"Non dovreste essere qui" commentai scuotendo la testa dopo essermi ripresa "Abbiamo scoperto una cosa importante ed è giusto che ora tu lo sappia" disse Matteo "Cioè?" alzai le sopracciglia -Tanto già lo sai- "Ecco tu..."iniziò ma si fermò "Hai un fratello" continuò Fabio. Rimasi in silenzio, chi glielo diceva ora che lo sapevo già? E che non era solo uno? E soprattutto che fossero anche fratelli di Matteo e Federico? Mi girai lentamente verso Andrea, sperando avesse una qualche idea ma alzò le spalle invitandomi a dire la verità "Non dici nulla?" chiese Aquila, c'erano praticamente tutti ed erano venuti qui solo per dirmi questo e non avevo la più pallida idea di come dire come stavano le cose. Sospirai abbassando la testa e alzandola poco dopo "Io non" mi interruppi sentendo l'ansia salire con tutti quegli occhi puntati addosso e con tutta quella responsabilità "Io lo so già" annunciai infine "Cosa?" chiese Margherita sbiancando "Io ti ammazzo, perché non me l'hai detto" Matteo provò ad avvicinarsi a me, ma fu bloccato fa Emiliano "Mi sa che c'è anche altro" disse quest'ultimo guardandomi diritta negli occhi.
"Si, c'è altro" confermai stringendo le mani in due pugni, sudavo più del dovuto, mi sentivo ormai con le spalle al muro e mai come quella volta non sapevo come reagire, o forse non volevo, ero stanca sia fisicamente che mentalmente. Quella giornata mi aveva totalmente distrutta, ero impotente e non mi restava altro che dire la verità, una verità che avevo nascosto a me stessa e agli altri troppo a lungo, una verità che avrebbe fatto male più del dovuto "Ne sono due, gemelli, ho promesso a mia madre di non dirlo mai ma..." lasciai in sospeso la frase lasciando intendere "Ma non sono di mia madre" continuai spostando il mio sguardo su Matteo, incrociandolo con il suo, basito e deluso da me "Sono di un'altra ancora?" sbarrò gli occhi Fabio basito "Si ed è lei che vuole farmi fuori e lo farà" annunciai in fine per poi girarmi verso Andrea e fargli cenno alla cartina. "Come fai?" Matteo ruppe il silenzio formatosi per lo shock "A fare cosa? A mentire? A dire la verità come se niente fosse? Mi piacerebbe fosse così anche qui" mi indica la testa "Ma non lo è" lo fulminai con lo sguardo "Perché abbiamo scoperto di uno solo?" si intromise Fabio facendomi sbuffare "Ho la mia vita in gioco e quella di Mario, Diego, Sonny, Andrew e Andrea, volete per caso aggiungervi anche voi?" chiesi ironica e infastidita "Ci siamo già dentro" rispose Cosimo alludendo al fatto che le loro ricerche abbiano dimezzato di gran lunga i tempi e abbiano fatto in modo che loro si sentissero alle strette, avviando il loro piano "In ogni caso non è importante ora" alzai gli occhi al cielo.
"Non riesco a capire, manca ancora qualcosa" mi annunciò Andrea con sconforto "Forse dovremmo prima andare lì" indicando la casa "Sicuro?" chiesi girandomi e guardandolo negli occhi, ma non erano più gli occhi di Andrea. Tutto intorno a me era ritornato ad essere nero non sentivo più niente, solo un silenzio assordante che quasi mi faceva esplodere i timpani -Hey- sobbalzai girandomi -Non mi riconosci?- chiese il ragazzo ridendo -Mi sono fatto ammazzare per te- cambiò improvvisamente tono avvicinandosi minacciosamente a me, arrabbiato e afferrandomi per il collo -Figliolo lasciala- la voce di mio padre interruppe quel momento, il ragazzo mi sorrise e mi lasciò -Ma ne è valsa la pena- si allontanò -Perché morirai anche tu- ghignò facendomi sbarrare gli occhi, era assurdo tutto ciò -Vuoi liberarti di loro, giusto?- chiese mio padre mentre intorno a me iniziò a cambiare portando ad una sfumatura che partiva dal bianco e finiva ad un nero che lentamente avanzava -Vedi- mi indicò appunto questi due colori -Non ti libererai mai di loro, finché non morirai e credimi sarà difficile, perché come sempre cercheranno di illuderti- mi guardò dispiaciuto -Ma tu sei più forte di loro, vero?- mi sorrise poi, quasi convincendomi che fosse la realtà -Vuoi che ti indichi la strada per la liberazione?- mi domandò sincero, o almeno era quello che sembrava in quel momento, sincero, gentile e onesto verso sua figlia, ma mi sbagliavo di grosso eppure non ci feci caso, sembrava normale -Si- confermai era arrivata finalmente l'ora per non essere più torturata da quelle voci -Bene, ecco a te, ti aspettiamo- mi porse una cartina abbracciandomi e dandomi solo il tempo di vedere cosa mancasse, prima di sparire.
Presi un grosso respiro appoggiandomi con le mani al tavolo, sembrava avessi corso per anni senza mai fermarmi mi pesava sapere che mi stavo illudendo, perché si, lo sapevo eppure come dicevano gli scrittori, senza illusione l'uomo non può vivere, infondo chi scrive sa, sa che quella felicità eterna, tranquilla, non arriverà mai, ma per far si che la tua misera vita possa significare qualcosa, devi illuderti, credere in qualcosa che sai che non c'è, ma a volte la gente si immerge così tanto in ciò che si dimentica di essere umano, si dimentica degli altri e crede solo al proprio io, al proprio Dio, e sente solo il proprio dolore. In quanti si chiedono davvero come stia qualcun'altro, qualcuno lì fuori che grida ancora ma che nessuno vuole ascoltare. E come si fa a far capire alle persone che li fuori ci mangiamo vivi se a nessuno importa, a nessuno importa finché non rimangono da soli, con i sensi di colpa, alcuni forse senza, ma quelli forse l'anima neanche l'hanno mai cercata. Cos'è davvero che ci tiene con i piedi per terra? O chi? Davvero qualcuno si sente al proprio posto? O forse siamo tutti stati lanciati al mondo senza un giusto manuale, c'è chi preferisce la via dell'illusione totale accompagnata da finta felicità, c'è chi sa di starsi illudendo ma continua a farlo perché sa che senza l'illusione non sarebbe capace di vivere, e chi, come me che si illude raramente ma quando lo fa ne è completamente cieco e lo fa per fuggire da qualcosa che ormai ha affrontato troppe volte e sa che se lo rifarà non sentirà più nulla e quello spaventa quando sei giovane, vorresti vivere, smettere di pensare, eppure, la verità ti inseguirà per sempre, perché è quella la tua via.
"Stai bene?" Mi chiese Andrea guardandomi preoccupato "Si, a meraviglia, andiamo" risposi correndo davvero fuori da quella casa, avevo bisogno di aria, avevo bisogno di sentire i miei ultimi respiri, avevo bisogno di sentire ancora le urla delle persone per strada, avevo bisogno di sentire l'odio e l'amore delle persone, avevo bisogno di sentire l'egoismo del mondo. Avevo bisogno di abbandonare, il mondo.
Sono tornata dopo non so quanti mesi, pardon, ecco a voi il semifinale :)