tra due mesi.

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Da questo momento in poi la storia sarà scritta in terza persona.

Radente,ascoltava in silenzio il battito del suo cuore,la ninna nanna giusta per il suo sonno, e quando stava per cadere nel sonno profondo la voce del suo ragazzo lo svegliò.
-Freddy- mai la sua voce gli era parsa più fastidiosa
-mh- Si limitò a mugulare con la testa nel cuscino
-devo parlarti- con gesto impaziente si passò la mano tra i capelli corti
-dimmi - quasi strascicate le parole uscirono a tentoni. Ma per sapere di cosa si tratta sarebbe meglio tornare indietro.

***

La lettera giaceva sulla scrivania mezza stroppiciata,in fondo lui sapeva che sarebbe arrivato il momento,che tutto sarebbe cambiato.Si avvicinò al tavolo lentamente per poi buttarsi in rifiuto sulla sedia mentre le sue mani,tremando,aprivano la busta. La scrittura appariva sbiadita e a tratti illeggibile ma il messaggio era chiaro

Tra pochi giorni sarebbe andato in guerra

Crollò sulla sedia,nel suo studio afoso per via del caldo, la lettera ormai a brandelli era sparpagliata ai suoi piedi. Si sentiva l'aria mancare, l'idea di poter morire e perdere Fred lo uccideva prima del tempo. Doveva dirglielo.

***

Un colpo forte al torace,ecco come gli erano sembrate le sue parole,un colpo che non perdona,ti manda in trans per qualche secondo e speri di essere morto per non scontrarti con il dolore del presente. Ma quando Fred aprì gli occhi la notizia non era scomparsa, come lui sperava.
- era quello che volevi - bisbigliò a pochi centimetri da lui
-prima di incontrare te Fred- gli prese il mento tra le dita affusolate in modo che i loro occhi si incontrassero
-Prima di avere una ragione per restare- trattennero il fiato per un minuto entrambi,senza saperlo veramente.le labbra di Hans baciarono Fred,prima il collo,poi la mascella,la guancia e infine le labbra,come petali di rosa si aprivano al suo tocco. Una mano del più piccolo andò dietro la testa dell'altro incoraggiandolo con i movimenti. Il castano trafficò con la maglia mentre tentavano di tranquillizzare gli animi. Si ritrovarono presto ad amarsi,sotto quella notte fredda prima della loro vera separazione.Le loro labbra si cercavano insistentemente mentre le mani esploravano il corpo dell'altro senza sosta, i sospiri si alternavano a parole d'amore sussurrate tra baci fugaci,in cerca di qualcosa di più eccitante. Si incastravano perfettamente i pezzi mancanti di entrambi, un leggero succhiotto sul collo di Fred, i graffi sulla schiena di Hans che segnavano quella notte. Il più piccolo inarcava la schiena e si lasciava andare al piacere che il suo ufficiale gli regalava.

***

Lesse la lettera svariate volte per esserne sicura, lei non era pronta, sarebbe morta e aveva una fottuta paura di non farcela. Corse verso la sede centrale superando a spallate chi provava a fermarla.

-questo non è possibile - la porta si spalancò sorprendendo la Smith intenta a parlare con Hans, si voltarono entrambi sconvolti in viso
-di cosa parla Bianchi - il tono risoluto della Smith non faceva altro che farla infuriare di più
-di questa - Emma indicò con enfasi la lettera che ora giaceva stroppiciata sulla scrivania.
-ebbene-
-lo sa meglio di me che non sono pronta- la voce carica d'ira sembrava lontana  alle orecchie di Hans che totalmente assorto nei suoi pensieri si trovava a pensarla allo stesso modo ,Emma sarebbe morta facilmemte.
-Ha ragione non può farcela,non addesso almeno- Hans diede vita ai suoi pensieri senza realmente farci caso, era coinvolto emotivamente.
-c'è sempre una prima volta, si ricordi Bianchi a un'azione corrisponde sempre una reazione...- l'ucciale fu interrotta dalla risata di Emma che ora si teneva la pancia sotto lo sguardo confuso di Hans.
-Oh mio dio ... è per lei non è vero.-  la Smith puntò gli occhi a terra cercando di essere indifferente
-non capisco di cosa tu stai parlando -
-Oh andiamo,è Hanna il problema ,non digerisci il fatto che ti abbia rifiutato e ora mi punisci- Continuò a scuotere la testa mentre Hans pareva sempre più confuso di prima
-tu...Tu sei lesbica- decretò dopo svariati minuti
-Oh pensavo te ne fossi reso conto prima- Emma liquidò velocemente le varie domande che seguirono continuando a concentrarsi sul problema che le era di fronte
-ammettilo mi vorresti - sibilò il soldato bianchi a pochi centimentri dalla Smith, era la prima volta che Hans la vedeva in difficoltà e non poté non sfuggirgli un
-Oh mio dio- di sorpresa, troppo sconvolto per dire qualcosa.
-recupera l'ufficiale Müller e vattene-
-Va bene - Emma trascinò per il colletto Hans fuori dalla porta ma prima che potesse andare non riuscì a trattenersi
-Non finisce qui-  intimò Emma
-non puoi minacciarmi- Rispose la Smith quasi ringhiando
-Oh vuoi espellermi,andiamo fallo mi rendi solo più felice di così,qualsiasi cosa pur di starti lontana -  La donna strinse forte la scrivania alle sue spalle ,le nocche delle mani erano bianche ,si girò di scatto dando le spalle ad Emma
-vattene- sussurò in tono gentile
-tu Non puoi rovinarmi la vita ogni giorno -
-vattene-
-Non puoi farmi questo,Margaret rispondi- Emma aveva urlato il suo nome, e si rese conto di averla chiamata per nome per la prima volta
-VATTENE- urlò rossa in viso Margaret ,il suo petto si alzava e abbasava velocemente,i suoi occhi grigi erano spenti avevano perso il luccichio che li rendevano  unici,e Emma non poté non sentirsi in colpa per questo, le aveva sconvolto la vita ma Margaret aveva rovinato la sua.

***

Sconvolta per come erano andate le cose,la sua armatura perfetta era crepata fino a crollare e la sua carne non era mai stata così indifesa e vivida infilzata da mille spade, la sua carnefice era la ragazza che le permetteva di guarire. Guardava con espressione assente la figura di Emma che montava sulla  Geep con un bagaglio in spalla,sapeva benissimo dove stesse andando eppure si sforzava di non pensarci.

Per la prima volta era stata rifiutata.Non si era sentita all'altezza e faceva male soprattutto quando lo volevi con tutta te stessa. La porta cigolò piano mostrando una figura esile e alta dietro di essa.
Margaret sospirò sopraffatta e si Lasciò andare ai singhiozzi  mentre delle braccia raccoglievano il suo dolore
-Margaret...- 
-Hans -  si limitò a sussurare con la faccia premura contro il suo petto
-Hans mi dispiace per te e Fred ma sei il nostro uomo migliore- il ragazzo sospirò continuando a stringere la donna
-non importa ora- poggiò le sue labbra sulla sua fronte e la strinse più forte
-non importa-

Non poteva sentirsi più incolpa,  togliere a suo fratello la sua unica felicità. 

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora