2, non me ne vado

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Quel maledettissimo giorno in cui le avevo promesso che sarei andata avanti...quel maledettissimo giorno in cui piano piano ho iniziato a chiudermi peggio di quanto avrei potuto immaginare.
E cavolo se ci penso ancora dopo 7 anni mi salgono i brividi fino alla testa.
Io non posso cambiarlo.

Sono un paio di sere che ripenso a quel momento che ha portato via la mia intera adolescenza e che mi ha strappata a pezzi senza che nessuno li avesse potuti risistemare.

...

La mia pausa notturna viene interrotta dalla sveglia che segna le 7:30.
Con la solita energia a terra mi alzo e dopo aver usufruito del bagno per i vari servizi indosso qualche vestito scelto rigorosamente a caso.

Mi dirigo a passo svelto verso il posto di lavoro in cui lavoro da circa un annetto e in cui mi trovo fortunatamente bene.

...

La giornata è passata molto...troppo velocemente ma ormai ci ho fatto l'abitudine.
La vita di una diciottenne dovrebbe essere sfrenata dal divertimento e dalla gioia, dovrebbe essere vissuta tutta fino all'orlo e il tempo, al mio contrario, non dovrebbe scorrere mai.
Sono tre sere che quel ragazzo cosí simile a me non si fa vedere, non che me ne importi cosí tanto ma l'ultima volta disse che sarebbe passato a trovarmi anche solo per una chiacchierata...strano, non mi sembra il tipo che dice una cosa ma ne compie un'altra, avrà sicuramente una scusa plausibile, o almeno lo spero.

Per pranzo mi preparo una semplice carbonara, e sí! Mi vizio parecchio con il cibo.
Amo cucinare e vivere in solitaria ha aiutato ad alimentare sempre di piú questa mia passione.
Appena ho concluso il mio pasto squisito oserei dire, mi dirigo verso la mia camera da letto e mi sdraio a pancia in su con entrambe le mani incrociate sul ventre.

Osservo attentamente il soffitto grigio chiaro con la speranza di un'apparizione divina che magari faccia cambiare la mia vita in meglio...sogno tanto, sogno in grande, grandissimo come mi ha sempre detto mia nonna.

Penso alla vita, penso a quanto dia gioia ai suoi figli ma allo stesso tempo ci sottragga tante cose, Leopardi aveva proprio ragione, la natura è una fottuta bastarda che non aspetta altro di vederci soffrire.
Potrebbero passare anche anni, anzi, sono passati tanto tanti da quel giorno ma ancora ne risento le conseguenze.
Perchè te ne sei andata? Perchè mi hai lasciato da sola? Perchè non hai pensato a me prima di andartene per sempre? Oltretutto non riesco a darti colpe.

Inevitabilmente la mia guancia è solcata da una lacrima solitaria che sfocia all'esterno del mio viso essendo ancora sdraiata.
Con tutta la forza d'animo che mi rimane mi rimetto in posizione eretta e guardando l'orologio mi accorgo di quanto i miei pensieri siano durati tanto.

Essendo le 20 di sera mangio qualcosa al volo giusto per riempire lo stomaco ed esco con il mio solito cappotto che però penso non servirà tanto sta sera.
Oggi sono tanto in sovrappensiero che una volta arrivata alla mia destinazione mi accorgo spiacevolmente di aver dimenticato gli auricolari a casa.
Me ne farò una ragione.

sta sera sono i miei pensieri a suonare nella mia testa.

Con mia stragrande sorpresa noto da lontano una figura maschile con le gambe incrociate a fumare tranquillo su quella panchina.
Mi avvicinò a passi lenti a lui finchè non gira il volto e mi fissa negli occhi come se avesse visto un fantasma.
Io: capito che sono brutta ma non mi sembra il caso di spaventarti, Tancredi. Dico ironicamente accennando appena una risatina.

Mi siedo affianco a lui leggermente distante in attesa di una risposta che però non arriva.
Solo ora vedo i suoi occhi riempiti di lacrime e il suo respiro che tenta di essere regolare che però fallisce e finisce con il singhiozzare.
Tancre: meglio se ora vai Adele, di parlare proprio non ho voglia sta sera.

Mi avvicinò di un pò al suo corpo e resto a guardarlo senza capire.
Quando ruota nuovamente il volto verso di me entro in imbarazzo per l'esagerata vicinanza dei nostri volti.
Tancre: ti ho detto di andare via.
Ripete sta volta con tono piú duro.

Io, di mia risposta gli prendo una mano e la Stringo ignorando completamente le sue parole.
Io: e io non me ne vado, semplice.

Ci fu quanche secondo di silenzio da parte di entrambi spezzato da lui inaspettatamente.
Tancre: non lo sei Adele, per niente. Dice piano. Non capisco e inarco un sopracciglio.
Tancre: non sei brutta, smettila di farti queste seghe mentali inutili, chiunque te lo abbia detto per favore non credergli. Mai.

Sono grata a lui per queste parole ma non riuscirei ad esprimermi a parole.
Stringo ancora di piú la sua mano gelata per fargli capire la gratitudine in quelle parole.

Tancre: ok, ma quella mano mi serve per tenere il microfono.

Microfono?

Io: fai musica? Se non sono troppo invadente ovvio. Dico imbarazzata abbassando lo sguardo.
Tancre: beh, posso dire che è l'unica cosa che mi riesce bene fare quindi sí. Sul suo viso innocente e pulito compare un sorriso che non avevo mai visto.

Io: ami proprio quello che fai, si vede. Sussurro sorridendo a mia volta.
Tancre: forse è l'unica a farmi sorridere ogni tanto, senza la musica non i nemmeno se io sarei qui ora, gliene sono veramente grato.
Io: è bella questa cosa che le dai del 'lei', è tipo una persona per te quindi? Chiedo curiosa di scoprire un pò il suo mondo.

Tancre: lei è la persona, è la mia musa possiamo dire, ogni cosa che faccio in qualche modo, anche stupido, è legata a lei.
Sta volta guardo le stelle che sta notte sono parecchio evidenti nel cielo scuro.

Io: vorrei anche io saper fare qualcosa, mi sento cosí monotona ed è anche per questo che non mi voglio cosí tanto bene.
Tancre: so che sarebbe inutile farti cambiare idea, quindi se per te è cosí sarà il tempo o qualcuno a farti cambiare opinione su te stessa.
Giusto per fare qualcosa, mi dici se un giorno di questi vieni da me e ti faccio ascoltare qualcosa di mio, sempre se vuoi ecco.

Dice imbarazzato ma con aria contenta.

Io: se non disturbo mi farebbe piacere, sembri tanto una bella persona, buona soprattutto.
Mi alzo per fargli segno che devo andare via.
Mi sorride senza darmi una risposta.
Gli detto velocemente un numero che segna attentamente sul telefono.
Tancre: ti chiamerò, te lo prometto Adele.
Mi guarda dritto nelle pupille prima di compiere un gesto inaspettato al massimo.
Avvicinandosi mi lascia un bacio leggero sulla guancia e senza dirmi piú nulla si volta e se ne va via con le mani in tasca.

Resto immobile per un pò prima di fare la sua stessa identica mossa.

Spazio autrice
Dopo tanto ho pubblicato, ma come sapete ho avuto gli esami di terza media e ho dovuto studiare.
Spero veramente tantissimo che il capitolo vi piaccia, se è cosí scrivetelo nei commenti per farmi sapere se dovrei continuare.
Baci.

non so manco piú chi sono	 ~ Tancredi CantúDove le storie prendono vita. Scoprilo ora