Emilia fissava sognante lo schermo del computer, senza rendersene conto.
Nella testa, l'immagine di lei che ballava con Tommaso era ancora vivida e lasciava una bellissima sensazione di pura gioia, dopo tanto tempo.
Non glielo avrebbe mai confessato, ma l'idea di ballare al chiaro di luna alla Fontana di Trevi era così magico... che non avrebbe mai pensato di poterlo fare sul serio.
O, almeno, con Damiano era escluso a priori.
Dentro di lei, però, se l'era sempre immaginato proprio com'era avvenuto: il tipo che suona, l'oscurità della notte interrotta dalle luci della fontana, lui ad avvolgerla teneramente, l'imbarazzo di lei al mettersi a ballare come se fosse davvero qualcosa di normale da fare... ma non le importava per niente, perché lo sguardo di lui era più importante di quello degli altri e riusciva a farla sentire così bene da dimenticarsi il mondo.
Certo, pensare che quella sensazione l'aveva effettivamente provata con un ragazzo che conosceva appena, le faceva storcere non poco il labbro.
Voleva dire due cose: o si era rimbambita e quindi ogni piccola e insignificante cosa l'avrebbe mandata in tilt, quindi era solo colpa degli ormoni, dell'età che avanzava, dell'astinenza anche... oppure, Tommaso Tancredi, era riuscito a fare breccia nel suo cuore semplicemente... non facendo niente di esageratamente complicato.
Tommaso era semplice, solare e, forse, era proprio questo ad averla sorpresa: non sembrava proprio il tipo complicato, misterioso, che magari il suo aspetto faceva trapelare. Lui era... così, come lo vedeva: si era presentato in quel negozio come se fosse la cosa più semplice del mondo, si era presentato e aveva fatto del suo meglio per fare una bella impressione.
Poi lei lo aveva liquidato.
Poi ecco che il destino li aveva fatti nuovamente incontrare: ecco che lui non aveva mollato con le frecciatine e quelle avances che, per quanto la irritassero, in realtà le piacevano molto e la stuzzicavano positivamente.
Damiano non era mai stato così.
Ma Emilia doveva smetterla con i paragoni, erano passati tre anni: eppure, lui era come un fantasma che tornava sempre a farsi sentire.
Era l'unico ragazzo che avesse amato così tanto... e non era come Tommaso.
Come poteva sapere se era il tipo di persona con la quale poteva davvero intraprendere una relazione?
«Ti darei un euro per ogni tuo pensiero» una voce la richiamò alla vita reale.
Davanti a lei, la figura di Tommaso la prese alla sprovvista, facendola sobbalzare dallo spavento.
«Ma che ti pare il modo?» si sentì arrossire brutalmente, cercando comunque di guardarlo seria: aveva il cappotto, come sempre, già aperto, indossava un maglione bordeaux e un paio di jeans. Aveva ancora la sciarpa al collo e, in mano, un sacchetto bianco.
«Non è colpa mia se ti imbamboli mentre lavori» la riprese lui «Per voi» le porse il pacchetto.
«Per noi?»
«Tu e Daiana» chiarì «Frutti di bosco per te» e le fece l'occhiolino.
«Abbiamo la memoria che funziona, mi complimento» lo prese in giro lei, guardandolo alzare gli occhi al cielo.
«Scommetto che tu, carina, non ti ricordi nemmeno il mio gusto preferito» la sfidò ma Emilia si limitò a fare spallucce: se lo ricordava benissimo.
«Grazie, comunque» lo liquidò.
«Senti...» cominciò lui, mentre lei si portava alle labbra la brioche ancora calda «Sabato sera hai da fare?»
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Solo un'altra storia d'amore
ChickLit«Al giorno d'oggi è così difficile non sembrare uno squilibrato. Solo che... volevo sapere il tuo nome» confessò lui, sincero. «A cosa ti serve saperlo?» lei non osò abbassare la guardia. «Io... non lo so, ti ho vista entrare e non lo so. Sei molto...