Epilogo: Something Like That

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Harry ci mise quasi un anno a cominciare ad indossare delle magliette in casa. Erano morbide e di cotone, e generalmente, grigie o blu, e Louis le amava così tanto che gli veniva voglia di piangere.

Amava Harry così tanto che gli faceva venire voglia di piangere.

Dopo che Harry ebbe abbandonato il suo lavoro, Louis aveva pubblicato il suo primo libro. Non era stato lontanamente ciò che pensava sarebbe stato. Era troppo personale e troppo intimo, una serie di racconti che parlavano della vita di un giovane uomo con problemi mentali che si immergeva in una nuova città. Il New York Times lo descriveva in questo modo: ''È un libro che non si trattiene quanto a vulnerabilità, con la sua narrativa scorrevole e spesso affascinante, la fragilità e l'enormità dei suoi piccoli momenti.''

In quel preciso momento aveva pensato di aver fatto qualcosa di buono.

Durante quei giorni, era solito ripercorrere con la mente alcuni ricordi: Supereroi e coroncine di carta da re. Possibilità contro cose impossibili. Fuochi d'artificio che esplodevano nel cielo in un unico solo istante.

Continuava a tenere il suo diario e a scrivere storie. E quando le parole non erano abbastanza, guardava Harry dipingere o permetteva all'altro di dipingere sul suo corpo, ed era proprio come l'inizio di tutto, solo che era meglio.

Continuava a fumare, solo che fumava di meno. Continuava ad avere gli attacchi di panico, solo che questi erano diminuiti. Harry continuava ad indossare camicie abbottonate fino al collo, ma capitava più sporadicamente e alla fine era proprio quello il punto, no?

Non è possibile incontrare qualcuno e renderlo improvvisamente perfetto, ma lo si può incontrare e renderlo migliore. Capita di incontrare una persona e permettere a te stesso di stare un po' meglio. E forse non ne hai bisogno – forse potresti essere capace di aiutarti da solo, con le tue forze – ma Louis pensava che un piccolo aiuto non sarebbe stato poi così male.

Anzi, era bello.

Tutti quanti hanno bisogno di un supereroe.

* * *

Louis portò Harry in California, dove l'affitto era più alto così come lo era la marea, dove le onde si infrangevano sulle rocce e il cielo era blu ed infinito.

Sua mamma lo aveva chiamato in occasione dell'uscita del suo libro, le sue sorelle erano a conoscenza di ogni suo spostamento e adulavano le opere d'arte di Harry.

C'è uno studio, gli aveva detto una volta una di loro, nei pressi delle scuole medie, ad un chilometro di distanza circa. Stanno cercando degli insegnanti.

Quando lo aveva detto ad Harry, il ragazzo gli rispose di non saperne nulla, ma quando più tardi, quella sera, lo baciò, lo fece sorridendo e Louis pensò che doveva significare qualcosa.

Era uno scrittore dopotutto.

Per lui ogni cosa doveva avere un significato.

* * *

Era sabato e stava svoltando le pagine di alcuni suoi vecchi diari, quando Harry arrivò da dietro, poggiando la testa sulla sua spalla, con i ricci che gli ricadevano sulle spalle, solleticandogli le clavicole.

Era arrivato alla pagina in cui scriveva Ti amo – quando aveva trovato finalmente il coraggio di scrivere quelle parole.

Le pareti del loro piccolo appartamento erano una fusione di blu e oro, e Louis si voltò e indietreggiò abbastanza da poter prendere il volto del suo ragazzo a coppa tra le mani, accarezzandone con i pollici le guance mentre lo guardava negli occhi. I suoi capelli erano ancora arruffati e la maglietta grigia spiegazzata, ma sul suo viso erano dipinti i segni del mattino, la luce pallida della luna e il rosa delicato dell'alba, un insieme di luci e ombre che bagnavano la sua pelle come un acquerello.

E Dio, pensò Louis non per la prima volta.

Harry Styles era arte.

Non era quel tipo di arte che le persone realizzavano per renderla nota e riconoscibile.

Harry era arte in continuo movimento. Harry era vivo. Cambiava costantemente e stava cambiando il mondo – Louis ne era sicuro – e stava cambiando anche lui ogni giorno di più.

Harry non era un dipinto in un museo, quello che bisogna pagare per vederlo per poi non farlo mai più.

Harry era arte così come lo sono le meteore.

Harry era arte nello stesso modo in cui lo sono le tempeste.

Era arte così come lo è il respiro accelerato e il lanciare un urlo dalla cima di una montagna.

Era arte come lo è svegliarsi alle due del mattino accanto alla persona che ami.

Harry era arte viva.

E Louis – anche lui era qualcosa di molto simile.








Note Traduttrice: Eccomi, in anticipo questa volta, con l'epilogo di quest'altra storia che abbiamo condiviso insieme. Come avete potuto vedere, è molto breve, lasciando semplicemente aperta una finestra su quella che sarà la vita futura di questi Harry e Louis. Abbiamo capito che Harry decide finalmente di abbandonare il suo vecchio lavoro, di permettersi di liberarsi di ciò che lo teneva ancorato al vecchio. Louis, che per H ci è sempre stato, riesce a donargli ogni giorno una sicurezza maggiore e lui stesso, pubblica il libro che aveva sempre voluto realizzare. Voi cosa ne pensate? Scrivetemi come sempre dove preferite. Vi anticipo che sto lavorando ad una nuova traduzione di cui sono molto felice e non vedo l'ora di parlarvene meglio. Non perdete gli aggiornamenti sul mio profilo Twitter, che tra qualche giorno vi spoilero la trama e il titolo! As usual, sono Fede_ProudOfLou. Alla prossima!

Fede 💚

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Little Technicolor Things [Larry Stylinson || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora