t h r e e

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Chissà perché avevo deciso di andare in un night club con Harry. Non mi erano mai piaciuti i posti come quello, ma avevo accettato senza obiezioni solo perché almeno avrei potuto svagarmi un po'. Il lavoro stava occupando troppo del mio tempo libero.

«Un altro, grazie» dissi al barman dietro al bancone, sorridendogli cortesemente. Avevo già preso tre drink, ed andavo per il quarto. Iniziavo a sentirmi leggermente brilla.

Harry era scomparso in pista, a fianco di una rossa spumeggiante, e sembrava essersi dato da fare. Non lo vedevo da un po'. Ma, malgrado la sua assenza, non mi sentivo sola. Forse avrei dovuto ballare anche io? Non ne sentivo il bisogno, stavo bene con me stessa, e ballare non mi era mai piaciuto, malgrado mia madre mi dicesse che me la cavavo bene.

In realtà, non avevo mai ascoltato i consigli di mia madre, a partire da quando avevo scelto di iscrivermi alla facoltà di economia. Che poi, con il lavoro che frequentavo, l'economia serviva solo parzialmente. Ma piuttosto che iscrivermi a giurisprudenza, avevo preferito seguire un'altra strada.

Il barman mi porse il bicchiere di sex on the beach, che iniziai subito a sorseggiare. Mi era sempre piaciuto osservare le persone, perciò mi girai e scrutai a fondo qualsiasi persona mi scappasse sottocchio. Ma non è che cambiasse molto da persona a persona: la maggior parte era sbronza o alquanto incosciente di quel che stava facendo.

Un ragazzo attirò la mia attenzione. Era di spalle, ma si poteva ugualmente ammirare la sua statura abbastanza importante. Vestito di tutto punto, si muoveva in modo abbastanza goffo e buffo, e questo suscitò una mia sottile risata, che per colpa della musica altissima, non si udì minimamente. Aveva i capelli rasati di lato, mentre un ciuffo nero spettinato si muoveva a ritmo. Spesso si passava una mano tra i capelli, aggiustandoseli.

«Ehi, eccoti! Credevo di averti persa» riconobbi subito la voce di Harry che mi richiamò.

«Potrei dire la stessa cosa di te» ridacchiai, seguita da lui.

«Stavo ballando con la rossa di prima, ma è dovuta andarsene per ragioni a me sconosciute».

Annuii semplicemente, ascoltandolo parlare. Era parecchio sudato e su di giri.

«Ti va di ballare con me?» mi chiese, guardandomi con i suoi occhi da cucciolo.

«Oh, Harry, lo sai che non mi piace ballare» brontolai come una bambina.

«Andiamo» ruotò gli occhi e mi prese per il braccio, trascinandomi dietro di sé.

In men che non si dica mi ritrovai in mezzo ad un sacco di gente sudata che ballava senza senso. Terribile.

«Harry, ti ho detto che non so ballare!» urlai sopra la musica assordante.

«Zitta e muovi i fianchi!» rispose preso dalla foga. Era davvero buffo.

Cercai di muovere i fianchi sul suo consiglio, cercando di apparire...sexy o qualcosa di simile, ma non ci riuscii, anzi, mi resi solo ridicola.

Continuai a muovermi in quel modo ridicolo, e dovetti ammettere che, in fondo, era divertente.

Improvvisamente, sentii qualcuno prendermi per i fianchi. Inizialmente, pensai che fosse Harry, ma mi resi conto solo dopo che egli era proprio di fronte a me che si muoveva in modo scoordinato.

Sobbalzai spaventata, e mi voltai subito per vedere di chi si trattasse. Ma non riuscii a distinguerlo, perché Harry, subito dopo, lo spintonò, allontanandolo da me.

«Ehi, amico, allontanati da lei» lo avvertì, parlando a denti stretti.

«Sta' calmo, voglio solo divertirmi un po' con questa bella biondina» mi rivolse un sorriso malizioso che vidi con la coda dell'occhio, ma non lo degnai di uno sguardo.

«Non voglio farti male» ribatté Harry, ed in quel momento intervenni, allontanandolo dallo sconosciuto.

Lo presi per il polso, e mi diressi verso l'uscita. Appena giunti fuori, l'aria fresca d'autunno ci invase, rinfrescando i nostri corpi caldi e sudati.

«Che ti è preso?!» chiesi aspettandomi delle risposte ben chiare da lui.

«Be', non hai visto come ti stava toccando? Deve tenere le mani a posto» sbuffò ancora arrabbiato.

«Non sei mio padre, e sono abbastanza matura e grande per decidere per me stessa» precisai incrociando le braccia al petto.

«Forse non hai sentito quello che ha detto. Voleva solo divertirsi con te, e non avrei mai permesso che accadesse!»

«Odio il tuo comportamento geloso» protestai.

«Io non sono geloso!» terminò la conversazione, lasciando entrambi in silenzio.

Volevo un mondo di bene a Harry, e anche lui ne voleva a me, me lo dimostrava ogni singolo giorno, ma i suoi comportamenti da geloso non li avevo mai compresi e tollerati.

«Andiamo, ti accompagno a casa» mi richiamò, avvicinandosi alla sua Land Rover.

Era meglio terminare la serata.

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