Non È Questo Il Mio Angelo

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Kayne Pov's

Passarono un paio di settimane prima che il caos ebbe inizio, il cielo quella mattina in pochi istanti divenne così scuro da fare sembrare sia calata la notte, ad illuminarla il battito d'ali di una fenice dal piumaggio nero e le fiamme azzurre.

La fine era appena cominciata.

Ad accompagnare il suo passaggio dei tuoni bianchi, quasi a comando, comparivano di fianco a lei solo per mostrare a tutti i mortali la forma di colei che li avrebbe uccisi.

<Non si può tornare indietro, vero?> Mormorai fra me e me, seduto sul bordo del tetto di un palazzo, le gambe a penzoloni e la falce stretta in una mano, intento a picchiettare le dita su di esse.

Se realmente si potesse fare, tornare indietro al giorno in cui mi accorsi di provare qualcosa per lei avrei fatto di tutto per proteggerla, farla mia piuttosto che ignorare quei sentimenti pensando fossero una cosa da nulla, così mentre lei credeva a me come un fratello io la guardavo con occhi differenti.

Mi alzai in piedi pressando le labbra in una linea dritta, liberandomi di un sospiro prima di avviarmi verso la scuola di esorcisti in cui di sicuro stavano pianificando già qualcosa. Di certo a causa della sua grandezza non potevano non aver notato la fenice.

Arrivai qualche minuto dopo, a giudicare dalle espressioni che avevano sui loro volti la guerra era già iniziata, alcuni erano feriti ed altri piangevano la morte di qualcuno. Poco più avanti trovai quel maledetto principe che l'ha portata via da me, aveva lo sguardo sconvolto mentre osservava il vuoto avanti a se, non ci impiegai molto a raggiungerlo per chiedere motivo di tale preoccupazione.

<Qualche problema per il nostro piano?>

Scosse la testa in risposta, concentrandosi poco dopo su di me, aumentando la forza usata nello stringere Kurikara.

<Lei è nella piazza della scuola sul lato ovest, ha già ucciso una decina di esorcisti e ferito questi altri..>

La sua voce era bassa, quasi come se ripetere quelle parole gli faceva male al cuore e, per quanto possa essere felice di questa sua forza odiavo sapere che non era lei, ma era qualcun altro che si divertiva ad usare il suo corpo.

<Mi pare di aver già spiegato la situazione, a lei ci penserò io tu concentrati a liberarla altrimenti sarai tu il prossimo a morire> con quelle ultime parole mi allontanai da loro dirigendomi verso la ragazza il più velocemente possibile, mi aveva detto dove stava senza neanche farmelo chiedere, almeno in quello è stato utile.

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Come detto dal ragazzo la trovai nella piazza sul lato ovest della scuola, era seduta sul cadavere di un uomo intenta a ripulire la sua lama macchiata del sangue di tutti quei corpi, con un sorriso divertito mi avvicinai a lei posando l'elsa della mia falce sulle spalle, aggrappandomi ad essa con le braccia.

<Vedo che hai fatto pulizia, mi fa piacere...sarebbe stato meglio però farlo di tua volontà. Ora cosa ne dici invece di aprire ben bene gli occhi e svegliarti mh?  Altrimenti dovrò farlo io con la forza>

Lei non proferì parola, si alzò da terra voltandosi verso di me nel mentre stringeva con forza il manico della sua spada fra le dita.

<Suvvia suvvia, davvero pensi di potermi battere? Ti ho sconfitta tante volte, perché dovresti vincere oggi?>

Riuscii a pararmi in tempo quando scattò nella mia direzione, la sua lama faceva scintille nello scontrarsi contro la mia, avevo il vantaggio della distanza ma non della facilità di movimento, questa volta sembrava averlo capito.

Provai ad attaccarlo falciando l'area avanti a me, con un salto però evitò la zona d'impatto atterrando sulla lama della mia arma, bloccandola a terra.

<Mi stai deludendo, farti controllare così senza un briciolo di resistenza.. non sei la ragazza che ho allenato fino ad ora>

Provai a risvegliare il suo animo assopito, in qualche modo dovevo pur farlo, così per tutta la durata dello scontro provai a far scattare qualcosa in lei, darle un motivo per reagire.

<Perché stai cedendo?! Perché ti fai comandare in questo modo?! Non è questa la ragazza di cui mi sono innamorato! Non è questo il mio angelo!>

Gridai con rabbia quelle parole lasciando cadere a terra la mia falce, stanco di vederla ridotta così, bastò quell'istante per venir trafitto dalla sua lama, conficcata nel mio petto mentre i suoi occhi tornarono a brillare di luce propria.

In pochi attimi le lacrime avvolsero le sue iridi, facendole risplendere sotto la luce dei lampi e tuoni che infestavano quella zona.

<C-cosa hai detto?> Il labbro le tremava appena mentre un paio di lacrime scesero lente sulle sue guance, cadde in ginocchio avvolgendo il mio corpo fra le sue braccia dopo aver rimosso la sua spada dal mio petto.

<Ti sei decisa a svegliarti..>

~~~

<Kayn stai correndo troppo! Rallenta!>

Questa ragazzina insolente, non mi vuole proprio lasciare in pace, fra tutti perché proprio io dovevo farle da badante?!

<Sei tu che ti fermi ogni due per tre, muoviti prima che faremo tardi, dinuovo, non voglio essere rimproverato per un tuo errore>

La vidi affiancarmi con il fiatone, il petto le si alzava ed abbassava ad un ritmo irregolare mentre il respiro veniva spezzato da alcuni tentativi di parole che non riuscì mai a dire.

Rilassai appena lo sguardo osservandola, si sforzava ad essere come noi, un demonio a tutti gli effetti ma non ne era in grado, provava a stare al mio passo nonostante era troppo per lei, eppure era ancora qui.

<Arriverò...prima io!>

Esclamò con fare divertito quelle parole appena riprese abbastanza forza, superandomi e afferrando il mio polso trascinandomi con se.

In quel preciso istante, sentendo le sue dita cercare di stringere il mio polso, il suo tocco gentile che non aveva paura di me come tutti gli altri, affiancandomi nonostante la mia reputazione. Lei non aveva paura di me ed io, invece, iniziai ad amarla ogni giorno di più.

~~~

<Kayn! Kayn devi resistere! Sono sicura che guarirai in fretta!> Ero così perso nel ricordare fra tutti proprio quel momento che non riuscii a sentire la sua voce per un po'di tempo, ma quel suo sorriso mi fece desiderare di rimanere nel mondo dei ricordi ancora per un po'.

Squadrò con gli occhi la mia ferita, troppo grande e profonda per rimarginarsi, allungai una mano verso di lei per poterle accarezzare il viso, per un ultima volta volevo sfiorare la sua pelle e bearmi del calore che solo lei riusciva a donarmi mentre qualche rivolo di sangue sfuggiva dalle mie labbra, portando con sé la mia fine.

<Va tutto bene, non devi preoccuparti per me, ero pronto anche a questo... tu non hai nessuna colpa...>

Alle nostre spalle si avvicinò Sif, la sua statura aumentata rispetto al solito difatti era grande tanto quanto lei, la affiancò e mi squadrò con i suoi occhi come se fosse lì per salutarmi un ultima volta.

<Te la affido...ok? E tu piccola dovresti andare, va da lui. Ha bisogno del tuo aiuto...> A malincuore dissi quelle parole prima di chiudere gli occhi nel mio ultimo respiro andandomene in un sorriso.

Nonostante tutto ero felice per essere riuscito a togliermi quel peso prima di morire, in più ero sicuro che lui l'avrebbe amata per entrambi, tanto quanto l'avrei amata io.

AKUMA: Okumura Rin xReader [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora