☔︎𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 11☔︎

308 35 16
                                    

Fiacchi e pesanti passi pervadevano i corridoi di quell'enorme abitazione, dolcemente accompagnati dal flebile fruscio del vento presente al di fuori di essa.
Satori, il quale aveva come solo scopo quello di raggiungere al più presto la stanza dell'amico, era il primo dei due, permettendosi così di potergli fare strada, sebbene la casa non fosse la sua.
Nonostante i bui corridoi sembrassero non voler più finire, i due ragazzi si ritrovarono presto nella camera del più alto, dove, a turni, utilizzarono il bagno per cambiarsi.

Non ci volle molto affinché i due terminassero, pronti così per calarsi al di sotto delle coperte.
Quella sera però, senza osar rivolgere parola all'amico, Tendou si voltò dal lato opposto, poggiandosi su un lato e dandogli le spalle, cosa che non accadeva mai.
Il castano, ovviamente, si accorse di questo strano suo comportamento, decidendo comunque di non disturbarlo, in modo di lasciarlo elaborare in pace quel momento di sconforto a causa della perdita della partita.
Così, il rosso, appesantito dai pensieri, tentò più e più volte di addormentarsi, avvolto dalle morbide coperte che quasi gli andavano a coprire persino il capo.

A differenza sua, la calma, la quiete che pervase quella stanza, rese piuttosto semplice per Wakatoshi addormentarsi, il quale, con il capo rivolto verso la schiena dell'amico, aveva già abbandonato da tempo quei pensieri sconfortanti.
Così, l'esile ragazzo si ritrovó ad essere l'unico ancora in veglia quella notte, senza riuscire a chiudere occhio a causa delle sue ansie.
Per aggiunta, esse non furono le uniche a contribuire alla sua perdita di sonno, dato che, il lieve dolore delle oramai quasi schiarite macchie violacee, si facesse ancora sentire.
Durante quei pochi giorni trascorsi all'hotel, in campo o con i suoi amici, il ragazzo aveva deciso di sopportare quella leggera sofferenza da solo, senza dover dunque rischiare di arrecare un'ulteriore preoccupazione all'amico là di fianco.

Sfortunatamente, la perdita di quell'essenziale partita, non fece altro che devastare anche quella poca positività rimasta nella psiche del ragazzo, avendo anche ripercussioni su quel suo stato fisico.
In quella buia stanza, il rosso non poté far a meno di lasciarsi avvolgere da quei demoralizzanti pensieri, iniziando così, pian piano, a percepire sempre di più quel senso di vuoto, quella sensazione che arrivò persino a permettere al ragazzo di attribuire importanza a quel peso che da anni sentiva nel petto.
Il suo torace si stringeva, la sua mente si affollava, il suo corpo tremava e i suoi lividi si facevano poco a poco sempre più dolorosi, portandolo così a versare qualche lacrima su uno dei cuscini di quel grande letto.
Tentò più volte di fermarsi, pressando le proprie mani sulla propria bocca, in modo da riuscire a fermare quei ripetuti singhiozzi prima che avessero la possibilità di svegliare Wakatoshi.
Provó persino ad alzarsi qualche volta, in modo da allontanarsi da lui finché non sarebbe riuscito a calmarsi: invano, dal momento che, il ragazzo, non ebbe neanche la forza di scendere dal letto, percependo le sue gambe poter cedere da un momento all'altro.
Così, non ci volle molto affinché quelle sconfortanti lamentele riuscissero a interrompere lo stato di quiete di Ushijima, portandolo a scorgere il ragazzo disteso dinanzi a sé tremare.

"Tendou? Sei sveglio?" bisbiglió senza muoversi nel giro di pochi secondi, potendo vedere il ragazzo annuire sommessamente.
"Tutto bene?" aggiunse poi, potendo fin da subito riscontrare la medesima reazione da parte del ragazzo.

Fortunatamente, non udire la voce del rosso non tranquillizzó di certo Wakatoshi, che ricevette conferma da un singhiozzo da parte dell'altro, il quale era riuscito finalmente ad uscire dalla sua bocca.
Il castano alzò immediatamente la testa avvicinandosi un po' a Tendou, il quale continuava, adesso più che mai, a tenere una mano fissa sulla propria bocca.

"Satori?" chiese Ushijima una volta affiancato il ragazzo, scogendo le sue numerose lacrime bagnare il cuscino.
Non udendo risposta da parte sua, le preoccupazioni del castano riuscirono a crescere un poco, portandolo, non sapendo come comportarsi, ad abbracciarlo impacciatamente, giungendo le proprie mani attorno alla sua vita.
Nonostante ciò, dopo aver mostrato una piccola smorfia di dolore, le mani tremanti dell'altro raggiusero le sue, togliendole dai suoi fianchi e facendo incrociare le loro dita.
Dopo aver tentato di asciugare le proprie lacrime con l'altra mano, il rosso, ancora disteso, tentò poco a poco di voltarsi dal lato opposto, riuscendo così a far incrociare il proprio sguardo con quello di Ushijima.
Quest'ultimo, una volta che i due si ritovarono l'uno dinnanzi all'altro, cominciò ad asciugare le lacrime del ragazzo, il quale aveva appena chiuso gli occhi.

❝𝗷𝗮𝗱𝗲𝗱❞ 𝗎𝗌𝗁𝗂𝗍𝖾𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora