Il capitolo era particolarmente lungo (e ricco di informazioni nuove!), ho preferito dividerlo in tre parti.
Tre ore sono lunghe da passare, soprattutto se non hai con chi parlare, ma Sara aveva ormai trovato una sua dimensione vicino al solito albero. I fili d'erba che si intrecciavano tra le dita dei piedi erano la sua unica distrazione a parte lo strano siparietto che si era venuto a creare: Roberto cercava Samuele, pedinato a distanza da Loretta che li tallonava senza lasciare un attimo di respiro ai due fratelli, impedendo così a Rob di poter parlare con Sam. Il ragazzo diventava sempre più impaziente, con la faccia sempre più tesa sembrava pronto a sbottare da un momento all'altro. Roberto cercava di divincolarsi dalla fidanzata, come meglio riusciva. Appena il ragazzo intravedeva uno spiraglio di libertà, ripartiva imperterrito alla ricerca di Samuele. La cosa si ripeté talmente tante volte che Sara non riuscì a tenerne il conto.
Il fuoco della pira era stato acceso e la luce rossa, di una sfumatura diversa da quella irradiata dal sole qualche ora prima, illuminava le facce stanche dei giovani che più tranquillamente, animavano la festa. Non c'erano più secchiate d'acqua ma qualche chitarra strimpellata malamente e un coro stonato di ragazzi un po' alticci.
La frustrazione di Sara, provata poche ore prima, era sparita. Le proprie paure non sembravano più così spaventose. Grazie a Rob, aveva la conferma di ciò che aveva sempre saputo: i fratelli Criso erano qualcosa di più che semplici amici.
Quella piccola certezza era come un salvagente che le permetteva di stare a galla e di non affondare nel più buio e oscuro dei mari. Il calore lasciato dalla mano dell'amico sul suo braccio, irradiava in lei una sensazione piacevole e tranquillizzante.Erano circa le venti e trenta e Sara, con tutto il coraggio che possedeva, si diresse verso Roberto, stava discutendo animatamente con Loretta.
"Ciao Rob, io tra poco devo essere a casa... mi accompagni tu?" chiese Sara con una faccia tosta che non credeva di possedere.
"Certo" rispose il ragazzo felice della intrusione dell'amica.
Loretta lanciò uno sguardo feroce a Sara per poi appiccicarsi al braccio del fidanzato che, con gli occhi rivolti al cielo, disse: "Andiamo a prendere mio fratello, non so se vuole rimanere o tornare a casa".
Roberto seguito dalle due ragazze vagò nel parco alla ricerca di Sam. Lo trovarono che camminava avanti e indietro in una piccola radura dietro ad una fila di alberi poco lontano dal falò.
"Fratello accompagno a casa Sara... vuoi venire con noi?"
Samuele colto alla sprovvista inciampò in una radice ritrovandosi con la faccia nell'erba "Certo che voglio!" disse improvvisamente sereno "Per me possiamo andare subito, non ci sono problemi."
Loretta non aveva la minima intenzione di lasciare i fratelli Criso da soli con Sara: "Vengo anch'io sono un po' stanca".
I quattro ragazzi, tesi e nervosi, s'incamminarono tra la folla verso la macchina.
Il viaggio a casa di Miria fu più breve di quanto Sara si aspettasse e in cuor suo desiderava capire cosa avessero di tanto urgente da dirle quei due."Ciao Sara" le disse Loretta appena le ruote toccarono lo spiazzo polveroso davanti alla casa della generalessa.
Senza dire nulla Sara scese dall'auto. Era sconcertata, ma non fece in tempo a chiudere la portiera che Rob la raggiunse spingendola delicatamente sulla schiena per invitarla a camminare il più velocemente possibile prima che Loretta, scesa dalla macchina come un fulmine, li raggiungesse.
"Aspettaci sveglia, non ti addormentare. Abbiamo bisogno di parlarti ma prima devo liberarmi di Loretta" Roberto parlò talmente veloce che Sara non era sicura di aver compreso tutto, avrebbe voluto chiedergli di ripetere se non fosse che Lori si era già frapposta fra loro due.Sulla soglia di casa Clara aspettava la figlia, desiderava abbracciarla e riempirla di baci come faceva ogni volta che non la vedeva per un paio d'ore. L'uscita trionfale di Miria sul patio, con bigodini ben saldi tra la chioma giallognola, completò il quadro surreale che si era creato: "A quest'ora la gente resta in casa non va in giro a bighellonare. Porta a casa la tua fidanzata che è tardi" disse malamente a Roberto per poi rivolgere un sorriso rassicurante a Loretta.
"Ubbidisco" rispose Rob ironico prendendo la fidanzata per mano e trascinandola in macchina. I fratelli se ne erano andati lasciando solo una nuvola di polvere sospesa a mezz'aria a fare compagnia allo sconcerto di Sara.Clara aveva già aperto il divano-letto in salotto.
Da quando Sara era svenuta dai Criso quella era diventata la sua postazione per la notte, aveva preferito lasciare alla figlia il nido. Sara non era abituata ad avere una stanza tutta per sé, negli ultimi otto anni aveva sempre condiviso la stanza con altre ragazze o con la madre stessa. La cosa non le aveva dato mai fastidio, anzi le chiacchiere notturne erano la migliore delle ninna nanne possibili.Miria in camicia da notte ciabattò per il salotto fingendo di sistemare alcune conchiglie di plastica, probabile residuo di qualche banchetto nuziale a tema marino, pur di ascoltare quello che madre e figlia avevano da dirsi e sperando che Clara non rivelasse il segreto di Bologna. I racconti non si dilungarono, il viso stanco di Clara era il chiaro segnale che la donna avrebbe potuto addormentarsi da un momento all'altro, tanto appariva provata.
Sara desiderosa di sapere cosa si sarebbero inventati i fratelli Criso, lasciò la madre con la promessa che avrebbero chiacchierato con più calma il giorno dopo. Per nulla preoccupata dal pallore della donna, pensò che Miria avesse sfiancato Clara con le sue chiacchiere. Sara con uno schiocco la baciò sulla guancia.Era da poco passata mezzanotte, la casa era addormentata. Anche Sara, ancora vestita con l'abitino a fiori rossi, si era appisolata sopra il lenzuolo con il cellulare in mano in attesa di qualche cenno da parte dei due amici. Una vibrazione svegliò la ragazza infastidita dal display luminoso che lampeggiava vicino al suo viso: Samuele la stava chiamando.
"Accendi la luce e affacciati alla finestra" dopo aver detto queste parole Sam chiuse la telefonata. Sara, con gli occhi ancora mezzi chiusi seguì alla lettera le parole dell'amico.
Tra la finestra della sua stanza e il giardino c'erano diversi metri di distanza, non c'erano appigli di nessun tipo, neanche un albero su cui arrampicarsi ma solo i cespugli incolti di zia Miria.
Sam e Rob erano appoggiati alla parete della casa come se nulla fosse: "Ehi! Se parlo troppo forte rischiamo di farci beccare."
"Aspetta un secondo, stai sempre affacciata, non ti muovere e mettiti di lato. Prometti che starai ferma" Roberto era serio, per quanto poco lo conoscesse Sara, non lo aveva mai visto così concentrato. Il ragazzo si sistemò i jeans strappati cercando poi di bloccare, dietro le orecchie, le ciocche di capelli che gli finivano davanti al volto.
"Ok, prometto" Sara era curiosa di vedere cosa si sarebbe inventato.
"Non ti spaventare e resta affacciata".
"Ho capito non mi sposto da qui! Adesso sbrigatevi che abbiamo poco tempo" rispose irritata la ragazza.
Samuele salì sulle spalle del fratello e si aggrappò stretto a lui.
Roberto fissava negli occhi Sara così intensamente da farla arrossire, poi piegò le ginocchia e rimase in quella posizione per qualche secondo, infine saltò verso la finestra e in un balzo percorse i sei o sette metri che li separavano lei. Gli occhi erano fissi sull'amica.
Sara si appiattì sul lato sinistro della finestra per farli passare.
Sam si tuffò letteralmente dentro la stanza finendo sul letto, Sara non fece in tempo a controllare se l'amico stesse bene perché la voce allarmata di Rob li raggiunse: "Sam vieni ad aiutami, ho un problemino", il ragazzo se ne stava aggrappato con le mani sul bordo della finestra e i piedi a penzoloni nel vuoto.
"Ti avevo detto di stare sempre affacciata ragazzina" bisbigliò con un tono irritato mentre entrava nella stanza. I due fratelli si davano pacche sulla schiena complimentandosi a vicenda.
Quello che era successo non era normale e Sara lo sapeva bene: "Che cosa diavolo è successo?"
"È un po' difficile da spiegare, per questo avevamo urgenza di parlarti. Dopo che il grumo nero ci ha avvolti è successa questa cosa" disse Rob eccitato.
"Cioè che sai saltare in alto?".
"Sì, cioè no. Insomma... La mia forza è aumentata a dismisura, qualsiasi cosa faccia"
"Ma non ha senso. Mi stai prendendo in giro!"
"No Sara, Robbie ha ragione. L'ho visto fare cose assurde, adesso siediti che hai una brutta cera" Samuele l'accompagnò al letto.
"Non mi fido di voi due, io mi siedo qui e voi vi mettete da quel lato".
I ragazzi si misero per terra, vicini alla vetrina con le brocche spaiate e il grosso tavolo. Sara abbracciò il cuscino più stretto che poté mentre Roberto iniziava a raccontare....CONTINUA NEL PROSSIMO CAPITOLO...
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Il grumo nero di Destani (In revisione)
AventuraQUESTO È IL PRIMO LIBRO DI UNA SAGA COMPOSTA DA CINQUE LIBRI Il grumo nero di Destani (Un viaggio fantastico - vol. 1) Sara è una ragazzina che per gli ultimi 8 anni ha viaggiato per l'Italia cambiando casa e scuola ogni anno, non ha amici e l'unic...