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"Pier!", Esclamò Paolo, con sorpresa.
Tutti quelli che erano intorno al tavolo si voltarono per guardare quel ragazzo che era appena entrato.
Bianca notò subito i suoi vestiti firmati Versace ed Eric storse il naso.
Paolo non si aspettava di vederlo in quel momento. E all'improvviso non seppe cosa fare o cosa dire.
Quando Pier si avvicinò al tavolo, Paolo lo presentò a tutti dicendo: "Lui è Pier, un mio amico". Tutti però avevano capito - dall'imbarazzo di Paolo e dal modo in cui i due si guardarono - che tra loro c'era qualcosa di più losco che una semplice amicizia. E tutti squadranono Pier dalla testa ai piedi, inquadrando lo status sociale di quel ragazzo così grazioso e ben vestito.

"Perché non lo fai sedere qui con noi?" Disse Bianca, con un sorriso amichevole. Paolo, però, non voleva che ciò accadesse. Un po' perché quello che stavano progettando doveva rimanere un segreto tra di loro, un po' perché sotto sotto si vergognava di quello che Pier avrebbe potuto pensare.

"Forse non è il caso" Disse, senza guardare Pier.
E Pier, d'altro canto, si sentì profondamente in imbarazzo.
Ci fu qualche attimo di silenzio e poi Paolo si spiegò meglio: "Scusa Pier... è una conversazione privata e..."

Pier trasse subito le sue conclusioni. E con educazione disse - "Tutto chiaro" - prima di salutare con la mano e allontanarsi.

"Ma che cazzo fai?" Disse Bianca a Paolo.
"Cosa?"
"Lo hai praticamente cacciato"
"Bianca, stiamo parlando di una cosa seria".
"E lui non può ascoltare?"
"No che non può".
"Almeno va' a scusarti!"

Pier era vicino al bancone del bar a prendere un'ordinazione. Paolo gli si avvicinò.

"Ehi, Pier"
"Ehi"
"Scusa se non ti ho chiesto di sederti... ma vedi, è successa una cosa molto brutta alla mia famiglia e ho bisogno dei miei amici."
"Tranquillo".

Paolo non capiva se Pier fosse arrabbiato oppure no.
"Ti spiegherò tutto, se ti va che ci rivediamo..."
Senza guardarlo, Pier rispose "Mi va." Poi ritirò il suo ordine, salutò Paolo con un sorriso sconfortato e uscì dal bar.

Lì fuori, Pier ascoltò senza volerlo una conversazione tra un anziano che stava prendendo il caffè seduto al tavolo e un'altro uomo un po' più giovane. I due parlavano del Sunset Hotel, lamentandosi per l'acquisto della spiaggia pubblica. "Questi rubano pure la natura!" Disse l'anziano, con tono arrabbiato. Pier ci restò male, perché capì che in quella storia c'entrava suo padre.

Una volta arrivato in albergo, Pier andò a cercare suo padre per chiedergli qualche informazione in più sul motivo per il quale quell'estate si erano trasferiti a Bagnola. Lui sapeva solo che c'era il progetto di ampliare il Sunset Hotel, e che suo padre era nel mezzo di alcune trattative importanti con il comune della città. Nient'altro.
Quando arrivò alla suite, l'uomo aprì la porta a suo figlio e rimase molto sorpreso di trovarselo d'avanti.

"Pier! Che succede?" Chiese l'uomo.
Il ragazzo entrò nella stanza e si sedette sul letto matrimoniale. Suo padre stava sistemandosi la cravatta, e nella stanza c'era ancora la donna delle pulizie che era venuta a sistemare.
"Volevo chiederti una cosa" Disse il ragazzo, senza girarci troppo intorno. Tra i due non scorreva un ottimo rapporto, e sebbene ci fosse rispetto reciproco era rarissimo che si trovassero a parlare a tu per tu. Suo padre era sempre con la testa immersa nei suoi affari lavorativi e a Pier non interessavano quelle questioni. Ma stavolta, voleva saperne di più.
"Papà, non ho ancora capito che siamo venuti a fare qui."
"Te l'ho detto Pier, è per l'hotel."
"Si, ma... che sta succedendo?"

L'uomo fece un'espressione confusa. Non capiva perché Pier si stesse d'improvviso interessando ai suoi affari.
"Mi sa che hai notato che tuo padre è un po' stressato nell'ultimo periodo" Disse dolcemente, credendo con ingenuità che Pier avesse notato che c'erano dei problemi a lavoro. Poi continuò dicendo: "Non preoccuparti, me la caverò". E con un sorriso beffardo, riprese a sistemarsi.
"Si, papà, ma a che progetto stai lavorando?"
L'uomo si voltò a guardarlo, compiaciuto.
"Non ti sei mai interessato a quello che faccio. Come mai questa curiosità?"
"Così. Vorrei sapere che combina mio padre."

La donna delle pulizie finì il suo lavoro e uscì dalla stanza con un cesto pieno di panni da mandare in lavanderia.
"Sto cercando di comprare la spiaggia." Disse l'uomo.
"Quale spiaggia?"
"Quella che vedi se ti affacci alla finestra!"
"La spiaggia pubblica?"
"Si, esatto. Non è una cosa semplice, ma ce la sto mettendo tutta."

Pier non seppe bene cosa pensare. Dentro di lui aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di ingiusto in ciò che suo padre gli aveva detto con tanta semplicità, ma allo stesso tempo non aveva mai sospettato che egli potesse fare qualcosa che non andasse bene. In un certo senso, Pier aveva sempre vissuto nel mondo fatato della sua fantasia, prestando poca attenzione a ciò che accadeva intorno. Gli venne da chiedere a suo padre: "Ma... è una cosa giusta?"
"In che senso, Pier?"
"Nel senso... sei sicuro che comprare la spiaggia non sia... moralmente sbagliato?"
L'uomo scoppiò a ridere.
"Pier, ma da dove te ne esci?"
A quel punto, pier non seppe più cosa dire. Lui non sapeva nulla nè di morale, nè di economia, nè del lavoro di suo padre, nè di com'era la vita degli abitanti di quella città. Ma dal discorso che aveva sentito tra quei due uomini fuori dal bar quella mattina, aveva capito che in qualche modo gli affari di suo padre erano discutibili. E c'era una sola persona che sapeva avrebbe potuto offrirgli un punto divista adeguato in quella situazione.
Quella persona era Paolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 20, 2022 ⏰

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