Per Non Avere Paura

286 29 0
                                    

Scrutai l'area attorno a noi falciando con la lama qualche demone troppo coraggioso da avvicinarsi, erano troppi e noi solamente in tre, riuscire in questa impresa era difficile ma non impossibile.

Con Soc mi affiancai a Kuro, entrambi intenti a schivare qualche demone che puntava a loro, altri ancora lì mordevano mentre ad altri ci pensava Rin con le sue pistole.

Uno dei demoni però riuscì a far perdere l'equilibrio di Rin, facendolo cadere dal dorso di Kuro, in quel breve istante spalancai gli occhi affrettandomi a raggiungerlo, così come Yukio che dopo aver afferrato Kurikara riuscì ad afferrare la sua mano, entrambi i corpi vennero avvolti da delle fiamme blu e riuscirono a padroneggiarle a tal punto da dirigersi spediti verso il cancello, eliminando ogni cosa li intralciasse.

Proprio quando pensavo che ormai fosse giunta la fine di quell'inferno Tiamat comparí da dietro il cancello, le sue ali infiammate crearono una nube di fumo ma i due non avevano intenzione di fermarsi, andarono avanti con l'intento di fare fuori anche lei.

<Dobbiamo andare da loro...adesso!!> Gridai a gran voce quelle parole facendo sì che Sif si diriga verso la fenice piuttosto che verso i due, avrei pensato io a lei.

<Sei una delusione per noi demoni, lui credeva in te e gli hai voltato le spalle> con quelle parole cercava di scalfirmi, cercava di distruggere la sicurezza che mi ero creata, con un partito d'ali poi scagliò qualche fiamma verso di me, fortunatamente Sif fu abbastanza veloce da schivare tutte.

<Io non prendo ordini da nessuno, tanto meno da te che sei il suo galoppino!> Balzai dal corpo del lupo, scagliandomi verso la fenice ed aggrappandomi a qualche piuma sul suo muso, proprio sopra al becco.

Mi liberai di alcune grida causate dal dolore che le sue piume incandescenti mi causarono, ustionandomi le mani, ignorai tale dolore quando cercò di liberarsi di me scuotendo semplicemente la testa, dovevo resistere fino a che i due non avranno distrutto il cancello.

<Sei solo un misero insetto!> Le fiamme che la ricoprirono aumentarono a tal punto da raggiungermi, cercava di liberarsi in tutti i modi della mia presenza, eppure nonostante tutto non lasciai la presa, strinsi maggiormente quelle piume fra le dita mentre le mie fiamme bianche si mischiavano a quelle della fenice fino a che non venni risucchiata da quell'inferno.

---

<Devi svegliarti, qualcuno ti sta aspettando....non è ancora arrivato il tuo momento> questa voce, così dolce ed amorevole mi riecheggiava in testa.

Era così familiare, mi sembrava di conoscerla da una vita, poi il volto della donna che doveva essere mia madre fu il primo che io vidi.

<Sono contenta piccola mia, sei cresciuta così bella e forte, mi dispiace non essere stata al tuo fianco in questi anni>

<M-mamma?> Provai a muovermi ma non riuscii, volevo abbracciarla almeno una volta nella mia vita, anche se probabilmente ero morta, motivo per cui lei era lì con me.

<Apri gli occhi, non è ancora possibile per noi stare insieme ma ci sono persone che sono preoccupate per te, non pensare a noi due e promettimi di essere felice. Io e tuo padre ti vogliamo bene, siamo così fieri di te.> Ad ogni parola la sua voce andava mano a mano svanendo, provai a chiamarla ma la voce sembrava spezzarsi in gola non volendo uscire.

Quando riaprii gli occhi delle lacrime che non erano le mie marchiarono le mie guance, ero stesa a terra, un braccio di Rin mi circondava le spalle mentre con la mano libera spostò i capelli dal mio volto, mi accarezzò la guancia e, dopo aver incrociato i suoi occhi con i miei mi strinse a sé con delicatezza, quasi come temesse di farmi del male.

<Sei un incosciente! Sei una stupida! Si può sapere cosa avevi intenzione di fare?! Potevi morire..> mormorò solo le ultime parole posando la fronte sulla mia, quei suoi occhi bagnati dalle lacrime erano limpidi come il cielo di quel giorno, ormai era l'alba e tutto era finito, avevamo vinto.

<Sono i rischi del mestiere no?> Mormorai una piccola risata vedendolo poi asciugarsi le lacrime per via dell'arrivo di tutti gli altri.

Chi si avvicinò maggiormente fu Shiemi, intenta a richiamare quel piccolo folletto erboso per curare le numerose ustioni che ricoprivano il mio corpo, ora che ci penso a coprirmi ho il lungo cappotto di Yukio, forse i miei abiti sono andati persi fra le fiamme, dissolti nel nulla.

---

<Sei sicura di volerlo fare?> Sic ritornò alla sua statura di cane da compagnia, disse quelle parole quando mi fermai avanti la porta di quella che doveva essere la mia casa, le persone l'avevano lasciata intatta pensando che fosse maledetta dopo la morte di mia madre a causa di Satana.

<Andiamo> a bassa voce dissi quella semplice parola facendo poi il primo passo verso l'abitazione, aprendo la porta e varcando la soglia poco dopo.

Delle ragnatele spiccavano fra vasi pieni di fiori ormai appassiti, il legno scricchiolava sotto i miei passi mentre cercavo di raggiungere ogni stanza, visitando l'intera casa sino a quella che doveva essere la mia camera.

Una culla mal ridotta vi si trovava al centro, qualche peluche sporco era adagiato su dei mobili mentre il pavimento era bruciato solamente in due punti, probabilmente uno dei due era dove si trovava mia madre.

Afferrai il peluche all'interno della culla, sgrullando via un po'di polvere con la mano ed osservando il sangue che lo macchiava, venni circondata alle mie spalle da un paio di braccia, il mento di Rin poi si appoggiò sulla mia spalla dopo aver lasciato un bacio dolce fra i miei capelli.

<Cosa farai adesso?> Nelle sue parole potevo sentire quanto avesse paura di non vedermi mai più, così dopo aver riposto il giocattolo nella culla mi voltai verso di lui, le sue braccia scivolarono via mentre le sue dita ripercorsero il tragitto fino alle mie mani, stringendole appena.

<Domani ci sarà la mia udienza, probabilmente decideranno l'esilio se non peggio, quindi direi che passerò il mio ultimo giorno di libertà con te. Cosa ne pensi?>

Accennai un sorriso fingendo una risata dopo quelle parole, lui si portò le mie dita alle labbra per lasciare un bacio casto su di esse, per poi guardarmi.

<Pensi davvero che permetterei una cosa del genere?> Mi mostrò uno dei suoi sorrisi più ampi, per poi affiancarmi ed incamminarsi assieme a me verso la scuola, fortuna voleva che Yukio gli avesse dato una chiave delle sue altrimenti ci sarebbero voluti giorni.

Ricordo che quella sera la passai con lui, dormii contro il suo petto con ancora il libro di erboristeria e medicina fra le mani, avendolo aiutato a studiare, quanto volevo che quella notte non sarebbe mai finita, qualunque cosa il giorno mi avrebbe riservato l'avrei comunque accettata consapevole che lui mi amava, questo mi bastava per non avere più paura.

AKUMA: Okumura Rin xReader [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora