IV. Profondamente

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James non aveva intenzione di uscire con nessuno, tantomeno innamorarsi. Invece ci era finito dentro con tutte le scarpe.

Quando Euphemia parlava, James sapeva che avrebbe avuto ragione a prescindere, solo perché faceva un'affermazione, significava che - prima o poi, anche se forse con qualche difficoltà - quella sarebbe diventata reale e si sarebbe avverata; e infatti James non era in grado di ricordare nemmeno una volta in cui sua madre si fosse sbagliata o non avesse avuto ragione.

Eppure quando poche settimane prima la donna gli aveva detto che la frizzante personalità del giovane architetto avrebbe potuto rapirlo, lui non gli aveva dato peso più di tanto. Era già capitato che sua madre si fosse improvvisata l'oracolo di Delphi dicendogli che un giorno - quando meno se lo sarebbe aspettato - avrebbe incontrato la donna della sua vita. E quella alla fine era arrivata come un tornado di irriverenza e sopracciglia aggrottate che lo aveva risucchiato senza volerlo.

Perché Lily era esattamente così, rendeva proprio tutto ciò che la circondava e lei si adattava al tutto senza rendersene conto. Ogni cosa accoglieva la sua forma per far sì che nessuno spigolo potesse infastidirla o farle del male, per magia perdevano la loro vera natura sottomettendosi a Lily.

James - quando la conobbe - per poco non chiamò la madre dicendole che si era sbagliata sul suo conto ma, quando gli si avvicinò, il pensiero che loro non potessero andare d'accordo nemmeno per sbaglio sparì all'istante e al suo posto comparve la speranza che forse non sarebbe andato tutto male.

Si presentava lì ogni mattina, si svegliava prima per poter passare in ufficio e poi portare la colazione per tutti alla villa, adorava vedere il sorriso di Lily che gli dava il buongiorno. Sentiva lo stomaco aprirsi - forse sciogliersi - come i fiori di ciliegio degli alberi, che circondavano la casa, che si schiudevano non appena arrivava la primavera e rilasciavano il loro profumo nell'aria.

Trascorrevano tutto il loro tempo insieme, lavoravano, parlavano e James si rese conto che, dopo poco la loro conoscenza, sapeva così tante cose di Lily che forse avrebbe potuto scrivere la sua biografia. Era a conoscenza anche dei dettagli più insignificanti, quelli che si tendono a dimenticare, ma ormai James prendeva per oro colato tutto ciò che Lily diceva.

Gli sembrava di vivere in una fiaba, la persona perfetta, la situazione perfetta, le sensazioni perfette; eppure come in ogni storia che si rispetti anche la loro aveva un antagonista molto più temibile della strega cattiva: Barry.

Quel matrimonio era sospeso sulle loro teste come la spada di Damocle, e James sapeva che non avrebbe mai potuto nemmeno tentare di sottrarsi a questa. Era così vicina al suo collo - tanto che era in grado di sentire la punta di ferro sfiorargli la pelle - che anche il più piccolo movimento avrebbe implicato la sua caduta, trafiggendo lui, e forse anche Lily. E di quella situazione l'autore non era altro che Barry, pronto a impiccarlo; perché per quanto avesse voluto o non, Barry aveva il coltello dalla parte del manico e lui non poteva fare assolutamente niente, se non sperare che sua madre avesse ragione anche quella volta.

Purtroppo il finale di quella fiaba era ancora in fase di scrittura e solo Lily avrebbe potuto concluderla, solo lei aveva la penna con cui tracciare le parole che avrebbero poi decretato la fine o l'inizio di loro due.

Perciò James si limitava a guardarla dal suo posto e sperare che lei si accorgesse di lui, abbandonasse Barry, e decidesse di annullare quel matrimonio che sembrava non avere nessun amore di fondo. Lily non ne parlava mai e, quando costretta, storceva sempre il naso; dubitava che Lily fosse ancora contenta di sposarsi. Credeva che avesse amato Barry - stavano comunque insieme da otto anni - ma James era al corrente del fatto che l'amore potesse finire - i suoi colleghi avevano tre divorzi a settimana - per cui lui continuava a sperare che anche Lily si accorgesse del giardino arido che era la storia d'amore con Barry, e quanto fosse fiorita invece la piantina che loro due avevano interrato.

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