Light Academy

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"Just being who we are, we are alive."
Fireflight ~ We Are Alive

Il giorno dopo arrivai a Portland.

Ero così lontana dal luogo che è stato "casa" mia per tutti questi anni...e mi è tutto così estraneo.
Il fatto di essere sola mi fa entrare nel panico.
Proprio come quando mi sono svegliata nel letto della signora Dehn e non avevo alcun ricordo.

Il vuoto totale.

È stato brutto periodo.

La signora Madness, che mi ha accompagnato durante il viaggio, ormai mi aveva lasciata sola nella casa d'accoglienza.
Avevo massimo un mese per trovarmi un lavoro e pagare l'affitto della stanza, o con un pò di fortuna comprarmi un appartamento tutto per me, ma potevo solo sognarmelo.
Non che mi lamentassi.
Avevo una stanza tutta per me -un pò deprimente, lo ammetto-, mangiavo gratis (anche se non potevo decidere quando e cosa mangiare) e avevo un piccolo bagno, ma mi bastava.
La cuoca era una donna bassa e paffuta, non cucinava un gran ché ma era simpatica.
Non mi lanciava occhiatacce come le altre.
Le ragazze che sembravano avere più o meno la mia età, mi evitavano, ma notavo ogni tanto i loro sguardi curiosi e allo stesso tempo disprezzanti.
Le donne più anziane mi guardavano con compassione, ma non mi parlavano nemmeno loro.

Era tarda sera, il giorno seguente avrei cercato un lavoro.

• • •

Mi svegliai molto presto, esageratamente presto, ma con l'ansia che avevo non riuscivo a riaddormentarmi piú.
Mi infilai un paio di jeans scuri e un maglione leggero lilla.
Mi infilai le uniche scarpe sportive che avevo e andai in bagno.
Dopo che mi diedi una rapida sciacquata al viso e lavato i denti, presi il mio borsone e uscii dalla stanza chiudendola a chiave.

Andai verso la cucina cercando di non fare rumore.
Non c'era nessuno in giro a quell'ora.
Aprì il frigo e presi una mela, sperando che nessuno se ne accorgesse.
Corsi sulle punte dei piedi fino all'ingresso e me ne andai di fretta senza neanche avere una mappa di quel luogo sconosciuto (non chè conoscessi un granché Los Angeles, dato che non ci davano mai il permesso di uscire da sole dall'orfanotrofio).

Presi una strada a caso e iniziai a camminare, finche arrivai in un parco.
Mi sedetti in una panchina, pregando che arrivasse qualcuno e mi desse indicazioni.
Ma niente.
Aspettai non so quante ore finche vidi una vecchia signora avvicinarsi.
Aveva i capelli grigi e diverse rughe nel viso magro e nelle mani scheletriche, con cui teneva un ombrello (pur non essendoci pioggia o nubi minacciose).
La signora mi scrutò un attimo e poi sorrise avvicinandosi.
Mi alzai.
«Scusi signora, mi sa dire dove posso comprare una cartina della città?»
Nessuna risposta.
Ormai arrivata di fronte a me la signora si decise a parlare.
«Oh cara, basta che prosegui dritto per di là e poi svolti a destra.» disse dolcemente.
«Grazie tante...»
Stavo per andarmene, quando mi afferrò un braccio.
Mi voltai verso di lei, che stava ancora sorridendo.
«Quanti anni hai, tesoro?»,mi chiese.
«Da poco diciotto...»
Il suo sorriso si allargò.
«Ti piacerebbe frequentare un'accademia? È fuori città, non molto distante, e inoltre ha un dormitorio.»
Un'accademia?
Solitamente ho sempre studiato in camera mia e non è che fossi tanto adatta per frequentare un'accademia... peró non dovrei pagare per avere una stanza e potrei anche studiare...
«Uhm...non saprei.»
«Mia nipote la frequenta, potrei parlargli di te e ti aiuterebbe a integrarti e a farti recuperare le lezioni.»
Stavo per risponderle ma non mi diede il tempo.
«È un'accademia prestigiosa, imparerai molte cose...»
Mi guardò supplichevole.
«Che ne dici?»
«Ok.», mi convinsi.
La donna mi prese la mano e vi appoggiò un foglio di carta con scritto un numero di telefono e un indirizzo di casa.
«Domani mattina. Fatti trovare all'ingresso di casa mia alle otto in punto, con tutte le valigie.»
Come se avessi tutte 'ste valigie...
«Ti porterò io fino all'accademia.»
Annuii e infilai il biglietto nella tasca dei jeans.

Comprai la cartina più economica che avevano in edicola e tornai nella casa di accoglienza.
Avvertii che il giorno dopo me ne sarai andata e tutte mi guardarono, stupite del fatto che ero rimasta li per così poco tempo, ma nessuno chiese nulla.

Rimisi tutte le mie poche cose nella mia piccola valigia rosa e mi chiusi in camera, addormentandomi quasi subito.

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