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"Hai fame?" la porta della camera, che momentaneamente era diventata mia, si spalancò di colpo mostrando il corpo magro di Diego che si era stranamente addolcito una volta che Walter gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio per poi andare via "No grazie" risposi con indifferenza mentre continuavo a guardare fuori dalla finestra, come se stessi attendendo qualcosa, ma quel qualcosa sembrava non voler arrivare. "Mi stai ascoltando?" il tono duro di Diego mi fece voltare finalmente verso di lui, lo guardai interrogativa, facendogli emettere un piccolo sbuffo "Niente lascia stare" fece un gesto con la mano prima di voltarsi e uscire chiudendo la porta alle sue spalle.

Mi alzai di malavoglia avvicinandomi alle mie valige non avevo la minima voglia di mettere a posto i vestiti ma decisi comunque di farlo, dovevo pur far passare il tempo in qualche modo. Afferrai le due piccole valigie, una per volta, poggiandole in orizzontale sul letto e aprendole, aprì poi l'armadio cercando di rendermi conto in che modo potessi mettere tutto in ordine, non era da me, ma nel mese precedente avevo iniziato a prendere la mania dell'ordine convivendo con Margherita, allontanandomi leggermente avendo la visuale intera dell'interno. Il mio occhio ricadde sull'angolo basso dell'armadio notando una scatola, la curiosità come sempre si fece spazio tra le mie sensazioni, facendomi vacillare tra il prenderla e sapere cosa c'era o lasciarla lì per rispetto di Diego. Mi avvicinai velocemente, abbassandomi, e afferrandola.

Mi sedetti sul letto, spostando leggermente una delle due valigie e poggiandoci su la scatola, aprendola successivamente. Ebbi un sussulto guardando la prima foto che conteneva la scatola: eravamo appena tornati dal Messico, ci trovavamo a casa di Matteo, visibilmente ancora scossi, ma felici, tutti seduti sul divano, avevamo messo l'auto scatto, tutti sorridevano alla fotocamera, tranne noi due, ero attaccata al petto di Diego che mi stringeva forte e mi sorrideva, io gli parlavo con gli occhi, con un piccolo accenno di sorriso. Guardandomi, guardandoci, mi resi conto di quanto stessi perdendo, Diego era il mio primo amore, era stato l'unico a capirmi fino in fondo, non mi aveva mai lasciata realmente, ma ora per colpa mia stava accadendo. L'istinto mi suggeriva di scendere al piano di sotto e fare quello che mi ero ripromessa di fare una volta ritornata a Milano quella sera ma l'orgoglio mi diceva di chiudere quella scatola e continuare a mandare tutto per aria, non sapevo realmente quale fosse la decisione migliore. Sbuffai indecisa, ma poi decisi di lasciarmi guidare dall'istinto, tanto che altro avevo da perdere in quel momento? Nulla, ero il niente e sentivo il niente.

Mi alzai da quel letto lasciando la scatola aperta, aprii la porta fiondandomi giù per le scale, alla ricerca del riccio. Dovevo farlo e anche subito, girai per il corridoio fermandomi davanti alla porta del bagno era l'unico posto che mi era rimasto e prima che potessi bussare, la porta si spalancò, mostrandomi il petto di Diego completamente bagnato con una sola asciugamano avvolta sul ventre. "Mi pare che al piano di sopra ci sia un altro bagno" disse ironico e infastidito, puntai i miei occhi nei suoi, perdendomi come sempre "Allora?" sbuffò sempre più irritato dalla mia presenza riportandomi alla realtà, per un istante pensai fosse stupido quello che stavo facendo, che lo avrei solamente fatto soffrire inutilmente, ma poi scossi la testa e afferrai di colpo il suo volto avvicinandolo al mio e unendo le nostre labbra. Ero un miscuglio di emozioni a cui non sapevo dare un nome, non sapevo neanche realmente se stessi provando qualcosa. Il riccio davanti a me rimase fermo per un istante, prima di cingermi i fianchi con le sue braccia, mentre io lasciai che le mie mani si intrecciassero con i suoi capelli ancora bagnati.

Ci staccammo leggermente "Perché l'hai fatto?" mi chiese piano, quasi timoroso "Perché sono una testa di cazzo e..." mi morsi il labbro, sul serio ero diventata così patetica e dolce? A quanto pare si, ma solo con lui riuscivo realmente a provare qualcosa di vero, di così forte da non averne mai abbastanza "E?" mi incitò a continuare la frase "E mi manchi" sussurrai impercettibilmente, che quasi faticai a sentirmi io stessa, ma purtroppo, o per fortuna, il moro aveva sentito benissimo le mie parole. Si stacco definitivamente con un gran sorriso sul volto, che mi sciolse completamente, perché lui aveva tutto questo grande effetto su di me? Perché solo lui è riuscito ad entrare nel mio cuore come nessuno mai? Nemmeno mia madre sarebbe mai riuscita ad entrare fino in fondo al mio cuore, pensavo che nessuno potesse farlo, eppure lui ce l'aveva fatta, non sapevo come avesse fatto, ma ero felice che fosse lui al mio fianco e non qualcun altro, che probabilmente si sarebbe approfittato delle mie debolezze, che erano molte di più di quanto dimostrassi.

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