquillamente uno stormo di paperelle. Decise che si sarebbe concesso una pausa, torturando le povere creaturine e gli esseri umani che si trovavano nei dintorni con i suoi perfidi dispetti, motivato dal fatto che nessuno potesse vederlo a causa della sua forma spirituale; si stava divertendo come un matto, tuttavia tornò improvvisamente vigile quando con la coda dell'occhio individuò un paio di ali candide come la neve, segno che non fosse l'unica presenza divina in quel luogo. Si voltò completamente, pronto per dedicarsi ad una fonte di maggiore distrazione, che avrebbe riguardato un bel litigio con quel disgustoso angelo, tuttavia si bloccò di colpo quando, aguzzando la vista, dei capelli color ruggine entrarono nel suo campo visivo, mentre a bocca aperta osservava Petra dirigersi verso l'ampio prato che costeggiava il laghetto e dove, all'ombra di un albero, sedeva un ragazzo intento a sonnecchiare placidamente, dalla pelle abbronzata e una zazzera di capelli scuri. Non era possibile identificare il colore dei suoi occhi ma Levi sapeva con certezza che celate dalle palpebre chiuse si trovassero delle iridi verdi come foglie in primavera. Il cuore cominciò a battere come un tamburo, mentre la consapevolezza di aver trovato Eren Jäger e che la ragazza angelo sarebbe stata la sua avversaria gli faceva tremare le mani a causa dell'agitazione e - inspiegabilmente - anche dell'impazienza.

Accendi Il Buio - Rivetra (Momentaneamente In Pausa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora