12. Golden goddess

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CATHERINE'S POV

Chiusi l'anta dell'armadietto della palestra con tutta la calma del mondo, rifiutandomi di uscire da lì con i soliti pantaloncini e la solita canottiera, entrambi talmente aderenti da non far respirare.

-Ugh, odio queste divise- Diane sbuffò, una smorfia di disgusto dipinta sul suo viso, ma sapevo di avere la stessa smorfia anch'io.

-Già- enunciai, cercando invano di abbassare i pantaloncini.

-Che poi, non sono i vestiti il problema, il professore lo è...proprio un viscido, non lo sopporto!- la solita chiacchiera della mia amica prese il via mentre, prendendomi a braccetto, mi tirava fuori dagli spogliatoi per raggiungere il resto della classe in palestra.

Diane continuava a parlare ma ormai non la stavo più ascoltando, fissai gli occhi sul solito punto in cui li avevo fissati per due mesi interi, quel portone dove l'avevo visto comparire tempo fa, a guardarmi giocare una stupida partita di pallavolo.
Ma non c'era nulla, era vuota proprio come lo era stata per il resto dei due mesi, e nonostante non me lo volessi mettere in testa ormai non avrei più rivisto Thomas.
Mi morsi il labbro, distogliendo lo sguardo, sapevo che se l'avessi fissata ancora a lungo avrei cominciato a sentire lo stomaco stringersi.

-Bene ragazzi, oggi facciamo qualcosa di diverso, proviamo a fare yoga- Mr. viscido cominciò a parlare ma aveva già perso la mia attenzione dopo le prime due parole che aveva pronunciato.

Guardai di nuovo la porta, accompagnata da quel solito briciolo di speranza che mi faceva girare lo sguardo ovunque per cercare il suo, ma come sempre, fui delusa, la porta era vuota, e come essa, anch'io mi sentivo un po' così.

***

-Mi raccomando allora, ti passo a prendere alle 10 stasera, fatti trovare pronta ti prego!- Diane mi supplicò attraverso il finestrino della sua auto, mentre io la guardavo dal vialetto di casa mia.

-Va bene va bene, ma sappi che se mi abbandoni per pomiciare con qualcuno me ne vado!- intimai, sorridendole.

-Giurin giurello! Faccio la brava!- sorrise anche lei -Ti chiamo dopo per assicurarmi che tu non abbia cambiato idea, mi ci sono volute due settimane per convincerti! A dopo!- esclamò, mettendo in moto e andando via.

-A dopo!- urlai, guardandola allontanarsi.

Sospirai girandomi verso casa mia, restando in piedi a guardarla per pochi secondi, per poi decidermi ad entrare.

-Tesoro sei a casa!- mia mamma mi accolse a braccia aperte, stringendomi nella sua presa mentre io mi lasciavo cullare dalle sue braccia.

-Si mamma- mormorai sulla sua spalla.

-Sono così contenta che stasera finalmente tu e Diane uscite! Sono due mesi che stai chiusa in casa!- sorrise allontanandosi di poco, mentre accarezzava le mie mani tra le sue.

-Già, sono felice anch'io- forzai un sorriso -Adesso vado in camera, sono un po' stanca- staccai le mie mani dalle sue, iniziando poi a salire le scale.

-Certo amore! Ricordati che io e tuo padre passiamo il weekend in montagna, partiamo tra un paio d'ore, tu e Bruce sarete soli!- esclamò.

-Va bene mamma- mormorai in cima alle scale, arrivando a passi lenti fino alla mia camera, chiudendomi la porta alle spalle.

Poggiai lo zaino a terra sospirando, per poi buttarmi sul letto, cadendo all'istante in un sonno profondo.
Non ero riuscita a dormire molto la notte prima, avevo sognato Thomas, il che era successo molto più spesso di quanto mi piacesse ammettere.
Mi svegliai qualche ora dopo, con la telefonata di Diane che mi strillava di prepararmi; dovevamo andare in una delle nuove discoteche della città, la cui inaugurazione era stata un paio di settimane fa, ma Diane era riuscita a convincermi ad uscire dal mio guscio solo poco prima di quello stesso weekend.
"Non sono riuscita a portarti all'inaugurazione ma questa volta ti ci porterò, fosse l'ultima cosa che faccio!" Furono le esatte parole con cui la mia migliore amica mi attaccò il telefono in faccia, convincendomi a prepararmi.

STREETS - a mafia love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora