Capitolo 11

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BRENDA MITCHELL

"Pensavo che sarei tornata qui solo per sposarmi con lui." Dissi fra le lacrime. "Invece, eccoci qui. Io sono rimasta sola e lui è qui dentro." Indicai la bara di fronte a me con un cenno del capo.

"Non merita di stare lì." Mormorò Luke.

"Voglio andarmene da questo posto, ma allo stesso tempo non voglio lasciarlo da solo." Mi voltai, osservando la sua foto.

"Andiamo, Bren." Mi prese la mano. "Hai bisogno di riposare." Annuii, lasciandomi accompagnare.

"Sai, Luke, sono così stanca di tutto." Dissi, appoggiando la testa alla sua spalla e sospirando. Sapevo che lui mi avrebbe capita.

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Sono passate esattamente due settimane dall'inaspettata visita di Madison. Dopo quella sera, il dolore è tornato. Sono stata colpita nuovamente da attacchi di panico e notti insonni. Katherine e Michael mi hanno raramente rivolto la parola, e questa è stata la cosa che mi ha fatto soffrire in maggior modo, dato che ho sempre avuto un dialogo molto aperto con loro.

La morte di Calum è una cosa terribile, ma è pur sempre la realtà. Non posso fingere di non vivere la mia vita. Calum non c'è più e non posso vivere in quell'universo parallelo dove esistevamo solo io e lui. Ora niente sembra avere più senso.

Molte persone hanno subito un lutto e forse io ho vissuto una sciocchezza in confronto a quello che hanno vissuto altre persone. Esiste gente che soffre molto più di me, ogni giorno. Io, purtroppo, sono diventata una persona diversa. Sto così male al pensiero di non poter più essere la Brenda solare e vivace di una volta. Mi sento come se fossi parte di un mondo sconosciuto.

Ho così bisogno di sentire Calum ancora vicino a me, anche per qualche secondo, ma nessuno può accompagnarmi al cimitero. Ho prestato la mia macchina a Jessica per andare a Melbourne con Samantha, dato che Ashton aveva preso la sua. Jessica tornerà in giornata, e questo lo so, ma ho bisogno di parlare con Calum adesso. Non posso chiedere a nessuno, se non a Harry.

Dopo aver accettato di aiutarmi a ricominciare, ci siamo visti pochissime volte. Sono successe così tante cose, non me la sono sentita di disturbarlo con i miei problemi. Lo so, sono una codarda, perché non volevo parlargliene. Non voglio veder soffrire le persone a causa mia.

Prendo il telefono, componendo il numero di Harry. Attendo qualche secondo, dopodiché sento la sua voce dall'altro lato della linea. "Pronto?" Esclama.

"Hey, sono io, Brenda." Borbotto, giocherellando con le dita delle mie mani.

"Hai bisogno di qualcosa?" Ridacchia.

"Parlare." Sospiro malinconica.

"Passo a prenderti tra dieci minuti." Fortunatamente capisce cosa intendo.

"Sei un amico." Sorrido, per poi riattaccare.

Quando sento il campanello suonare, mi rendo decisamente conto che è bello vedere che esiste ancora qualcuno che accorrerebbe in caso di bisogno per me, proprio come faceva Calum. Sembra quasi che le persone, poco alla volta, lo tengano in vita con le loro premure.

Vado ad aprire la porta. "Grazie per essere venuto." Lo abbraccio, mentre lui ricambia il mio gesto.

"Sembrava che avessi davvero bisogno di andare da Calum." Afferma, accarezzandomi uno zigomo con due dita.

"Come hai fatto a capirlo?" Domando, ma lui mi interrompe prontamente.

"Sono una persona molto intuitiva." Mormora ironicamente, ridacchiando.

"Non saprei proprio come fare senza di te." Lo abbraccio nuovamente.

"Devo prendermi cura di te ora, sbaglio?" Mi chiede, come se la cosa fosse ovvia. "Ti accompagno, e dopo andiamo a prendere un caffè, d'accordo?" Sorride, e io annuisco, lasciando che mi tranquillizzi.

Questo momento mi ricorda molto il periodo in cui Calum e io ci eravamo appena conosciuti. L'unica cosa che era in grado di tranquillizzarmi era un suo abbraccio, la sua presenza semplicemente. Trovava sempre il modo di calmarmi. Riusciva a tenermi testa talmente bene, non ero nemmeno in grado di spiegarlo.

Poco dopo, arriviamo nel posto che più mi fa male visitare, ma dove devo andare per sentirmi meglio. Harry spegne il motore della macchina, e io mi affretto ad uscire.

"Se non vuoi entrare, rimani pure qui. Non ci metterò molto." Lo rassicuro sorridendogli e accarezzandogli un braccio.

Lui scuote la testa, tassativamente. "Non se ne parla. Non ti lascio da sola in mezzo ad un bosco." Afferma categorico, e annuisco, scendendo dalla macchina accompagnata da lui.

Quando arrivo di fronte alla sua tomba, pulisco la piccola foto, che splende ancora come tanti anni fa. "Non spaventarti se parlo con lui, per me è normale." Abbasso la testa, cercando di non trasmettergli la mia malinconia. Ancora non riesco a credere di aver permesso a qualcuno che non è Katherine o Michael di accompagnarmi da Calum.

"Sta tranquilla." Sorride.

Osservo attentamente la foto di Calum. "Sai, lui è sempre stato così premuroso." Una risatina mi sfugge. "Lo amo più di quanto abbia mai amato qualsiasi altra persona, eppure in questo momento sento di odiarlo terribilmente dopo aver scoperto cosa ha fatto." Una lacrima mi scende per colpa del nervoso. "Mi sento così terribilmente male al pensiero che abbia voluto abbandonarmi per proteggermi." È brutto realizzare che le tue parole non verranno mai ascoltate, ma forse una parte di me spera sempre che lui possa sentirmi. "Non potrò mai fargliene una colpa, nonostante tutto." Sorrido.

Harry si avvicina a me, e io istintivamente mi butto fra le sue braccia, come se avessi solo bisogno di conforto, non di parole. "Non ti chiederò di spiegarmi cosa ti è successo in quest'ultimo periodo, anche perché non sei costretta a farlo. Tu sappi solo che non ti abbandonerò, okay?" Sorrido. È sempre così comprensivo con me.

"Non voglio essere la tua maggior preoccupazione. Volevo davvero ricominciare, e stavo davvero facendo il possibile, ma credo di aver avuto una ricaduta da cui non posso più rialzarmi." Lo avverto. Non starei per niente bene senza di lui, ma voglio che lui rimanga perché lo vuole davvero, non perché si sente costretto.

"Brenda, smettila." Dice seccato. "Non sei un caso perso. Puoi aver sofferto quanto vuoi, ma la sofferenza non nasconde chi sei davvero." Lo guardo. "I tuoi occhi parlano senza che tu apra la bocca, credimi." Le mie labbra si incurvano in un sorriso sincero.

E in questo momento, mi sembra di sentire la voce di Calum pronunciare quelle parole.

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