3. Who is she?

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CATHERINE'S POV

Mi morsi nervosamente il labbro, battendo insistentemente il piede sul vialetto di casa mia, aspettando che Diane mi passasse a prendere, come ogni mattina.

Ogni volta che chiudevo gli occhi sentivo le mani di Thomas bruciare sul mio corpo, e non sapevo come raccontare tutto questo a Diane.
Cominciai a passare le mani lungo i fianchi sul tessuto dei miei jeans, cercando di restare tranquilla e capire come spiegare alla mia amica che avevo baciato il gangster più pericoloso e famoso della città, e di come mi sembrasse completamente normale.

Un clacson mi risvegliò dai ricordi della sera precedente, facendomi alzare lo sguardo sulla 500 ferma davanti ai miei occhi.
Strinsi la spallina dello zaino, aggiustandolo sulla mia spalla.

-Quindi? Sali o no?- rise Diane.

-Ohw si, scusa- sorrisi imbarazzata, aprendo lo sportello, per poi entrare.

La macchina partì, e così fecero anche i miei buoni propositi di raccontarle ciò che era successo.
Le parole mi morirono in bocca mentre mi torturavo il labbro con gli incisivi.

-Che succede Cat?- corrugò la fronte, confusa dalla mia evidente agitazione.

-uhm- da dove inizio?

-Si?- mi incitò.

-Ti devo dire una cosa- mormorai, fissando la strada davanti a me.

-Fin lì ci ero arrivata, stai praticamente saltando sul sedile dall'agitazione- rispose ridendo leggermente.

-Cosa c'è di così grave che devi dirmi?- chiese poi, impaziente di sentire la risposta.

Presi un respiro profondo, facendomi coraggio.

-ugh...hai presente di come pensavi avessi baciato Bane?- chiesi titubante.

-Siii?- chiese, stavolta era lei che saltava sul sedile dall'agitazione -Oddio cosa è successo?!- urlò poi, non riuscendo a contenersi.

-beh...ieri sera è passato da casa per riprendersi la giacca...- mi schiarii la gola -...e- allungai cercando di prendere tempo, ma alla fine cedetti -E ci siamo baciati, ecco- sbottai.

Subito un peso si alzò dalle mie spalle, ovvio non le dissi di come lui si fosse introdotto in camera mia dalla finestra, ma la parte principale della storia almeno gliel'avevo detta.
Mi girai subito verso di lei, non sentendola fiatare, cosa strana considerando la sua solita parlantina.
La trovai con gli occhi sgranati fissi sulla strada e la bocca completamente spalancata, lo shock era chiaramente visibile sul suo volto.

-Oh...mio...Dio- sussurrò incredula.

Dì qualcosa, dì qualcosa ti prego.

Mi morsi il labbro, non capendo se mi volesse schiaffeggiare o battere il cinque.

-Non ci posso credere- aggiunse.

-Ohw ti prego dimmi qualcos'altro- la implorai -Non capisco se sei arrabbiata con me o no- corrugai la fronte senza staccare i miei occhi da lei.

Scosse la testa, cambiando marcia della macchina.

-Allora- si schiarì la voce -Devo ammettere, è stata davvero una notizia bomba...e non ti nascondo che mi preoccupa come situazione, ovviamente non è un normale ragazzo, e la sua vita non è come quella di qualsiasi altra persona...- fece una pausa.
-Però alla fine dei conti non sta a me scegliere i ragazzi per te, è un compito tuo, al cuore non si comanda, e tutto quello che voglio per te è che tu sia felice- spiegò sorridendo.

Lanciai un urletto stringendole le braccia al collo mentre le baciavo la guancia numerose volte.
Lei rise di gusto.

-Ohwwww...non sai quanto mi solleva sentirtelo dire, avevo paura non mi avresti più parlato o mi avresti chiuso in un manicomio- mi staccai sorridendo, lasciandola parcheggiare nel lotto della scuola.

STREETS - a mafia love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora