CAPITOLO 9: I Super Droni

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CAPITOLO 9

I SUPER DRONI

 ATTENZIONE!!! TRATTASI DI FANFICTION

«Mi sente professore? Siamo dentro».

«Forte e chiaro Kenzo. L'aria in cui vi trovate è il parcheggio sotterraneo. Sopra di voi ci sono ben 200 piani. I sensori infrarossi del nostro satellite rilevano fonti di calore attribuibili ad esseri umani al piano 178. Dovrebbero essere circa una dozzina».

 

«Cosa mi dice dei droni sentinella?».

«Attualmente i rilevatori magnetici di Polaris installati sotto i vostri elmi non rilevano fonti di attività robotica. Se ci sono robot nelle vicinanze, al momento risultano non attivi ».

 

«Va bene professore, per ora è tutto. Ci dirigiamo al tunnel di areazione del grattacielo come stabilito. Passo e chiudo».

«Ricevuto Kenzo, in bocca al lupo».

 

Era sera inoltrata. Il piano per raggiungere Atteone era appena iniziato. Grazie all'avanzata tecnologia della fondazione Sado, i Saint di Atena erano riusciti a fare breccia nel sorvegliatissimo grattacielo dell'Energam, sfruttando un vecchio condotto fognario che scorreva proprio sotto l'edificio. Risalendo per uno dei tombini posti lungo la superficie dell'ampio garage, Kenzo e Dimitri riuscirono a passare inosservati. Tramite dei super captatori cimice satellitari, ascoltando le conversazioni che si tenevano quotidianamente negli uffici del palazzo, la fondazione era riuscita a capire che quella sera, l'amministratore delegato Preston Atteon e alcuni imprenditori locali , si sarebbero fermati fino a tardi per una riunione. Sulla vetta di un grattacielo attiguo, nascosti dietro un enorme schermo luminoso che pubblicizzava una famosa bevanda energetica, attendevano impazienti Liam e Rebecca.

«Non capisco perché dobbiamo restarcene qui, mentre quei due se la spassano» proferì sconsolato il cavaliere di Pegaso seduto alla sua maniera a gambe incrociate.

«Non essere impaziente. Sai benissimo che l'ultima cosa che ci serve ora è scatenare un putiferio. La gente innocente non deve essere coinvolta» lo ammonì con tono materno Rebecca racchiusa nella sua armatura di Andromeda «Dobbiamo essere pazienti ed aspettare il segnale di Kenzo e Dimitri. Se il nostro piano andrà in porto, vedrai che limiteremo al minimo i danni».

Nonostante la spiegazione avrebbe convinto anche i più scettici, a Liam sembrava non andare giù, ma sapeva che disobbedire ad un ordine della  compagna gli sarebbe costato non poco dolore.

All'interno del condotto che erogava l'aria condizionata nei vari luoghi dello stabile, Dimitri precedeva il Saint del Dragone nella scalata verso l'alto. Le pareti di alluminio, ricoperte da un sottile strato di polvere nerastro ,erano scivolose al tal punto che più di una volta i due cavalieri avevano rischiato di cadere. Provati dalla fatica e schiacciati dalla gravità e dal peso delle loro lucenti corazze, cercavano di non ansimare per non allertare le sentinelle robot. Ogni manciata di metri potevano osservare, attraverso delle grate di sfogo, a che punto della scalata erano giunti.

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