Gettysburg

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19 novembre 1863

Emma ed Arthur erano in viaggio da ben quattro giorni, erano diretti a Gettysburg, in Pennsylvania, per presenziare al discorso di Lincoln.

Avevano attraversato tanti stati e cambiato decine di diligenze, ma la stanchezza sembrava non arrivare né farsi sentire.

Erano giovani, innamorati ed eccitati all'idea di assistere ad un discorso presidenziale.

Era il loro primo viaggio insieme, la loro luna di miele ed Emma aveva il cuore a mille per la gioia di stare accanto a suo marito.

Erano arrivati in città verso sera, appena scesi dalla diligenza si erano recati nell'albergo di fronte al saloon.

Avevano preso la camera, chiesto al facchino di portare le valigie ed ordinato delle succulenti bistecche con patate.

Emma si era spogliata per immergersi nella tinozza colma di acqua calda e sapone, non vedeva l'ora di togliersi di dosso la polvere e riscaldarsi un poco.

Il clima della Pennsylvania era totalmente diverso da quello della Louisiana, molto più caldo ed umido.

"Hai freddo, piccola?" 

Suo marito glielo aveva domandato con una strana luce negli occhi ed un sorrisetto beffardo stampato in viso.

"L'acqua è calda, ma per scaldarmi occorre molto di più" aveva risposto sbattendo le lunghe ciglia con fare angelico.

Arthur adorava il modo di fare di sua moglie, una creatura dolce, romantica e sensibile nella quotidianità, ma passionale ed infuocata a letto.

"A questo posso rimediare io" replicò slacciando il cinturone in argento e togliendosi, dinnanzi a lei, stivali e pantaloni

Entrò nella vasca facendo traboccare mille goccioline di schiuma che si riversarono sul pavimento di legno scuro della camera.

"Lo sai che poi ci toccherà asciugare?" esclamò con gli occhi che le ridevano per il divertimento.

Arthur la baciò con ardore, la sua lingua si fece spazio tra le labbra curate e morbide di sua moglie mentre le sue mani perlustravano ogni centimetro della pelle abbronzata della sua donna.

Fecero l'amore con passione restando abbracciati nella vasca fino a quando il calore dei loro corpi gli permise di non sentire il tepore dell'acqua che si andava via via raffreddando.

Si vestirono velocemente ed attesero il cameriere dell'albergo con il carrello delle ordinazioni.

Emma mangiò di gusto la sua bistecca mentre suo marito le rubava per gioco qualche patatina nel piatto.

Andarono a dormire subito dopo cena poiché il giorno seguente avrebbero dovuto seguire molte celebrazioni che sarebbero durate fino a sera tarda.

Si svegliarono a metà mattinata, si vestirono ed uscirono in fretta diretti al luogo in cui si sarebbe tenuto il discorso.

"Il signor Arthur Blake Quinn?" gli domandò lo sceriffo della contea non appena arrivati.

Arthur guardò negli occhi sua moglie non riuscendo a comprendere cosa stesse succedendo.

Lo sceriffo li pregò di seguirli e li fece salire sul palco presidenziale.

"Credo ci sia un'errore" disse rivolto allo sceriffo che ribadì che non vi era alcun errore e la decisione era stata presa dal presidente stesso.

Si sedettero con il cuore in gola per l'emozione ed ascoltarono attentamente le parole di Abramo Lincoln.

"Ottantasette anni fa i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile...che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l'idea di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra" (*)

Al termine dell'applaudito discorso Lincoln si voltò verso Arthur e gli chiese di raggiungerlo sul podio d'onore.

Arthur prese la mano di sua moglie e gli sussurrò un "insieme" nell'orecchio.

Una lacrima solcò il viso di Emma che non immaginava un tale gesto da parte di suoi marito.

"Ho l'onore di presentarvi i signori Quinn, due proprietari terrieri della Louisiana"

Un sommesso brusio accolse le parole del presidente.

Era improponibile ospitare due sudisti alla convention nordista!

"I signori Quinn" proseguì senza indugio "hanno concesso ogni tipo di libertà ai loro schiavi. Nelle loro piantagioni non esistono fruste né punizioni e gli uomini vengono stipendiati come un qualsiasi lavoratore"

Le parole di Lincoln colpirono i presenti, Emma notò qualche donna presente al Congresso asciugarsi le lacrime con il fazzoletto e gli uomini abbassare il cappello in segno di rispetto nei confronti di suo marito.

Arthur prese la parola e si rivolse al pubblico presente.

"Io e mia moglie non siamo persone straordinarie. Noi crediamo nella parità dei diritti e nell'uguaglianza. Pensiamo che nessun uomo può arrogarsi il diritto di sentirsi superiore rispetto ad un suo simile. Emma ed io non crediamo nelle etichette, per noi non esistono nordisti o sudisti, ma solo degli esseri umani con pari dignità"

Uno scroscio di applausi accolse l'accalorato discorso di Arthur che si rivolse a sua moglie e, guardandola intensamente negli occhi , concluse dicendo "ed io non sarei ciò che sono senza di lei"

Emma scoppiò a piangere, si coprì gli occhi con le mani poi si buttò tra le braccia di suo marito.

"In realtà sono io che devo dirti grazie per avermi fatto diventare ciò che sono" rispose a suo marito.

Si voltò verso il pubblico incuriosito dalle sue parole e diede loro la spiegazione che attendevano.

"Fino allo scorso anno ero una persona molto diversa. Una sudista di razza, altezzosa e superba, che si credeva superiore ai suoi schiavi e non elemosinava di certo grida o punizioni"

Un coro di "oh" esplose sulla bocca del pubblico.

"Ma" riprese stringendo forte la mano di suo marito "il destino aveva dei progetti per me. Ho scoperto di essere una mezzosangue e sono stata venduta assieme alla piantagione di cui mi credevo proprietaria. Arthur mi ha comprata e mi ha fatto capire come vive e cosa soffre uno schiavo strappato dalla sua famiglia e dalla sua terra. Gli devo la vita e non finirò mai di essergli grata per aver trasformato la mia esistenza "

Applausi ancora più scroscianti di quelli che avevano accolto Arthur la travolsero come un fiume in  piena.

Fu una vera e propria ovazione.

Il presidente Lincoln si avvicinò alla coppia, strinse la mano ad Arthur e baciò quella di Emma.

"Avete ragione, non dovranno più esistere schieramenti e fazioni, ma un solo popolo in cammino verso la pace".

Il resto della celebrazione si svolse nel palazzo presidenziale.

Verso mezzanotte fuochi d'artificio tinteggiarono il cielo di rosso e di blu.

Arthur si avvicinò a sua moglie intenta a vedere il gioco di colori, la strinse a se, le prese il viso tra le mani e le disse "piccola, mi hai reso l'uomo più felice della terra"

Lei si lasciò baciare con il cuore che stava per esploderle nel petto tanta era la gioia che stava provando in quel momento.

Avevano superato tante difficoltà, ma alla fine, la vita gli aveva donato il regalo più prezioso.

L'amore!

Emma ed Arthur vi salutano e vi ringraziano per aver condiviso le loro peripezie mentre la sottoscritta, con gli occhi a cuoricino 😍ed i fazzoletti a portata di mano 🤧vi invita a seguirla nel suo prossimo racconto: La Città degli Angeli. Grazie di cuore per i voti, i magnifici commenti ed i preziosissimi consigli💖


*Estratto dal vero discorso di Lincoln a Gettysburg

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