Il mercante di schiavi ordinò ai suoi servi di allestire una carovana; la gabbia fu rimossa dal carro, dopodiché vi caricarono delle casse di provviste e l'occorrente per attraversare il tragitto fino ai suoi possedimenti.
«Mio signore» Talmiras si avvicinò, seguita da due guerriere della Sorellanza, «I preparativi sono stati ultimati, siamo pronti a partire al vostro ordine.»
«Finalmente! Non vedo l'ora di andarmene da qui! Non ho ancora visto Vellerys, dov'è?»
«Come sono tutti servili e ossequiosi» la voce del flagello divino non tardò a farsi sentire, come gli imponenti passi del rettile che stava cavalcando, «in particolare lei, non riesco a capire che cosa le passi per la testa. Sembra una marionetta creata apposta per esaudire ogni tuo desiderio, non mi piace.»
«Cara la mia spaccateschi,» sebbene tremassi come una foglia per colpa causa di quella mostruosità quadrupede, trovai la forza per risponderle a tono, «non credevo che tu fossi così gelosa e ficcanaso, vederti così è molto divertente.»
«Che hai detto?!» l'ex paladina mi puntò addosso il muso della creatura, le cui iridi dorate e le pupille verticali non presagivano nulla di amichevole, «Ripetilo, "guida dei peccatori"!»
In quel frangente la rabbia superò la paura, «Non ricordarmi le parole di quel vecchio pazzo!»
Non avevo ancora finito di parlare quando la condottiera della Sorellanza si frappose tra me e lei: «Quel che dici su di me non ha importanza, ma non importunare il mio signore.»
«Rilassatevi: stavamo solo scherzando, vero, Vellerys?» sorrisi e fissai con sguardo sottile la spaccateschi e la sua mostruosa cavalcatura.
«Sì, sì, era per scacciare la noia, non prendere tutto sul serio, sembra che tu non abbia mai riso in vita tua!»
⁂
La spedizione partì, la Sorellanza scortò la carovana disponendosi in formazione difensiva; abbandonammo l'eremo sconsacrato e, se volevamo raggiungere la dimora di quell'essere spregevole, dovevamo per forza attraversare la foresta.
Seppur riluttante, le condizioni mi imposero di cavalcare uno di quei rettili mostruosi, guarda caso dovetti condividere il posto con Vellerys, la poverina non sembrava entusiasta all'idea.
«Ringrazia il tuo dio che sono senz'armi.»
«Non è il mio dio e da me non riceverà mai una sola parola di gratitudine, tu non sai cosa mi ha fatto e perché sono qui.»
«Avevo capito che non eri di queste parti, anche se conosco la storia del corpo che possiedi, per caso sei un reincarnato?»
«Qualcosa del genere. Non ricordo chi fossi e che razza di vita facevo, forse perché desideravo cancellare la mia esistenza, mi ricordo tuttavia i miei ultimi giorni da vivo in quel mondo e che cosa mi è capitato a causa sua.»
«Hm? Interessante, continua.»
«Accontentati di ciò che ti ho detto» con quelle parole esorcizzai la rabbia che mi bruciava in petto, «Sappi che voglio trovare un modo per liberarmi dal suo giogo.»
«Beh, se lo scopri, dillo anche a me; voglio essere libera di scegliere in cosa credere.»
⁂
Il sole si fece alto in cielo, nel frattempo ci eravamo addentrati nel fitto della foresta. Il calore e l'umidità si erano fatti insidiosi come certi insetti che fremevano dalla voglia di succhiarci ogni goccia di sangue.
«Essere costretti a viaggiare incappucciati con questo caldo, sto cominciando a detestare questo posto.»
«Sopporta» mi disse Vellerys, «Anche gli unguenti che la Sorellanza ci ha fornito sono fastidiosi, però devo riconoscere la loro efficacia; se quelle bestiacce ci pungono, possiamo considerarci spacciati.»
![](https://img.wattpad.com/cover/250362081-288-k861552.jpg)
STAI LEGGENDO
Clarent, il signore della feccia
Fantasy"Non ha mai desiderato vivere, non ha saputo trovare una sua dimensione, non è riuscito a integrarsi, è morto nella solitudine e nell'anonimato". Così l'hanno descritto quei pochi che lo conoscevano, un povero reietto incapace di stare al mondo. No...