309

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"I'm gonna live like tomorrow doesn't exist."
Chandelier ~ Sia

All'interno dell'accademia le piccole finestre emanano una luce ancora più potente della luce esterna, contrastando lo stile gotico al di fuori delle mura.
Al momento il corridoio illuminato è deserto.
Probabilmente gli altri studenti saranno a lezione.

Aden mi trascina saltellando euforica fino agli armadietti, talmente bianchi da sembrare appena verniciati, e tira fuori una chiave dalla sua tracolla.
«Questa è la chiave del tuo armadietto,tieni.» disse porgendomela.
La presi e iniziai a cercare l'armadietto 309.
Dopo un po' lo trovai.
Lo aprii.
C'era uno specchio al lato interno dello sportello e un adesivo viola rotondo con scritto "Light Academy" in diversi colori.
Per il resto era vuoto.
«Puoi mettere qua i tuoi libri.» mi spiegò Aden.
«Ma io non ho libri.»
«Oh, non ti preoccupare. Te li daranno in biblioteca.»
Aden chiuse di scatto il mio armadietto, sbattendomi quasi lo sportello in faccia, e continuò a trascinarmi lungo il corridoio.
«Dove stiamo andando?» chiesi, quasi inciampando per tenere il suo passo.
«Dalla preside» disse enfaticamente.
«Ti darà l'autorizzazione per prendere i libri e ti dirà qualcosa sulla Light Academy.»
Annuii lentamente.

Dopo aver attraversato due lunghi corridoi, svoltammo a destra e arrivammo in presidenza.
Aden bussò alla porta.
«Entrate pure.»
La voce roca era di una donna sulla sessantina.
Aveva qualche ruga e i capelli lunghi e bianchi, con due trecce che le facevamo da coroncina.
Indossava un lungo abito blu notte che le copriva i piedi.
Appena mi vide entrare dalla porta insieme ad Aden fece un dolce sorriso.
«Oh, ti stavo aspettando»,disse.
«Mrs. Potinson mi ha informato del tuo arrivo. Sono davvero contenta di averti qui.» sorrise raggiante.
Cercai di ricambiare il sorriso.
«Oh scusami, non mi sono presentata. Io sono la Preside di quest'accademia. Edenis Div Fender, ma puoi chiamarmi semplicemente Edenis.» disse porgendomi la mano.
«Lydia Hill» dissi stringendogliela.
«Lo so già.»
La cosa mi lasciò un po' perplessa.
Sia lei che la Potinson sapevano il mio nome.
«Ah, me l'ha detto Mrs.Potinson quando ha chiamato» disse Edenis quando notò la mia espressione.
Non capivo lo stesso come la signora Potinson conoscesse il mio nome.
Decisi di pensarci più tardi.
«Credo che Potinson ti abbia parlato degli orari.»
Annuii.
«Bene. Allora, questa è l'autorizzazione per prendere tutti i libri che ti occorrono in biblioteca» disse porgendomi un foglio.
«E questa è la cartina dell'accademia, nel caso ti dovessi perdere.»
«La ringrazio.» dico, afferrando i fogli.
«Accompagna Lydia al dormitorio, così può sistemare le sue cose.» dice la preside parlando con Aden.
Aden annuisce e dopo un breve saluto usciamo dalla stanza.
«Oh, per arrivare al dormitorio dobbiamo uscire dall'accademia.» mi informa.
Pensavo fosse qua stesso.

Usciamo dalla Light Academy e arriviamo nel cortile posteriore, dove andando più avanti ci ritroviamo in una stradina in mezzo a un bosco.
Appena finiamo il -non breve- percorso, sbuchiamo di fronte un edificio.
Direi che sia abbastanza normale.
Colori chiari, qualche albero di ciliegio,struttura moderna, nulla a che vedere con lo stile dell'accademia.

Entriamo, saliamo una rampa di scale e arriviamo di fronte a un lunghissimo corridoio in cui ci sono solo porte in legno.
«La tua stanza è quella, la 309. Corrisponde al numero tuo armadietto.» dice Aden, indicando una porta alla mia destra con il numero in rilievo.
«Devi usare la stessa chiave» spiega.
Annuisco e inserisco la chiave nella fessura della porta, che si apre con uno scricchiolio.
L'interno della stanza è molto carino, e di sicuro più spazioso della mia vecchia stanza dell'orfanotrofio.
Le pareti sono di un bianco opaco e i mobili in legno.
C'è un armadio all'angolo, grande abbastanza per i miei pochi vestiti, un letto singolo con delle coperte a fantasia floreale, una scrivania vuota e una finestra scorrevole da cui si vede l'accademia in lontananza, immersa nella boscaglia.
Poi mi giro e noto che c'è un'altra porta.
L'apro curiosa.
È un piccolo bagno.

È tutto molto minimalista, ma presto spero diventerà zeppo di ogni oggetto più strano.
Qua ho tutto ciò che mi serve.
Non potrei chiedere di più.
Sorrido girandomi verso Aden che mi osserva divertita.
«Ti piace?»
«È fantastica!» quasi urlo.
Aden sorride.
«Aspetta un'attimo qui!»
Neanche il tempo di rispondere, che si fionda fuori dalla porta per andare non so dove.
Tre secondi dopo arriva come una furia col fiatone e mi prostra ciò che dovrebbe essere un'uniforme.
«Ecco. Mettiti quest'uniforme scolastica.»
La prendo e la osservo.
È un pó diversa da quella di Aden.
Una gonna nera lunga fino a sopra il ginocchio, una camicia leggera bianca,una maglioncino blu e una cravatta sul rosso-prugna.
Aden appoggia nel letto anche due paia di calze nere, un paio lunghe e l'altre fin sotto il ginocchio, e nel pavimento di parquet un paio di scarpe nere simili alle sue.
«L'ho scelta io appositamente per te. Spero ti piaccia.»
«Molto bella.» affermo annuendo distrattamente.
«Ma come mai la tua è diversa?» chiedo curiosa.
«Oh be', io sono nella classe avanzata, ma comunque se vuoi fare qualche modifica alla divisa fai pure.» spiegò cauta.
«Oh no, mi piace così.» risposi sorridendo gentilmente.
«Uh bene. Allora ora ti lascio sola. Se devi chiedermi qualcosa la mia stanza è in fondo al corridoio, la numero 292.» disse saltellando.
«Va bene».
«Ci vediamo dopo,ora vado a lezione.»
«A dopo.» dissi, parlando alla porta aperta e...al vuoto.
Era già volata via.
Che ragazza.

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