Fabio
Fa ridere no? Stare qua, aspettando qualcosa, qualcuno che si ricordi di me, ma fa male, vero? Si fa male anche a me, fa male, te lo giuro. Cercavo solo una valvola per liberarmi, ma siete ancora qui? Non me lo spiego, ricordo come ieri quei giorni, ricordo il male, la paura, paura di perdere tutti e alla fine ho perso me. Si hai capito, mi sono persa di vista, non mi sono guardata, non mi sono pensata, non mi sono perdonata. E ora vi guardo tutti vivere la vostra vita, vi vedo felici, ma so che nascondete l'odio verso di me. Lo so perché ve lo leggo negl'occhi, lo so perché non mi cercate, lo so perché non venite a trovarmi, lo so perché credete che io non ci sono più. Lo so... Perché è vero. Non ho mai amato realmente qualcuno, ma tu, papà, si, a te ho amato davvero, ti ho amato perché in realtà odiavo che tu mi odiassi, odiavo ma in realtà per me era giusto, dovevo essere punita e ho sempre pensato che io, i tuoi comportamenti, me li sia meritati. No, non sentirti in colpa, è giusto così. Lo sentite il dolore al petto? Me lo auguro, ci ho passato una vita su, e anche se non ve lo meritate, dovete sapere che c'è sempre un prezzo da pagare. Regressione alla media. Lei me lo diceva sempre, sai, non si può fare una guerra senza perdere qualcuno, e si, bisogna sacrificarsi, bisogna perdersi. Ora mi odierete, lo so che lo farete, è normale, ma non posso tornare indietro, la verità è questa anche se so, non posso cambiare le cose ora, ho le mani troppo sporche per ripulirle. E ci vorrei piangere su, vorrei farlo, ma ormai non sento niente, sono solo di passaggio per le vostre vite. Una parte di me vorrebbe, ma non mi va, perché niente può racchiudere il dolore, niente può farti evadere da esso, non so come leggerai, non so quando, ma se lo farai, saprai la verità. Avevamo in mente un viaggio, ma sappi che tu, il tuo volo, l'hai già preso da tempo, e ti ho illuso, ti ho illuso che fossi con te, aspettavo questo da troppo tempo. Sono cresciuta e non ti ho chiesto scusa, non l'ho fatto perché tu non l'hai fatto. E sapete mi manca litigare, mi manca tornare a essere lucida, ma sono troppo fuori di testa per comprendervi, per comprendere che ormai niente può fermarmi. Mi dispiace, mi manca già l'aria. Ho ancora rabbia.
-MartinaLa sua voce mi rimbombava nelle orecchie come se me l'avesse letta lei, mi mancava, mi aveva lasciato così, proprio quando avevo più bisogno di lei, mi ha bruciato dentro. Mi ha rotto il mondo che stavo ricostruendo, mi ha distrutto l'anima, l'ha accartocciata come un foglio di carta inutilizzabile e lanciato chissà dove. Avevo sempre avuto paura di non vivere senza di lei, eppure non mi ero posto la domanda, avrei dovuto capirlo, i suoi modi, il suo modo di sfidarla, i suoi occhi fuori dalle orbite, la sua iperattività, come se avesse bevuto litri di caffè. L'amore mancato l'aveva uccisa, l'avevano uccisa. Me l'avevano portata via o era lei che era andata via? Solo dubbi.
Avevo sacrificato troppo per lasciarmi andare in quel momento, non potevo abbandonarmi cosi, ho ancora un ragazzo da tirare su, una figlia che sta per nascere e Matteo da salvare. Sospirai appoggiando i gomiti sulla ringhiera e guardando il cielo stellato "Mi manchi" sussurrai "A breve avremo una figlia, la chiameremo come te, sei la mia stella, lo sai? Mi sento stupido, ma so che tu lo facevi sempre, e questo mi fa sentire più vicino a te. Ho letto il tuo diario, ho letto i tuoi scritti, ho visto tutti i tuoi disegni e ho letto anche la tua lettera e ci piango su sempre." continuai, afflitto "Mi ricordo di quando mi parlavi di Diego, tremavi perché la tua vita stava vibrando di positività, ma sapevi che ti stavi illudendo anche quella volta" chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime, mi bruciavano cosi tanto che sembravo andare a fuoco "C'è una differenza però, che tu sul dolore ci navigavi da sempre, io no, Diego no, Margherita finge di si, ma sta peggio, come biasimarla, mi chiedo ancora perché l'hai fatto, ti sei totalmente lanciata a sfidarla, senza paura, come se sapevi già che saresti morta. Magari ti sarai liberata, lo spero, se era quello che volevi" un sapore di salato si posò sulle mie labbra, non mi preoccupai di asciugarmi le lacrime, non sarebbe servito a niente.
"E avevi ragione, ti odio, mi hai tolto tutto quello che avevo, perché eri tu la mia famiglia e nessun altro. Mi hai lasciato così, e non mi hai detto neanche una parola. Non so come Margherita ti abbia perdonata, non so come faccia a non impazzire. Vorrei farlo anche io, ma mi sento morire, sento ancora quello sparo nella mia testa, non riesco a dormire peggio di prima, l'immagine di te che lentamente ti parasti davanti ad Andrea, gli avevi promesso che l'avresti protetto, ma che saresti rimasta, volevi e dovevi risolvere ancora con Walter, dovevi trasferirti con Diego, avresti dovuto accogliere l'amore di Margherita, dovevi essere la sorella maggiore di mia figlia. Dovevi essere con me ed invece non hai provato nemmeno a lottare un po'. Si, ti odio ed è per questo che non ti lascerò andare." un senso di rabbia mi pervadeva, lei non aveva fatto nulla e nemmeno io. Non ci perdonerò mai. Accennai un sorriso guardando una stella cadere, era passata da poco la mezzanotte del primo ottobre. "Mi illuderò che mi hai sentito" spensi la sigaretta nel posacenere prima di rientrare e dirigermi verso lo studio per finire di scrivere il mio disco.
"Fabio?" le grida di Margherita raggiunse le mie orecchie, prima che mi chiudessi nel mio mondo, corsi velocemente nella camera "Che succede?" le chiesi preoccupato "È arrivata l'ora".
Diego
"Come ti senti?" La voce di Mario risuonò lontana, erano passati anni, ma la ferita era ancora aperta "Mi manca sempre di più" risposi senza pensarci "Diego..." sospirò avvicinandosi il moro "Manca a tutti, ma ora dobbiamo entrare, sta per nascere" mi rispose "Non posso" scossi la testa portandomela tra le mani lasciando che le lacrime rigassero il mio volto. Il moro poggiò una mano sola mia spalla, provando a darmi conforto, con scarsi risultati "Ragazzi!" la voce di Walter ci richiamò "È nata, Fabio sta arrivando" gridò ancora, ma non mi mossi, non c'è la facevo, e se le somigliava? Non avrei retto quel peso, non avrei retto il dolore, ma dovevo farlo, per Fabio e per Margherita, forse anche per lei. Strinsi le palpebre più forte che potevo, scacciando via i pensieri, asciugando le lacrime e infine seguire i ragazzi in sala d'aspetto.
Poco dopo Fabio uscì dalla stanza, con in braccio sua figlia, piangeva, era felice e triste contemporaneamente, mi domandavo come facesse ad andare avanti, come faceva a non lasciare che il dolore lo spezzasse dentro. Mi si avvicinò piano quasi a cercare il consenso e annuii, nonostante tutto ero felice per loro, era stata la luce nel buio. Me la lasciò e sorrisi guardandola tra le mie braccia. "È bellissima" si complimentò Mario al mio fianco "Già" sussurrai per poi passargliela facendo attenzione e successivamente passò nelle mani di Matteo, forse era quello più distrutto. "Posso parlarti?" chiesi a Fabio mentre gli altri erano tutti attorno alla piccola tenuta in braccio da Matteo "Certo" mi sorrise "Andiamo a prendere un caffè, non consumatela e se volete potete entrare" disse poi rivolgendosi agli altri che prontamente si diressero nella stanza di Margherita.
"Quindi?" mi chiede una volta che uscimmo sbuffano il fumo "Perché lo fai? E come fai?" gli chiesi senza giri di parole, avevo bisogno di risposte e lui era l'unico che me le avrebbe date "Perché ci tengo a te, tengo a Matteo e non voglio perdervi come ho perso lei, ci tengo perché siete stati importati per lei, gli unici che gli hanno colorato la vita, l'ho vista mostrarvi i suoi lati più deboli, e lo so che con te sono stato stronzo, però capisci che per me era difficile vederla felice con qualcun'altro che non fossi io o Margherita o Matteo. Non posso per lei, ma non voglio per me, lasciarti da solo a sopportare questo peso" continuò fissando i suoi occhi nei miei "Grazie" risposi avvicinandomi per abbracciarlo. Mi sentii più leggero come se mi avesse tolto il peso di non essere stato abbastanza per lei, di non essere riuscito a salvarla da loro e da se stessa. Di non essere stato in grado di proteggerla dal male.
Trilogia? Chissà.
Grazie per aver letto questa storia, per chi la segue dall'inizio e per chi è arrivato dopo, so che vi ho fatto aspettare molto ma spero ne sia valsa la pena. Rimmarrà per sempre un pezzo di me.