CAPITOLO 13 : Il Tetto Del Mondo

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CAPITOLO 13

IL TETTO DEL MONDO

 ATTENZIONE!!!TRATTASI DI FANFICTION!!!

Furono momenti gioiosi ed allegri. Adagiato su una comoda poltrona a gravitazione e avvolto da una termocoperta osmotica, Liam riposava il suo corpo. Tutti i muscoli gli dolevano ed aveva trovato difficoltà a rimettersi in piedi con le proprie forze. «Non preoccuparti ragazzo, sei stato una settimana nella vasca rigenerativa, i tuoi fasci muscolari si sono atrofizzati un po', ma vedrai che dopo qualche esercizio ti riprenderai immediatamente» gli disse uno scienziato esaminandolo con uno strano arnese simile ad uno scanner che emanava un fascio di luce blu su tutta la sua pelle.

Bob era lì con lui e gli teneva una mano con lo sguardo di un bambino che aveva ritrovato i genitori dopo essersi perso.

 «Bene il rilevatore non mostra imperfezioni nei tessuti. La guarigione è al 100%» concluse spegnendo la piccola scatoletta elettronica.

«Coraggio ora, tutti fuori colleghi. Lasciamo Liam alle cure dei suoi amici e di suo padre. Il nostro lavoro è finito. Domani procederemo alla riabilitazione muscolare» ordinò Caius Smith.

«Grazie dottore» disse Bob lasciandosi vincere dall'emozione.

«Non è me che deve ringraziare, ma il maestro Murasama. Ora si calmi ».

Ci volle circa un'ora per raccontare al cavaliere di Pegaso cos'era accaduto, di come era andata la battaglia e di come si erano misteriosamente ritrovati all'Hangar poi, ancora con la testa che gli pulsava per via di un'emicrania e con la voce ancora graffiata per via dei tubi che lo tenevano in vita nella vasca, cercò di prendere la parola:

«Quindi, ancora una volta, siamo vivi per miracolo, ma non sappiamo chi o cosa ci ha tirati fuori da quell'inferno».

Per un istante Kenzo distolse lo sguardo da quello del compagno. Voleva rivelargli le sue scoperte, ma non aveva ancora prove a sufficienza per trasformarle da congetture a verità. Così decise di mantenersi sul vago e lasciare che sia Rebecca a parlare.

«Non sappiamo nulla Liam» fece la ragazza dalle mani fasciate «Io sono stata la prima a risvegliarmi e mi sono già ritrovata qui. L'ultima cosa che ricordo e di te che mi facevi da scudo mentre quel Delo ci attaccava. Altro non saprei dirti».

Quasi come un lampo che squarcia il cielo, gli occhi di Liam cominciarono a ruotare in cerca di qualcosa:

«Non vedo Dimitri. Lui sta bene , non è vero?».

I volti dei compagni e del padre Bob si fecero più cupi, velati da uno strato di angoscia e tristezza che furono subito carpiti dal giovane cavaliere.

«Cosa vi prende? Non mi dite che…».

«No Liam, no! Lui è ancora fra noi. Purtroppo la sua ferita è molto grave e i dottori non riescono ad aiutarlo» spiegò Rebecca.

«Come non riescono? Hanno queste macchine per rigenerare e guarire, cos'ha la ferita del nostro amico da non poter essere curata?» continuò a chiedere Liam.

«Lascia che risponda io » fece Kenzo fermando la Saint di Andromeda «Purtroppo la causa della gravità della ferita è proprio Dimitri stesso».

«Che vuol dire ? Non capisco».

«Ti spiego. Per fermare la sua emorragia mortale ha innescato un meccanismo di autodifesa. In pratica , prima di perdere i sensi entrando in coma è riuscito con le mani a congelare il suo cuore. Il problema è che solo Dimitri può sciogliere quello strato di ghiaccio freddissimo. Non esiste nulla al mondo di così caldo da fondere quell'involucro».

SAINT SEIYA: Next GenerationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora