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Quella mattina, Paolo andò a fare colazione al Peach3, un bar situato sulla strada che porta in centro. Aveva scritto un messaggio a tutti i suoi amici, specificando che doveva parlare loro di una cosa molto importante e che si sarebbero dovuti vedere alle 11 in punto.

Il primo ad arrivare fu Eric, che era molto preoccupato. Eric aveva mandato a Paolo una trentina di messaggi quella mattina, ma Paolo non gli aveva mai risposto; preferiva parlare di quella cosa faccia a faccia.

Eric entrò nel Peach3, e avvistò Paolo che era seduto ad un tavolo infondo alla sala. Si sedette insieme a lui, e ordinò un cornetto all'amarena. "Allora, mi dici che cazzo sta succedendo?" Chiese il ragazzo. Paolo si limitò a dire: "Stai tranquillo, ti spiegherò tutto."

"Lo sai che mi preoccupo per te", disse Eric allungando una mano e toccando quella di Paolo. Eric era innamorato di Paolo ormai da tanto tempo. I due hanno anche avuto un trascorso insieme, roba di sesso, ma per Paolo lui era solo un buon amico. Un buon amico con cui lasciarsi andare ogni tanto, ma infondo niente di più. Però i due si volevano molto bene, ed erano amici fin dai tempi della seconda media. È con Eric che, una calda sera d'inizio estate, Paolo aveva perso la sua verginità. Da quel momento, Eric era cambiato nei suoi confronti: era diventato più dolce, più appiccicoso.

Poco dopo arrivò Bianca, che aveva un'aria stralunata.

"Ciao bellissima" Disse Eric.

"Ciao" Disse Bianca distrattamente, con l'aria di chi si era alzata dal letto da pochissimo. Infatti, non appena si sedette al tavolo con i suoi amici, la ragazza ordinò una tazza di caffè.

"Sono felice che tu sia qui" Fede Paolo verso di lei.

"Già." Disse Eric, "E immagino che anche lei sia curiosa di sapere cosa sta succedendo".

"In realtà sarei curiosa di sapere com'è svegliarsi a mezzogiorno" Disse lei. "La scuola è finita ieri e per colpa tua continuo ad alzarmi presto".

"Bianca, sono le undici." Rispose Paolo, rassegnato.

Di lì a poco arrivarono gli altri: un gruppo di nove, dieci ragazzi era seduto intorno al tavolo e tutti aspettavano di sapere il perché della loro presenza lì. C'era Rob, il figlio della preside (ossia il privilegiato che però ha una grande carisma), e poi Amanda, Jessica, Alex, Simone, Anna. Tutti quelli di cui Paolo poteva fidarsi.

"Allora ragazzi" Esordì Paolo; "Innanzitutto scusate se vi ho avvisati tardi e se vi ho fatti alzare così presto. Ma quello di cui sto per parlarvi interessa molti di noi".

"Non attendiamo altro" Disse Anna, con fare scazzato.

"Come sapete, la nostra spiaggia è stata venduta. Vogliono renderla privata, e costruirci un hotel di merda, e nessuno di noi vuole che questo accada. Per cui... sto organizzando una protesta."

Uno dei ragazzi si mise a ridere. "Una che?"

"Una protesta."

"Oh, andiamo! Cosa credi di essere ancora in prima liceo?"

"No" Rispose Paolo. "Credo che valga la pena lottare".

Eric esordì dicendo: "Paolo, lo sai quanto ti voglio bene. Ma questa è una delle cose più stupide che io abbia mai sentito."

"Perché?" Chiese Paolo, incazzato.

"Perché di certo non si contrasta la vendita di una spiaggia coi cori e coi cartelloni".

"Cori e cartelloni?" Disse Paolo, con fare di sfida. Poi si alzò in piedi.

"Noi ci batteremo con la forza. Ci legheremo agli alberi. Ci accamperemo sulla spiaggia per giorni. E non potranno fare niente per mandarci via".

"La polizia ci farà fuori."

"La polizia è d'accordo con noi" Disse Paolo, spiazzando tutti.

"Cosa intendi?" Chiese Bianca.

"Ho già discusso con chi di dovere. Fidatevi, nessuno ci metterà i bastoni tra le ruote. Chiameremo la TV, faremo un casino che voi non avete idea".

"Ok, tu parli già al plurale, ma... perché dovremmo aiutarti? Rischiamo troppo" Disse Anna.

"Anna, tua madre che lavoro fa?" Chiese Paolo.

"Hanno un'agenzia immobiliare, lo sai benissimo".

"E in che periodo lavorano di più?"

"D'estate, ovvio."

"E perché?"

"Per i turisti che affittano le ville."

"E perché i turisti affittano le ville proprio in questa cittadina del cazzo?"

"Per il mare, e... per la spiaggia. È unica."

"ECCO!" Disse Paolo. "La maggior parte di noi vive grazie a quella spiaggia. O perlomeno conosce qualcuno a cui vuole bene, che vive grazie a quella spiaggia del cazzo. Quindi uscite le palle e cercate di capire che dobbiamo darci da fare per salvare questa città."

I ragazzi si guardarono tra loro. Tutti, nella loro testa, pensavano una cosa: Paolo è fuori di testa. Insomma, l'idea era bella, e i motivi erano giusti. Ma... una protesta di quel tipo? Fatta da ragazzi a mala pena maggiorenni? In una città come la loro? Era roba da matti. Eppure, ognuno di loro, in cuor proprio, aveva già scelto di essere accanto a Paolo e alla sua causa. Perché infondo, quella causa, riguardava tutti. E se c'è una cosa che i ragazzi di Bagnola avevano sempre fatto, fin dalla più tenera età, era starsi accanto e aiutarsi – sempre.

Proprio in quel momento, mentre Paolo stava aspettandola risposta dei suoi amici, qualcuno entrò nel locale. Qualcuno che lui non siaspettava di vedere

Al tramonto o all'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora