Stavo letteralmente correndo per tutta la casa, cercando di vestirmi e di cercare le mie scarpe col tacco preferite contemporaneamente. Ero già in ritardo per l'intervista con Zayn Malik, dovevo sbrigarmi. Per fortuna ero riuscita a truccarmi al volo non appena uscita dalla doccia, di modo da non doverlo più fare dopo essermi vestita.
Infilai di fretta la stretta gonna a tubino nera, che mi arrivava all'incirca appena sopra al ginocchio. Amavo quelle gonne, perché anche se all'apparenza sembravano scomode, in realtà non era affatto così. Abbottonai la camicia bianca trasparente, la mia preferita in assoluto. Raccolsi al volo la borsa e le scarpe prima di dirigermi verso la porta d'uscita del mio appartamento. Non appena fuori mi catapultai giù per le scale, dato che l'ascensore mi avrebbe fatto perdere solo altro tempo.
Appena fuori dall'edificio, sentii il mio cellulare squillare dall'interno della borsa. Ero tentata di non rispondere, ma pensai che magari Harry potesse aver bisogno di qualcosa sul lavoro che gli avevo assegnato.
Tirai fuori il telefono ancora squillante dalla borsa, e, come avevo ben pensato, il nome di Harry era comparso sullo schermo.
«Pronto?» percepii subito dalla sua voce melodiosa che mi aveva chiamata solo per qualche sciocchezza.
«Hai bisogno di qualcosa?» chiesi un po' irritata lanciando uno sguardo all'orologio da polso e maledicendomi mentalmente per essere così in ritardo.
«No, solamente volevo augurarti buona fortuna per l'intervista» ridacchiò divertito. Mi stava evidentemente prendendo in giro.
«Non è divertente, Harry. Già non ho voglia di partecipare a questa stupida intervista, non far abbassare ancora di più la mia autostima» risposi con voce irritata.
«Whoa, whoa, calmati tesoro, non ti stavo prendendo in giro» rise di nuovo, probabilmente felice per aver sentito quanto irritata potessi essere al momento.
«Ora devo andare, ci sentiamo più tardi» riattaccai senza ascoltare altre sue risposte alla Harry, e mi addentrai all'interno dell'edificio dove si trovava la stampa.
Una giovane donna con i capelli raccolti e dalla posizione composta mi accolse, dicendomi dove dovevo dirigermi. Seguii le sue indicazioni, cercando di sembrare il più tranquilla e disinvolta possibile. Non volevo sembrare troppo agitata, ma le mie gambe non sembravano pensarla allo stesso modo. Arrivai di fronte all'ufficio e bussai, ma nessuno rispose. Riprovai un paio di volte, ma sembrava che all'interno della stanza non ci fosse nessuno.
Decisi di aspettare qualche minuto per vedere se qualcuno sarebbe arrivato. Forse io giornalista era solo in ritardo. Quando avevo quasi perso tutte le speranze, vidi all'inizio del corridoio un uomo dirigersi verso di me con un sorriso sghembo stampato sul volto. Si avvicinò a me, e subito notai quanto fosse bello.
«Hey, tu devi essere Paris» disse, e cercai di non rimanere stranita. Doveva senz'altro essere Zayn Malik per vermi chiamato per nome.
«Ehm...sì, sono io. E lei deve essere il signor Malik?» cercai di essere il più formale possibile, forse anche per fargli notare che non avevo molto apprezzato che mi chiamasse per nome ad un primo incontro.
Aprì la porta, facendomi entrare dietro di lui. Non appena la richiuse dietro di sé, si passò una mano tra i capelli per aggiustarseli. Adoravo il suo taglio di capelli, rasati di lato e con un ciuffo selvaggio e spettinato.
«Ti prego, chiamami Zayn» mi sorrise, indicandomi di sedersi su una poltroncina rossa, in un angolo appartato dell'ufficio. Esso era meraviglioso, molto grande e ben arredato. La zona dove mi ero accomodata aveva una visuale magnifica di Hyde Park.
«Vuoi qualcosa da bere?» mi chiese.
«No, va bene così, grazie» sorrisi, cercando di non offenderlo per la mia risposta. «Cominciamo con l'intervista?» domandai ansiosa.
«Cosa? No» ridacchiò guardandomi male. Ero a dir poco offesa e stupita.
«Be', e allora cosa vorresti fare?» il mio tono risultò duro come avevo sperato, chi si credeva per potermi prendere in giro dopo neanche cinque minuti che ci conoscevamo?!
«Solo conoscerti meglio» poggiò il bicchiere da cui aveva bevuto un po' d'acqua sulla sua scrivania, e si ritoccò nuovamente i capelli. Doveva essere un'abitudine.
Ero rimasta attonita dopo la sua risposta: cosa intendeva per "conoscerti meglio"?
Lo osservai mentre andava a sedersi sulla poltrona di fronte alla mia. Forse non avrei dovuto guardarlo così profondamente e insistentemente.
«Lo so di essere un figo pazzesco, ma smettila di fissarmi, mi sento osservato» rise vantandosi. Mi stava irritando sempre più ogni momento che passava. Non risposi né lo degnai di uno sguardo.
Non lo sentii controbattere per un paio di minuti, e mi insospettii, così mi voltai per guardarlo, anche se non volevo dargliela vinta.
Stava semplicemente sorridendo maliziosamente, senza staccare lo sguardo da me, rastrellando il mio corpo in modo poco fine.
«Che c'è?» non badai molto al fatto che sembrassi maleducata, di certo anche lui lo era stato.
«Niente, solo sei molto sexy» questo era troppo. Mi alzai di scatto dalla poltrona, uscendo dall'ufficio e allontanandomi quanto più possibile da lui e dalla sua arroganza.
Sarebbe stata davvero una lunga intervista.
A/N:
Ciao a tutte ragazze. Scusate se vi ho fatto attendere molto questo capitolo, ma ultimamente non ho avuto tempo per aggiornare né questa né l'altra mia storia. Inoltre sono ancora sotto shock per quello che è successo con Zayn, e sto soffrendo molto in questi giorni. Già scrivere questo capitolo è sembrata un'impresa.
Cercherò di aggiornare più velocemente i prossimi capitoli. Ci sentiamo presto.
-diana xx
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The project ≫ z.m.
Fiksi Penggemarthe project ; z.m. dove una giovane donna che lavora per l'editoria intervista un ragazzo davvero stronzo e scorbutico, ma per il quale perderà la testa. ____________________________ all rights reserved to satavn , © [february 2015]