2. Sparkling eyes

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CATHERINE'S POV

La domanda della mia migliore amica continuò a rimbombarmi in testa all'infinito, mentre fissavo immobile il mio riflesso allo specchio.

-Cat...- mi richiamò Diane, poggiandomi una mano sulla spalla.

Le immagini di ciò che avevo visto mi colpirono tutte insieme in quell'istante, facendo esplodere dentro di me ogni singola emozione immaginabile.
Riportai gli occhi davanti a me ma era come se non vedessi più niente, la musica tutto d'un tratto era scomparsa e l'unica cosa che mi rimaneva era il cadavere di un ragazzo davanti ai miei occhi e le minacce di morte da parte della persona più pericolosa della città.
Vacillai leggermente, afferrando il braccio di Diane per non cadere.
La consapevolezza di tutto quello a cui avevo assistito mi si riversò addosso come una secchiata di acqua gelida.

-Cat! Ehi!- mi richiamò di nuovo.
-Forza vieni- mi mise un braccio attorno alla vita, tirandomi via tra i corpi dei presenti, finché non arrivammo di nuovo nel parcheggio, davanti alla sua auto.

-Che ti succede? Sei pallida come un fantasma- mi mise una mano sulla guancia con fare apprensivo.

-io...- cercai di parlare.

-Tu cosa Cat?- mi incitò.
-E perché hai la giacca di Bane addosso?- chiese con un po' di timore nel pronunciare il suo nome.

Serrai gli occhi, aggrappandomi al cofano della macchina, sperando per qualche istante che tutto fosse uno strano incubo, ma quando li riaprii ero ancora lì, davanti a Diane, che mi fissava spaventata.
Mi passai le mani tra capelli, cercando di razionalizzare tutto quello che avevo visto.

-Lui...- le parole mi morirono in gola, rendendomi subito conto che non avrei dovuto dirle la verità, a meno che non volessi morire.

O a meno che non voglia che muoia anche lei con me.

Mi schiarii la gola, cercando di riprendermi.

Calmati. Pensa a qualcosa.

-Sono venuta qui cercando stupidamente di aprire la macchina nonostante non avessi le chiavi, lui era nel parcheggio e mi ha chiesto cosa stessi facendo...- deglutii inventandomi una scusa -...gli ho spiegato che avevo freddo ma la mia giacca era nella tua macchina e non avevo le chiavi, quindi mi ha dato la sua- mi forzai a sorridere, sperando credesse alle mie parole senza farmi altre domande.

La sentii buttare fuori un sospiro che non sapevo nemmeno stesse trattenendo e la vidi rilassarsi.

Se l'è bevuta.

-Dio, mi hai fatto prendere un colpo!- si mise una mano nei capelli.
-Accidenti Cat perché diamine ti sei comportata così?! Pensavo ti avesse minacciata o chissà cos'altro!- aggiunse poi dandomi una spinta giocosa.

Risi nervosamente per l'ironia delle sue parole.

Già, chissà cos'altro!

-Non sapevo ci fosse il suo nome scritto sulla giacca e quando tutti avete cominciato a fissarmi mi sono spaventata!- inventai l'ennesima scusa, sperando credesse anche a quella.

Sbuffò scuotendo la testa.

-Sei sempre la solita, odi stare al centro delle attenzioni- ridacchiò mentre si appoggiava contro la sua macchina.

-Già, credo di sì- mormorai con un piccolo sorriso, mettendo una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

-Che ne dici di andare a casa? Credo sia stata una serata abbastanza caotica- sorrise alzandosi dal cofano della sua macchina.

-Si, credo sia un'ottima idea, sono a pezzi e sto morendo di freddo- bofonchiai aprendo lo sportello della sua macchina.

Lei salì subito dopo di me, mettendo in moto la macchina e uscendo dal parcheggio.

STREETS - a mafia love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora