Esperienze di scrittura I

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Questa è l'esperienza personale di Emeperor93, qui sotto il link per andare a leggere la sua storia.

https://www.wattpad.com/927573956-the-guardian-chef-vol-1-capitolo-1


Emeperor93: -Ciao. Prima di tutto, mi rende felice sapere che la mia storia ti piaccia. Allora, ho letto i tuoi consigli e per avere un'infarinatura generale su come potrebbe svolgersi una storia vanno più che bene. Non è complicato e facile da comprendere. Ora parlando del mio metodo......... che dire...... potrebbe essere confusionale per così dire. 


Andando con ordine: la mia storia come tutte le mie idee sono molto influenzate dalle light novel orientali (principalmente giapponesi) e per quanto mi piacessero, allo stesso tempo m'infastidiva come il protagonista della maggior parte dei racconti si lasciasse semplicemente trasportare dagli eventi senza avere un briciolo fegato per protestare verso alcuni di questi. Posso capire che era necessario per procedere con la storia, ma mi veniva sempre da dire al protagonista "ma un briciolo di orgoglio non c'è l'hai?!" Quindi, la mia idea iniziale era partire con un protagonista che non fosse un'eroe dei bambini (il tipico il bene vince sempre su tutto e tutti sono amiconi), che avesse la testa sulle spalle e che non si rimangi le sue decisioni (un'esempio l'ho trovato in una novel in cui il protagonista, dopo essere stato cacciato e aver svegliato poteri da cheater all'inizio dice di nascondere tutto e il capitolo dopo li mostra a cani e porci). Ma che sopratutto fosse umano. All'inizio partendo da questo tipo di protagonista ho scritto vari racconti ma non erano soddisfacenti in quanto l'inizio era bello ma il problema era il dopo: "Qual'è lo scopo finale di questa storia?" Col passare del tempo, all'improvviso mi sono fissato con una sola scena che posso definire il big bang che ha dato origine a The Guardian Chef: il protagonista che massacra di botte l'eroe perché voleva uccidere la signora dei demoni che altri non è che sua moglie.

Alla fin fine, partendo da quella scena ho costruito l'intera storia trovando cosa volessi comunicare al lettore con quella storia, l'inizio e la fine. Per me non c'è un primo, secondo, terzo volume e così dicendo. Per me è un viaggio: conosco l'inizio della storia e ne conosco la fine. Quindi da li passo al vero divertimento: le domande. In poche parole, mi creo uno schema mentale, unito a delle domande, valido per la storia, per un'arco della storia o anche per un capitolo un capitolo: come inizia -> viaggio -> arrivo. 

 Ad esempio: Bob mangia una mela. Insegnamento della storia/capitolo: Se hai fame mangia. - Inizio: Bob ha fame e vuole sgranocchiare qualcosa. - Viaggio: Bob trova un'albero di mele e decide di mangiarne una. - Arrivo: Bob ha mangiato la mela. Le domande che posso pormi per questo esempio possono essere: - Inizio: Dove si trova Bob? Come mai ha fame? - Viaggio: Dove ha trovato l'albero? Come raccoglie la mela? Ci sono ostacoli? - Arrivo: Come mangia la mela? La lava prima di mangiarla? La sua azione avrà delle ripercussioni? Ora è una cosa molto semplice ma è uno schema che mi faccio spesso quando scrivo un capitolo. 

Quello che vuoi trasmettere tramite questa storia (l'insegnamento) non per forza deve esserci, ma di certo ti aiuta anche perché ti permette di costruire le regole e i personaggi della storia. Ad esempio, il mio Guardian Chef è incentrato su un'insegnamento: le ripercussioni delle proprie azioni al fine di mantenere l'equilibrio. Graeval infatti è stato costruito come un personaggio che è in grado di distruggere tale equilibrio ma che è cosciente della sua importanza e delle ripercussioni che può subire distruggendolo.Inoltre, sconsiglio di pensare solo sul breve termine. Come ti ho già accennato, il mio Guardian Chef è nato da una sola fantasia: il personaggio che massacra di botte l'eroe ed il suo harem perché hanno intenzione di uccidere la moglie che è la Signora dei Demoni. 

Partendo da quella semplice fantasia, ho cominciato a pormi la prima domanda: Come posso arrivare a quella scena? Una volta trovata una linea soddisfacente per arrivare lì mi sono posto la seconda nonché più importante domanda: Cosa succede dopo aver raggiunto quella scena? Chi altri potrebbe incontrare? Che ripercussioni possono avere le sue azioni? Come può completare il suo obbiettivo principale? Successivamente mi sono fatto l'ultima domanda: come finisce la storia? Quest'ultima domanda è RELATIVAMENTE importante in quanto può essere un finale provvisorio nella tua testa che può venir sempre mutato mentre scrivi la storia. 

Un'altro fattore importante per me è l'opinione altrui in quanto in quanto possono aiutarti a renderti conto se la storia sta seguendo il filone originale che ti eri immaginato, o per qualche ragione hai deviato dalle regole che hai imposto alla storia. Un'esempio prendendo Guardian Chef: in origine avevo intenzione di far uccidere eroe e compagnia bella da Graeval perché incazzato nero con loro per aver preso di mira sua moglie Lilith, ma un'amico di cui mi fido e che gli faccio leggere i capitoli prima di tutti mi ha fatto notare l'errore nel fargli fare un'azione del genere, ovvero "Ma Graeval non vuole vivere in pace? Uccidendo l'eroe non ottiene l'effetto contrario?" Non solo. Se sono a corto di idee o sono bloccato col racconto parlare In poche parole, non bisogna ignorare le regole che hai costruito solo per "rendere figa" quella scena. 


RISPETTA SEMPRE LE REGOLE CHE IMPONI ALLA TUA STORIA.

Inoltre, avere questa persona di fiducia può aiutare in quanto può aiutarti a uscire da possibili blocchi dello scrittore generando nuove idee. Circa, questo è quello che faccio io per scrivere The Guardian Chef e come hai notato è piuttosto... incasinato. Ma alla fin fine l'ho scritto per divertimento e continuo tutt'ora a farlo, anche perché mi diverto con i lettori (sopratutto quelli inglesi perché pubblico anche una versione inglese) che grazie ai loro commenti sulla storia riesco a creare scene nuove a cui non avrei pensato. 

Quindi l'ultimo consiglio che posso darti, nonché quello più importante a mio parere, è quello di non aver paura di essere criticato. Prendi a cuore le critiche costruttive e ignora quelle che non lo sono. Un'esempio è la scena dello sfogo di Graeval nato dal commento di un'inglese che diceva "ma come fanno ad accettare tutto e far finta di niente dopo tutto quello che hanno passato?". Questa è stata una splendida critica costruttiva in quanto mi ha fatto capire che il mo personaggio non stava mantenendo l'espressione di "essere umano" che intendevo. Voglio dire tutti noi abbiamo un punto di rottura no? Un'esempio di critica che bisogna ASSOLUTAMENTE ignorare, sono quelle che voglio guidare la tua storia. Ad esempio, sempre un'inglese (o di qualche altra nazione), non dico che ho litigato con lui ma voleva "Graeval può fare il culo a tutti quindi fagli distruggere tutto". C

ome me, converrai che è assurda in quanto Graeval uscirebbe completamente dal personaggio per come l'ho costruito e non ho certo intenzione di cambiare tutto per un solo lettore che non gli andava giù come si stesse svolgendo la storia. Scrivere è un'avventura. La storia che racconti, è lo specchio della tua anima, dei tuoi ideali e molte volte di quello che ti piace. 

Quindi percorri quel sentiero, chiedi indicazioni quando non sai dove andare e presta le tue scarpe a chi vuole percorrere quella stessa strada che hai costruito. Spero ti sia d'aiuto. Buon viaggio!-

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