Era da molto, forse troppo che non mi svegliavo cosí serena e spensierata.
È stata una semplice chiacchierata da amici, eppure mi sento cosí tremendamente bene da pensare che tutto ciò si tratti di un sogno.
Sarà la novità, o sarà la stranezza della situazione ma per la prima volta mi sono alzata dal letto sorridente, e anche se tengo ancora quegli scheletri nell'armadio, che poi sono la causa che mi ha ridotto cosí, sento di meritare un attimo di quiete.Il tintinnio di una notifica proveniente dal telefono mi fa leggermente sobbalzare, non ricevo quasi mai messaggi, o comunque nessuno di interessante mi cerca quindi penso si tratti del solito buongiorno di Ale, inviato stranamente in ritardo.
"buongiorno piccoletta <3"
E come ben immaginavo ecco mio fratello premuroso come sempre.
Rispondo con un semplice cuore bianco, simbolo di purezza.Oggi, come sempre d'altronde mi dirigo a lavoro per una mattinata piena di fatica.
Esco Chiudendo il portone nero a chiave per evitare sorprese poco gradite.
Cammino con volto sicuro guardandomi attorno, osservo i palazzi alti di periferia che sembrano quasi schiacciarmi dalla loro possenza e scruto nel frattempo il cielo limpido senza nessuna traccia di nuvole, in esso vedo solo stormi di uccelli liberi e pronti ad affrontare il vento che li ostacolerà...vorrei a volte anche io essere un volatile, che nonostante barriere riesce a superare tutto e ad uscirne ritrovandosi tranquillo.E senza che io possa accorgermene, sono a destinazione e senza esitare un secondo in piú apro il negozio con la chiave nella mia borsa.
Accendo le luci e apro la serranda per dare inizio alla mia mattina lavorativa.
Tutti i giorni sono completamente sola, e pensandoci non servirebbe nemmeno altro personale per un negozietto seppur parecchio visitato, abbastanza piccolo.
E tra un pensiero e l'altro ecco che le persone iniziano a far capolino dentro la struttura....
Il mio orologio segna l'una esatta quando rientro in casa dopo quattro ore abbastanza intense.
Per la poca fame, ho deciso di non cucinare nulla, bensí di andare a riposare un oretta in camera.
Appena tutto il mio corpo viene a contatto con il materasso morbido, mi rilasso completamente beandomi di qualche istante in silenzio.
Chiudo gli occhi e sospiro, anche se per poca, dalla stanchezza.
E quando tutto sembra andare fin troppo bene, un rumore assillante e ripetuto mi fa alzare svogliatamente dal letto per dirigermi alla porta. Il campanello.
Con le mie strepitose pantofole trascino i piedi fino all'uscio.Prima che il mio cervello possa connettere, e ancor prima di rendermene conto, due occhi azzurri che luccicano appaiono alla mia vista. Per qualche attimo pensai di avere serie allucinazioni ma dopo una decina di interminabili secondi una scintilla appare dentro la mia testa e senza che io possa controllarmi delle lacrime amare e nostalgiche prendono il possesso di me.
Anche lui, penso scosso dalla situazione rimane pietrificato sul posto e con la valigia in mano mi fissa quasi con occhi di chi ha appena visto un fantasma.
Ad annullare la distanza tra noi sono proprio io che con una mini rincorsa faccio aderire la mia testa alla sua spalla e successivamente circondo il suo torace muscoloso con le mie braccia.
Dall'emozione, sento i suoi bicipiti che mi avvolgono calorosamente tremare come una fogliolina.Alessandro è sempre stata una persona dall'anima fragile, ogni cosa che riguardi la sua famiglia lo tocca particolarmente nel profondo. E uguale a lui sono io, toccatemi qualunque tipo di affetto e non la passerete liscia.
Sarà che provenendo del sud siamo persone carnali ed estremamente affettive.Respiro dopo molto il suo buon profumo e non posso evitare che la sua maglietta bianca sia bagnata da qualche mia lacrima che non smette di scendere precipitosamente.
Mi stacco a malincuore e prendo il suo volto tra le mie mani massaggiando con i pollici le sue guance bagnaticce.
Con un gesto rapido lui si riattacca a me facendo scontrare il suo petto con il mio e un secondo dopo sento i miei piedi non toccare piú terra.
Lascio le gambe a penzoloni mentre resto accoccolata a lui. Sento solo il battito irregolare del suo cuore che per poco non gli esce dal petto, come il mio d'altronde.Ancora non proferisce parola ma come si dice "i gesti valgono piú di altro", e sono completamente d'accordo con questa citazione che ormai è diventata una cantilena.
Ale: Adele...
Lascia in sospeso il mio nome e molto lentamente mi fa scendere accarezzandomi successivamente i capelli castani.
Io: Ale...mi sei mancato come l'ossigeno. Pronuncio codeste parole quasi sussurrandole mentre tento di asciugarmi le lacrime che continuano a scendere.
Ale: anche tu, da morire. Mi prende una mano e la stringe come quando facevamo da bambini e ciò porta la mia mente a fare un salto temporale, ah la mia felice infanzia.
Vederlo, ora, qui con me è una sensazione che non avrei mai potuto immaginare di provare in tutti questi anni cosí bui.
Sembra che tutto ultimamente stia prendendo la strada giusta per rinascere, ma non lo dico per scaramanzia.Io: ora entra perfavore che abbiamo tanto da raccontarci.
Lo trascino dentro casa, in cui effettivamente non ha mai alloggiato, nè tantomeno vista.
Lui alza la testa verso il soffitto e scruta il posto minuziosamente con la sua valigia ancora in mano.Ale: mamma che bello qui, tutto in ordine poi cazzo...sai non sono abituato a tutto questo ordine.
Esclama con la sua solita e mancata leggiadria.
Metto la mano sulla fronte accennando una risata divertita.
Io: grezzo come sempre vedo. Dico sicura prendendo la sua valigia e spostandola in un angolo della casa. Lo invito a sedersi sul divano affianco a me.Ale: e tu bella come sempre.
Incredibile come un semplice complimento da parte sua possa farmi rimanere destabilizzata come al tempo.
Sono piú che sicura che le mie guance si siano dipinte di rosso all'improvviso.
Lui, notando tutto ciò ride e mi accarezza con delicatezza la guancia sorridente.Ale: ti vedo bene Adels, sono felice che hai ricominciato a sorridere un pò. Annuisco morendomi il labbro inferiore pensando a tutto quello che ho passato prima di adesso.
Io: Ale, sono felice perchè sto avendo la mia rivincita, da tutto, le mie insicurezze continuano ad esserci ma meno vivide, il passato non lo rinnego perchè fa parte di me però sento di star cambiando piano piano.Ale: ti ho sempre stimata per questa tua immensa naturalezza nel raccontare le cose, lo percepisco anche io che stai avendo la tua metamorfosi, e penso che qualunque cosa ti stia aiutando sia veramente oro prezioso da tenere strettissimo.
Abbasso il volto imbarazzandomi nel pensare a tutto quello che Tancredi sia per me, ed è difficile spiegargli cosa lui abbia scatenato nel mio cuore. Però zitta non riuscirò sicuramente a stare, soprattutto su argomenti importanti come questo.Ale: allora cambiando argomento, la camera che avevi promesso per me c'è? Dice alzandosi freneticamente dal divano.
Io: vai in fondo al corridoio di là e la tua camera è sulla sinistra, di fronte alla mia.
Lui sorride e successivamente prende la valigia dirigendosi al luogo da me indicato.Nello stesso momento sento il mio telefono vibrare, segno dell'arrivo di un messaggio.
Tancredi
Domani mattina vieni in studio come promesso? Ti mando la posizione in mattinata.Leggermente timorosa rispondo al ragazzo che mi farebbe molto piacere e che andrò sicuramente.
Finalmente una manciata d'ossigeno sta prendendo parte della mia vita.
Spazio autrice
Heilà ragazzi, pubblico questo capitolo molto fiera del risultato finale e spero pienamente di aver soddisfato anche voi lettori, fatemi sapere se cosí è stato e grazie per tutti i commenti positivi nello scorso capitolo, spero che la storia continui a piacervi.
Bacioni
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non so manco piú chi sono ~ Tancredi Cantú
Fiksi PenggemarE se un puro incontro tra due ragazzi esasperati dal dolore aiuti delle anime cosí apparentemente simili a capire il posto che ricoprono in questo mondo cosí pieno di avidità?