V. Amore è casa. Casa è amore

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Mary sapeva come funzionava il mondo, lo aveva imparato a sue spese, e soprattutto aveva imparato a cogliere anche i più piccoli aspetti grazie al suo lavoro.

I dettagli erano la chiave per avere tutto nelle proprie mani, erano quelli che costituivano il mondo, quelli facevano nascere i perché e dava loro una risposta.

Per cui, quando aveva capito che il giovane collega non era solo un collega per Lily, Mary aveva sorriso e aveva cominciato a attendere che anche l'amica se ne accorgesse. Non aveva nemmeno dato peso al fastidio che provava Lily, perché era certa - che prima o poi - se ne sarebbe resa conto. Ma in realtà, Mary sospettava che Lily lo avesse già capito, semplicemente non lo aveva ancora accettato e resa propria quella informazione.

Non si era minimamente preoccupata di non ricevere i messaggi da parte dell'amica da qualche giorno, perché sapeva che ormai le era sorto il dubbio e stava riflettendo se davvero avesse cominciato a provare qualcosa per il ragazzo oppure no.

A volte, aveva compreso Mary, era necessario forzare un po' la mano. Avrebbe potuto aspettare che la notizia facesse il suo corso, ma a poco meno di una settimana Lily avrebbe dovuto sposarsi e il suo tempo stava per scadere.

Mary preferiva salvare l'amica dal quel destino infausto piuttosto che farsi pagare per ottenere gli alimenti da Barry. Credeva che fosse meglio contenere i danni, piuttosto che innescare una bomba che avrebbe portato a odio, inutili prese di posizione e litigi campati per aria.

In fondo, non si aspettava che passasse troppo tempo, perché il tarlo del dubbio - impartito da Mary - aveva centrato il bersaglio e sapeva che era solo questione di tempo prima che Lily bussasse alla sua porta.

Aveva appena fatto partire la lavastoviglie e spento la tv nel salotto quando, percorrendo il corridoio per andare a letto, il campanello della sua porta suonò nell'appartamento silenzioso. Si augurò che, chiunque fosse, corresse più veloce del vento, suo figlio si era da poco addormentato e non aveva alcuna intenzione di rileggergli l'Enciclopedia.

«Ma chi è a quest'ora?» Si lamentò Ross dalla stanza da letto mentre si alzava e guardava la moglie dirigersi verso la porta.

Mary abbassò la maniglia e sperò che oltre l'uscio ci fosse una motivazione valida del perché la stessero disturbando.

Lily era ferma, immobile sull'ingresso, le braccia le cadevano lungo il corpo e aveva un'espressione vuota. Mary si preoccupò all'istante e così Ross, che percorse il corridoio a larghe falcate.

«Lily, che succede?» Chiese in apprensione Mary mentre Ross poggiava una mano sulla spalla della ragazza e la invitava ad entrare.

La portarono in salotto e la fecero sedere sul divano, la coppia di fronte a lei che attendeva un segno di vita.

«Ti senti male?» Chiese Ross mentre le toccava il polso per sentire i battiti cardiaci.

Mary si chinò davanti all'amica e le diede uno schiaffo.

«Mary!»

«Ahia!» Reagì finalmente Lily portandosi una mano sulla guancia schiaffeggiata.

«Visto? Sta bene. Aveva bisogno solo di una scarica.» Spiegò Mary a Ross, che intanto la guardava corrucciato. «Adesso si può sapere cos'è successo? Avevi una faccia.»

Lily sospirò e si portò le mani nei capelli con un'espressione tra lo spaesato e lo spaventato.

«Cazzo, Mary. Avevi ragione, porca miseria.» Disse Lily concentrandosi su un punto indefinito davanti a lei e senza guardare i suoi interlocutori.

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