"Chiara..vai a casa dei tuoi, sono quattro giorni che sei qui, che non ti sei mossa di un millimetro. Sai che non possiamo fare molto altro per lui" annuisco all'indirizzo della mamma di Luca ma non mi muovo di un centimetro perché sono assolutamente convinta che se mi muovessi lui lo sentirebbe "Rimango" vado avanti così da 96 ore. Ho dormito ad intermittenza sulla sedia accanto al suo letto, dopo che i medici hanno capito che io non mi sarei mai spostata da lì, neanche se mi avessero caricata a forza per portarmi fuori. Non esiste che io me ne vada perché quando lui si sveglierà io devo essere lì. Non se si sveglierà ma quando si sveglierà perché io sono assolutamente certa che lui aprirà gli occhi. È sempre stazionario, sempre in un coma indotto anche se i medici stanno riducendo pian piano le dosi, sempre su quel sottile filo immaginario che separa la vita dalla morte. Ma io so che lui in un qualsiasi istante può tornare a vivere e quindi rimango lì, con la mano intrecciata alla sua e con la gola secca a furia di parlare con lui in una stanza completamente vuota "Chiara.." non voglio ascoltare nessuno, neppure sua madre, neppure la mia, neanche tutte le mie amiche ed i miei amici che mi hanno detto di uscire un attimo da lì per andare a mangiare qualcosa. Non esiste che io mi muova da quella stanza "Cosa ha detto il medico?"
"Che non ci sono novità. L'emorragia cerebrale si sta pian piano riassorbendo ma non sanno assolutamente nulla neppure loro"
"È colpa mia" lei per la centesima volta mi dice che non è assolutamente vero, che non potevamo prevedere che quei semplici mal di testa fossero l'anticamera di qualcosa di così tanto grave ma nessuno mi toglierà la convinzione che in qualche modo io sia responsabile di quello che sta succedendo a Luca. Quando lei esce mi alzo in piedi ed inizio a passeggiare per la stanza "Ti stai perdendo un sacco di cose sai? Devi svegliarti perché dobbiamo fare tante cose assieme..." quando mi volto verso il letto prego mentalmente di vederlo con gli occhi aperti o almeno con il monitor che mostra qualche cambiamento ma non succede nulla. Sono a pezzi, fisicamente e mentalmente, non riesco a pensare a nulla che non sia lui e quello che potrebbe succedere. Il mio telefono giace senza suoneria accanto alla sua mano immobile. Non mi importa dei mille messaggi, delle mille chiamate perse, delle mille notifiche...so che sono tutti sinceramente in ansia per lui ma in quel momento non ho la testa per preoccuparmi anche del loro dolore. È sufficiente il mio, anzi è una voragine che rischia di inghiottirmi e non c'è posto per nient'altro. Quelle ultime 96 ore sono state assurde, piene di angoscia e non posso assolutamente pensare a quello che potrebbe succedere se quella situazione dovesse proseguire. Quando alzo gli occhi al di là del vetro c'è Sangio che mi fissa. Per fortuna le norme anti COVID in quei mesi sono state quasi del tutto allentate, noi siamo stati tutti vaccinati e a turno molti dei nostri amici sono venuti a trovare Luca. Bacio Luca sulle labbra ed esco chiudendo la porta dietro di me. Mi butto letteralmente fra le braccia di Sangio, che mi stringe e mi chiede come sto "Di merda" e pensare che il giorno successivo lui avrebbe dovuto proseguire il suo primo tour cantando proprio a Milano. Le tappe di Torino però erano state spostate a data da destinarsi e probabilmente anche le successive sarebbero slittate "Novità?"
"Nulla...dopo l'operazione d'urgenza appena arrivato qui non ci sono stati molti miglioramenti o cambiamenti significativi..aspettiamo" sento dei passi dietro di noi e quando mi volto vedo Giulia "Hey" abbraccio anche lei e poi mi siedo su tre poltrone insieme a loro "Si riprenderà" la ballerina mi stringe la mano "Lo spero. Altrimenti non so come farò io" si, ho pensato al peggio perché in quelle ore ovviamente la mancanza di notizie positive ti fa immediatamente pensare al peggio "Non riesco a pensare a lui lì dentro...non ce la faccio proprio" neppure io ma quando mi volto verso la stanza Luca è effettivamente lì, con il ciuffo biondo che si distingue, completamente immobile, con mille tubi che gli entrano ed escono dal corpo, con una macchina che lo aiuta a respirare, a nutrirsi, che gli permette di essere ancora in parte attaccato alla vita "Eppure è lì, un secondo prima parlava con me e poi....è stato allucinante e..non posso impedirmi di pensare agli scenari peggiori" ce ne sono più di uno in effetti ma tutti sono accumunati dal fatto che io e lui non avremo più quello che avevamo prima. E pensare che un anno prima, a gennaio 2021, non c'era neppure un noi. C'era la casetta, il serale alle porte, io che lo guardavo stare con un'altra..a distanza di 12 mesi eravamo io e lui e senza Luca io non ero nulla "Avete una vita davanti Chiara..e lui lo sa" eppure nonostante le parole di Sangio non riesco a non pensare a noi due come ad una cosa passata. È come se ogni secondo che passa allontani sempre più da noi il nostro futuro. E se dovessi vivere solo di ricordi? Giulia e Sangio iniziano a ricordare dei momenti passati con Luca in casetta ma io li ascolto solo in parte. Per me la nostra storia, quella vera e solo mia e sua, è iniziata esattamente nel momento in cui abbiamo lasciato la casetta e abbiamo preso quel taxi per l'aeroporto. Non è stato facile ma ce l'abbiamo fatta. Sono stati mesi folli, pieni di impegni, pieni di scazzi da parte di entrambi perché tornare alla vita di prima non è stato semplice e poi la vita di prima non esisteva più alla fine. Anche andare a mangiare fuori non era più lo stesso perché le sue fan erano ovunque e per quanto adorassi il fatto che lui avesse avuto tutto quel successo a volte era impossibile anche semplicemente camminare per strada senza essere fermati ogni tre secondi per una foto o un autografo. Tornare nella sua città poi voleva dire avere fiumi di ragazzini e ragazzine che lo seguivano ovunque. Stavano appostati sotto casa e una sera era stato impossibile anche dormire dal casino. C'erano stati momenti in cui tutto quello, tutto quel cambiamento ci aveva quasi sopraffatto. C'erano state litigate epiche in cui io avevo maledetto letteralmente il giorno in cui mi ero dichiarata a Luca, rinfacciandogli il fatto che la mia vita era mille volte più semplice quando non sapevo neppure della sua esistenza. Lui dal canto suo mi aveva mandata a quel paese un numero imprecisato di volte, dicendomi che ero troppo precisina, che volevo avere sempre tutto sotto controllo e che lo soffocavo. Ci eravamo voltati le spalle mille volte ma mai avevamo rinunciato a provare a parlarci per rimediare a quello che ci eravamo detti. Avevamo sempre chiarito e alla fine eravamo sempre arrivati alla conclusione che nonostante fossimo due teste di cazzo non saremmo mai stati capaci di vivere l'uno senza l'altra. In otto mesi avevamo messo le basi di qualcosa di grande perché tutti e due sapevamo benissimo che io e lui eravamo qualcosa destinato a durare per sempre. Tutte le mattine ci alzavamo con la voglia di mettere un altro tassello per il nostro 'per sempre'. Ne avevamo fatta di strada. Avevamo festeggiato il mio compleanno, il suo, il primo natale assieme, il primo capodanno, avevamo iniziato il 2022 assieme e ora stavamo per affrontare uno di quei traguardi che nei mesi passati avevamo sempre tagliato assieme. I suoi primi live erano alle porte, mancavano pochi giorni...ora tutto mi sembrava lontanissimo, anzi mi sembrava come se tutto apparentenesse ad un'altra realtà. Ora per me esisteva solo quella stanza "Hey.." mi riscuoto dai miei pensieri e fisso Sangio "Scusa ma faccio fatica a rimanere concentrata"
"Vuoi andare a mangiare qualcosa?" scuoto la testa e poi mi alzo. Percorro quei metri che in quelle 96 ore avrò già fatto migliaia di volte. Da quella poltrona a quel vetro dove posso tenere d'occhio il suo letto, il monitor, il suo profilo immobile, i suoi occhi chiusi "Hanno detto qualcosa?"
"No, non sanno assolutamente la causa. Sono semplicemente cose che capitano" alzo le spalle "E se fosse colpa mia?" anche Sangio e Giulia mi dicono che sono completamente folle a pensare una cosa del genere ma io non riesco a non darmi la colpa di quello che sta succedendo "Non ce la faccio a pensare...insomma se..?" non ho mai fatto ad alta voce quella domanda perché ho una paura tremenda che se uscisse dalle mie labbra diventerebbe ancora più reale, molto più di quanto non lo sia già. Non ascolto la loro risposta perché non ce la faccio proprio a sentire un'altra volta una cosa tipo "..ma vedrai che starà bene..". E se non succedesse? Che cazzo farei? Non riuscirei a mettere piede in una stanza per ballare perché ormai associavo la danza a lui, alle mille volte che avevo ballato per lui, magari una delle sue canzoni, spesso e volentieri in una stanza chiusa a chiave. Me lo chiedeva spesso di improvvisare un balletto per lui, come io gli chiedevo spesso di cantare i suoi pezzi solo per me. Era qualcosa di solo nostro, un angolo appartato e speciale in mezzo al casino assurdo delle nostre vite. Come avrei fatto a ballare di nuovo? Mai avrei pensato di dire una cosa del genere ma senza di lui non sapevo neanche se avrei ripreso a ballare. Sarei come morta, non solo una parte di me se ne sarebbe andata con lui ma tutto di me sarebbe magicamente evaporato come neve al sole. Sarebbe rimasto solo un involucro vuoto.
"Svegliati Luca per favore..." mentre Sangio e Giulia ci fissano dal vetro prendo la sua mano e mi siedo accanto a Luca sul letto immacolato. Gli scompiglio il ciuffo e una lacrima rotola lungo la mia guancia, andandosi ad accumulare con mille altre uguali che ho versato in quei due giorni "Non farmi cantare che sono stonata da morire anche se tu dici che non è assolutamente vero" cerco di sorridere ma non ce la faccio proprio. in quei quattro giorni ferma immobile in quella stanza le ho provate tutte. Gli ho parlato, ho anche canticchiato qualcosa, convinta di quello che continuo a ripetere a me stessa e a tutti quelli che me lo chiedono. Luca si sveglierà, anche se avrebbe già dovuto farlo perché i farmaci sono stati diminuiti abbastanza da permettergli di aprire gli occhi "Amore mio.." ormai non so più cosa dirgli...scoppio a piangere, con i miei due amici che mi fissano al di là del vetro con gli occhi pieni di lacrime anche loro. Quanto è cambiata la mia vita in un anno..fisso Luca e quel senso di angoscia perenne torna a ruggirmi nel petto. Quando accade mi torna alla mente il perché in 24 anni di vita non avevo mai permesso a nessun'altra persona di avvicinarsi così tanto a me come ho permesso di farlo a Luca. Non avrei mai pensato di stare così male come in quegli istanti ma non ero mai neppure stata così bene come in quegli ultimi 8 mesi. Stare con Luca è un'altalena continua di emozioni, com'è nella sua indole poi. È un ragazzo che un attimo prima ride e scherza e il secondo dopo torna serio e si fa mille film mentali su qualcosa che poi capisce solo lui. Vivo letteralmente per i mille momenti magici che riesce a farmi vivere. Le mille sorprese, a volte anche stupide ma che mi riempiono il cuore di quella sensazione che mi ha fatto provare anche la primissima volta in cui abbiamo incrociato lo sguardo "Chiara.." non mi sono neppure accorta del medico che è entrato "Si.." lui mi fissa ma non è il solito sguardo. Stringo la mano di Luca sperando che lui me la stringa in risposta, che dia un minimo segno di ripresa, che smentisca lo sguardo del medico che non sa assolutamente da dove cominciare. Gli ho sempre chiesto di essere diretta e schietta nei miei confronti ma so che per quello che mi sta per dire non c'è un modo diretto e schietto di parlare "Luca è ufficialmente in coma..non un coma indotto da noi ma un coma da cui solo lui può svegliarsi.." annuisco e mi preparo a quello che verrà non sapendo assolutamente che quello che mi aspetta è mille volte peggio di quello che ho appena vissuto in quelle ultime 96 ore..NdA I prossimi capitoli sono già tutti pronti quindi ne metterò uno ogni sera, prometto che dopo alcuni parecchio negativi tornerà il sereno. Fatemi sapere cosa ne pensate
Io intanto sono già alle prese con una nuova storia che metterò a breve..
Baci