Diciottenne

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"And your heart, is a stone.
Buried underneath your pretty."
Girls like you ~ The naked and famous

Los Angeles, 10 anni dopo.

Lydia, Lydia Hill.
Per quel che so, questo è il mio nome.
Oggi è il mio diciottesimo compleanno e finalmente me ne andrò da qui.
Non ho ricordi del mio passato, prima di essere stata portata in quest'orfanotrofio, quando avevo otto anni.
È stata la signora Dehn, amica della mia nonna defunta, ad avermi trascinata a Los Angeles.
Il mio unico ricordo (che risale a otto anni fa), prima di essermi risvegliata nel suo letto, è il volto terrorizzato di mia nonna e poi delle urla nel buio.
Quando mi sono svegliata e mi sono ritrovata in quella casa ho chiesto alla signora Dehn cosa fosse successo, ma lei mi ha solo detto che mia nonna ha avuto un infarto ed è morta, così lei quando è venuta a trovarci ha trovato mia nonna morta e me svenuta, probabilmente per lo shock, e così mi ha portato a casa sua.
Ma non credo mi abbia detto del tutto la verità.
Comunque sia, adesso dovrò cavarmela da sola.
Ormai ho diciott'anni e non posso rimanere più in quest'orfanotrofio.
Devo cercarmi un lavoro e trovarmi una sistemazione.

Qua non ho molti 'amici'.
Per colpa del mio aspetto, tutti mi evitano e inventano storie assurde su di me.
Tutto ciò solo per il fatto che ho i capelli blu.
Non sono tinti, è proprio il mio colore naturale.
Nessuno nasce con dei capelli blu, quindi nessuno mi crede quando dico che non sono tinti e alcuni sono persino terrorizzati da me.
Ma non ho fatto nulla per meritarmi tutto ciò...
Inoltre le mie labbra rosate sono in netto contrasto con la mia pelle bianca.
Ma quando dico bianca, significa proprio bianca.
Bianca come la neve.
Ma per il resto tutto nella norma.
Alta un metro e settantatré, snella e occhi tendenti al grigio.

Le uniche amiche che mi sono fatta sono le gemelle Catherine e Lilia, che seppur identiche (a eccezione dei capelli tinti di nero di Lilia) hanno caratteri totalmente differenti.
Catherine è una ragazza bionda,con occhi verdi, è dolce, ma anche eccentrica.
Non sta un minuto zitta ed è un uragano di energia, ma è simpatica e non mi giudica.
Lilia é una punk, fissata con la musica rock e metal, e a volte è un po' scontrosa, peró nelle sue "giornate sì" è simpatica e persino divertente, e non è il tipo che s'impiccia degli affari altrui.
Oltre a loro due, c'è pure un ragazzo con cui ho fatto amicizia.
Si chiama Daniel.
Occhi blu, capelli biondo scuro, un anno più grande di me.
È stato il mio primo amico.
Quando sono arrivata qua ero disorientata e nessuno mi spiegava il perchè io non ricordassi nulla.
Tutti dicevano che era causa dello shock subito e che prima o poi mi sarei ricordata tutto, ma così non è stato.
Daniel non mi ha mai chiesto nulla.
Ne del mio aspetto stravagante, ne del mio passato.
Un giorno venne da me e mi chiese «diventiamo amici?», quando vidi lo sguardo sincero e gentile di quel bambino, non potei fare a meno che sorridere.
Pian piano ci siamo conosciuti, e spesso ci vedevamo di nascosto (dato che non è concesso alle ragazze di andare nel dormitorio maschile e viceversa).
Poi un giorno, quando avevo quattordici anni, una donna lo prese sotto affidamento (anche se è strano dato che aveva ormai compiuto quindici anni) e io non lo rividi più.

«Hai finito in bagno?» urlò da dietro la porta Teresa, la mia compagna di stanza.
«Ho quasi finito.»
Teresa è una ragazza che sa il fatto suo.
Sta tutto il tempo sui libri e non mi rivolge la parola.
Ho cercato qualche volta di socializzare con lei, ma in tutti questi anni non ci sono riuscita.
Ma d'altronde non fa così solo con me.
Sembra avere qualcosa contro gli esseri umani in generale.
Ma mi va bene così.

Uscii dal bagno e mi vestii più in fretta che potevo.
La signora Severin mi aspettava di sotto per accompagnarmi alla stazione.
Sarei stata a Portland, in una casa-accoglienza.
Giusto il tempo di trovarmi un'occupazione per potermi comprare una casa tutta per me.

Mi infilai le scarpe e chiusi la valigia.
Ero pronta.

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