Be alright -Dean Lewis

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There's something you're trying to hide
And I reach for your hand but it's cold, you pull away again
And I wonder what's on your mind

Sono rimasta imbambolata come la prima volta.
Maledetti occhi! Dobbiamo finirla di incontrarci così, sennò rischio di rimanerci secca!

Torno in me, e appena ricordo che figura ho appena fatto divento rossa per l'imbarazzo. Nel frattempo Tom continua a tenermi la mano e, quando vede il mio viso palesemente a disagio, me la stringe un po' più forte facendomi un sorriso comprensivo, come se volesse farmi capire che non è successo niente di grave.
Non ci siamo ancora detti niente, sembra che il tempo intorno a noi si sia fermato. Continuiamo a guardarci negli occhi fin quando non sento qualcuno dietro di noi ridere.
Ed eccola lì, quella ragazza che si stava divorando l'uomo sulla mia panchina. Adesso la vedo bene in faccia, e non mi piace proprio. Ha degli occhi azzurri che sembrano minacciare di uccidere chiunque si trovi davanti a lei. Chissà dov'è l'uomo che era con lei su quella panchina. E in tutto ciò continuo ad avere un senso di familiarità assurdo che non riesco a colmare. 
Mi innervosisco di quelle risatine che cerca di trattenere quella donna, ma continuo a tenere i nervi a bada. Tom sembra non accorgersene ed è ancora di fronte a me.
<Erika, tutto bene?> è preoccupato, lo vedo nei suoi occhi.
<Ehm, si tutto bene Tom. Che ci fai qui?>
<Che domande sono? Sono venuto a cenare> gli si illuminano gli occhi per il divertimento che la mia domanda stupida gli ha suscitato. <Tu invece che ci fai qui?>
<Si dà il caso che io ci lavori qui>
Dopo quella frase vedo Tom soffermarsi sul mio grembiule, probabilmente avendomi vista la prima volta con la tuta e il mascara colato si era abituato a vedermi con un abbigliamento sciatto, per questo non aveva notato il mio abbigliamento da cameriera.
<Ah, forse anche la mia è stata una domanda stupida> si porta una mano dietro la nuca con fare imbarazzato.
Non ho il tempo di rispondere perché la donna che fino a pochi fa rideva di me si schiarisce la gola attirando l'attenzione mia e di Tom. Vedo che lui inizia a diventare nervoso. Ma perché?

Il mio cervello sta iniziando a collegare. Vedo Tom con una cintura nera, i pantaloni neri e il maglione blu all'interno di questo. Capisco che l'uomo che quella donna soffocava sulla mia panchina era Tom.
Inizio ad avere una morsa allo stomaco, ma riesco a nascondere il mio dolore.
<Allora, quando possiamo ordinare in questo ristorante da quattro soldi?!>
Quella donna sputa quelle parole come veleno puro. Trattengo l'istinto di prenderla per i capelli e sbatterle il suo bel faccino sul muro. Insieme a Tom mi dirigo verso il tavolo. Quando inizio a camminare vedo lui che si preoccupa che io possa cadere di nuovo, per questo tiene dietro di me il suo braccio pronto a sorreggermi in caso di bisogno.
Conto i passi che mi separano da quel tavolo cercando di calmare l'ansia. Precisamente sono 6 passi che ovviamente non riescono a calmarmi. Arrivati da quella vipera Tom si siede al tavolo con lei, e vedo che fa un sorriso "vittorioso". Non ne comprendo bene il significato, ma lascio correre.
<Salve, cosa volete ordinare?>
<C'è qualcosa di leggero che possa mangiare senza vedere e cameriere cadere sul pavimento?>
Vedo Tom lanciarle un occhiata di disprezzo, ma non proferisce parola. Questa donna mi sta portando al limite, ma riesco a trattenermi.
<Certo, facciamo delle ottime insalate>
<Mh, potrebbe andare bene, allora mi porti un'insalata con tonno, pomodorini e mais>
<Va bene, invece a lei cosa le porto?> mi rivolgo così a Tom, e mi torna in mente la promessa di non dargli più del lei fatta il giorno prima, ma la situazione è molto strana e sono anche sul posto di lavoro, quindi penso di aver fatto la scelta giusta. E poi ho appena scoperto che è fidanzato con quella sputaveleno, quindi non ho il diritto di dargli del tu, non siamo neanche amici. Però al pensiero dei due che si baciano su quella panchina la morsa allo stomaco si fa sempre più forte, ma la ignoro.
<Per me va bene solo l'acqua> lo vedo affranto. Solo ora noto che i suoi occhi sembrano stanchi, forse non avrà dormito ieri notte, un po' come me infondo.
<Da bere per lei invece?>
<Va bene solo l'acqua anche a me, si sbrighi che ho fame!>
QUANTO SAREI TENTATA DI STRANGOLARLA CON LE MIE STESSE MANI. Ma non posso, faccio un respiro profondo e vado verso la cucina per dare allo chef l'ordinazione di Mrs. vipera.

Nobody said it was easy || Tom HiddlestonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora