Capitolo 2

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Era una giornata scolastica come le altre: passata a sopportare le lezioni noiose occupando il tempo a parlare con la mia migliore amica e a cercare di evitare qualsiasi problema con delle bulle o dei ragazzi immaturi.

Era una bella giornata perché era tutto tranquillo. Non mi hanno presa in giro per essere vergine o per qualsiasi altra cosa inutile a mio parere. L'unico pensiero impresso nella mia mente era l'argomento che avrebbe affrontato mio padre a cena. Non so se essere preoccupata o no.

"Y/N, Wook! Aiutatemi a preparare la cena!", ci chiamò nostra madre dal piano di sotto. Erano le 6 di pomeriggio* e avevo appena terminato di fare i compiti. Corremmo sotto rincorrendoci a vicenda, come facciamo sempre.

"Fate piano", intimò la madre, per poi accarezzare le nostre guance con dolcezza.
Wook aveva 12 anni ma nonostante questo avevamo un bellissimo rapporto, anche se a volte lui era un po' troppo curioso e fastidioso.

"Mamma, che ci deve dire papà? Compreremo una nuova TV?", chiese lui apparecchiando la tavola.

"Ti piacerebbe", dissi ridacchiando mentre tagliavo le verdure, "però seriamente, è una brutta notizia?".

"Ah ragazzi, non lo so. Aspettate vostro padre" rispose nostra madre sospirando. Proprio in quel momento suonò il campanello. "Ora potete chiedergli quello che volete".

Mangiammo tutti tranquillamente dopo esserci accomodati a tavola. Il silenzio era opprimente e questa sensazione sembrava crescere ogni secondo di più.

"Ok, diccelo papà", dissi poggiando la forchetta ed il coltello, "Sono in pensiero da tutto il giorno e Wook se la farà addosso tra un minuto per l'agitazione".

"Hey! Non è vero", esclamò mio fratello colpendomi la spalla.

"Smettetela. Ora vi racconto tutto", enunciò nostro padre con la sua voce profonda ma dolce, per poi posare il suo tovagliolo. "Per favore, non siate tristi o arrabbiati con me. Troveremo un modo per sistemare le cose", continuò corrucciandosi.

"Ho accettato un'offerta di lavoro", disse.

"E allora? È una bella cosa, no?", chiese Wook.

"Beh, il problema è che dovrò vivere vicino all'azienda a causa dei suoi orari flessibili", spiegò.

"E con questo?", domandai tesa.

"Dobbiamo trasferirci", sospirò lui, "e voi due dovrete cambiare scuola".

Silenzio.

"La nuova casa è bella? Avremo un giardino? Una piscina?", chiese mio fratello titubante.

"Rilassati, Wook. Ne parleremo nei prossimi giorni. Ci trasferiremo fra due settimane", rispose mio padre arruffandogli i capelli.

"Ok, devo fare i bagagli", esclamò Wook in risposta, alzandosi ed uscendo dalla stanza, lasciandomi sola con i nostri genitori.

"Che cosa ne pensi, Y/N?", chiese mia madre prendendomi per mano.

"Quindi avete già deciso? Non ce lo avete nemmeno chiesto" dissi non sapendo come gestire la situazione.

"Scusami, Y/N. Ho dovuto decidere velocemente, altrimenti mi avrebbero rifiutato. Non c'era tempo", spiegò mio pure, palesemente dispiaciuto.

"E poi, posso cambiare scuola durante l'anno scolastico? La nuova casa è lontana da qui? Posso continuare a vedere Eun?", feci tutte le domande che mi vennero in mente.

Mia madre accarezzò il dorso della mia mano e disse "Tranquilla, tesoro. Abbiamo già parlato con il preside e va bene. Ovviamente non vedrai Eun ogni giorno, ma la nuova casa non è molto lontana da qui".

"Te la caverai", assicurò mio padre sperando di alleviare le mie preoccupazioni.

"Non ne sono molto sicura", dissi leggermente delusa, "Ho bisogno di stare da sola".

Mi guardarono con compassione mentre lasciai la stanza, ma non potevo farci nulla. Era una notizia difficile da metabolizzare e non riuscivo a pensare lucidamente.

Prima di chiudere la porta, sentii mia madre dire "Starà bene. Un nuovo inizio porta sempre a qualcosa di buono".

———
*alle 18, negli Stati Uniti e in Inghilterra, di solito si cena. E poi vanno a dormire verso le 22/23 :)

The boy next door | traduzione italiana |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora