C'EST LA VIE.
Il ragazzo nuovo era appena entrato in casetta dopo la fine della registrazione del pomeridiano, Luca pensava che Tancredi era davvero forte ma lo incolpava dell'uscita del suo migliore amico. Evandro poteva essere una persona molto sarcastica e sicuramente non uno che segue la massa ma sapeva essere un ottimo amico ed era il suo più fedele confidente.
Già gli mancavano i suoi sguardi di soppiatto quando lo vedeva guardare Martina con lo sguardo più "sottone della storia dei sottoni", i suoi abbracci e le sue parole di conforto. Ed invece, ora si trovava davanti un ragazzo con dei ricci a funghetto ed un sorrisetto irritante fin troppo sicuro di se. Era riuscito ad evitarlo i primi giorni se non per quello scambio di commenti sull'esibizione del più piccolo mentre la riguardavano dal piccolo schermo, ma dopo gli sguardi torvi dei suoi compagni, in particolare di Enula, Alessandro e Dennis, si era deciso a provar a fare un passo verso Tancredi, infondo anche Deddy ed Ale erano entrati con una sfida eppure avevano già stretto una bella amicizia.
Giusto per far contenti i tre ragazzi aveva iniziato a dargli le piccole attenzioni che rivolgeva ad altri, come ricordare quanto zucchero metteva la mattina nel caffè, o mettere nella lista della spesa i cereali che sgranocchiava con Giulia quando dopo cena le mostrava un nuovo episodio dell'anime che guardavano insieme e Tancredi sembrava accettare di buon grado accennando ad un piccolo sorriso e mormorando un "grazie" che non mancava mai dal giorno stesso in cui era entrato.
E quel muro di antipatia che aveva creato si era pian piano sgretolato fin quando non si era distrutto in mille pezzi la sera in cui avevano passato la notte in bianco sul divano giocando l'uno con il computer dell'altro usando programmi di produzione e scambiandosi qualche idea.Se c'era una cosa che tutti avevano capito era che dentro quelle quattro mura vivevi le emozioni il triplo più potenti, il primo motivo era che non avevi scampo e dovevi per forza affrontare tutto di petto ( o di testa ), non era consentito fare uscite rabbiose con tanto di porta sbattuta per rintanarsi in un bar con luci soffuse. Il secondo motivo era che tutti sapevano tutto, le notizie shock non erano così veloci neanche negli studi di Barbara d'Urso.
E Luca lo sapeva, il suo istinto gli e lo diceva che in Martina qualcosa non andava.
Lo capiva dal suo sguardo vuoto quando stavano insieme anche in mezzo a tutti gli altri e quando il biondo le sussurrava un semplice "come stai?" la mattina, insieme ad una leggera carezza sul fianco lei si scansava e con tono stizzito -Sto bene, Aka, non iniziare-.
E lui ci stava male perchè per lui il contatto ed il dimostrare affetto erano dei pali importantissimi, erano gli unici modi che conosceva, insieme alla musica, di mostrare i suoi sentimenti.
Allora stava zitto, sospirava in modo silenzioso e cercava Tancredi con lo sguardo che nel suo solito silenzio stampa, ricambiava ed accennava un piccolo sorriso d'incoraggiamento e Luca sentiva il peso un po' più leggero alla bocca dello stomaco.Erano passate due settimane e mancavano quattro giorni all'ultima puntata del pomeridiano, in casa la situazione era abbastanza tesa soprattutto alla consegna delle prime maglie del serale, in particolare per quella di Gaia infatti alcuni, in particolare Leonardo, non erano molto contenti. Luca, dopo aver passato un periodo difficile dove non riusciva neanche più a scrivere per i problemi amorosi con Martina aveva finalmente realizzato quanto fosse tossica quella relazione ma per amore resisteva, cercava di impegnarsi al massimo nello studio e nella musica come si era imposto di fare, il resto andava in secondo piano.
Aveva iniziato a passare il tempo in sala relax con il pianoforte o a fare sessioni di scrittura con Enula e Tancredi come in quel momento.
Infatti lui ed il riccio erano soli nella saletta perché la ragazza doveva vedersi in lezione con Zerbi e la sua vocal coach alle 14 in punto.
-Hai finito di scrivere le barre per quel pezzo che ti dava il tormento?- aveva chiesto il biondo mentre suonava qualche nota a caso nello strumento difronte a lui, Tancredi era seduto alla sua destra e aveva un quadernino poggiato sulla parte superiore del piano laccato di nero, le braccia incrociate sopra le ginocchia ed il mento poggiato sopra che lo guardava.
-Si, l'ho fatta sentire ad Arisa e ha gradito, dice che ho altissime probabilità di accedere al serale- aveva risposto.
Luca aveva accennato ad un sorriso e poggiato una mano sul suo polso per accarezzarlo con il pollice -Sono sicuro che un posto è già tuo Tancre, sei una bomba- Sapeva che non gli piaceva il contatto fisico ma pensava che in quel momento gli sarebbe servito come rassicurazione.
Il riccio aveva sussultato silenziosamente ma non si era divincolato da quel contatto -Grazie, staremo a vedere- aveva accennato ad un sorriso - Dai, fammi sentire il pezzo nuovo per l'album, sono davvero curioso-.Dopo aver suonato e cantato per qualche ora erano tornati in casetta continuando a parlare di tutto e niente.
Ed era bellissimo che entrambi, quando si confidavano l'uno con l'altro entravano in una specie di bolla che era il loro mondo, fatto di musica, segreti sussurrati e confidenze che mai avrebbero fatto a nessun altro, Tancredi gli aveva parlato della sua famiglia, delle sue delusioni e Luca gli aveva raccontato tanto di se e di quello che aveva vissuto.
E ci rimaneva male senza saperselo neanche spiegare quando Tancredi passava dall'essere la persona più disponibile del mondo al non guardarlo neanche in faccia per giorni e non usciva dalla sua stanza se non per le lezioni, ma ormai aveva imparato a riconoscere i suoi momenti no semplicemente dal rumore dei suoi passi quando si avvicinava per fare colazione la mattina.
Aveva pazientato, ci aveva davvero provato a non sentire la sua mancanza, ma quando dopo altri due giorni in cui era in quelle condizioni non aveva resistito più. Dopo una lunga giornata di studio era arrivato in casetta un po' nervoso ed aveva mentalmente ringraziato Leonardo di essere ai fornelli perché non aveva voglia di cucinare ed aveva cercato il riccio con lo sguardo senza trovarlo.
-E' in camera- aveva solo detto il più grande intuendo i pensieri del napoletano. E strano ma vero, nel percorso che distava dalla cucina alla stanza che il riccio divideva con Samuele ed Esa, Martina gli si era piazzata davanti per attirare la sua attenzione -Aka, sei tornato, possiamo parlare un po'?-
Ma a Luca in quel momento non interessava parlare con lei, voleva solo andare dal suo amico milanese e sapere se stava bene, non vedeva altro che Tancredi in quel momento -Martina, mi dispiace ma adesso ho da fare, magari più tardi, mh?- nessun contatto, neanche una minima carezza, neanche il tempo di ribattere che aveva continuato nel suo percorso senza dire nient'altro.
-Tancre, non indovinerai mai cosa..- aveva spalancato la porta della stanza pronto a raccontargli la sua giornata, magari per distrarlo o magari per farsi raccontare la sua dopo, ma quello che aveva trovato nella stanza non era rassicurante. Il riccio era ranicchiato in un angolo della stanza con le ginocchia al petto e la testa affondata tra queste ultime e le braccia e singhiozzava sonoramente, alla sola vista aveva sentito il cuore balzargli in gola ed un fastidioso ronzio nelle orecchie, era corso dal suo amico inginocchiandosi difronte a lui. - Hey, vieni qui- aveva detto aprendo le braccia.
Il riccio aveva scosso la testa stringendo ancora di più le ginocchia al petto cercando di balbettare qualcosa ma senza riuscirci.
- Non importa se non vuoi un abbraccio ma sto qui con te fin quando non ti sarai calmato- aveva detto ancora lui, deciso come non mai mentre si sedeva accanto a lui con la schiena poggiata contro il muro, si sentiva malissimo, impotente nel vederlo così, ma sapeva che Tancredi avrebbe comunque apprezzato la sua vicinanza, molto infondo.
-No Lu-luca, vai-
-Facciamo così, se fai un paio di respiri profondi insieme a me poi vado- aveva proposto il biondino -con calma, facciamolo insieme, okay? E guardami, perfavore- aveva continuato lasciandogli una carezza tra i capelli così leggera che quasi non l'aveva sentita.
Allora Tancredi aveva alzato lo sguardo, gli occhi gonfi e pieni di lacrime riuscivano ad essere così espressivi ma allo stesso tempo Luca non si sentiva in grado di leggerli, aveva iniziato a prendere respiri profondi per aiutarlo a calmarsi e dopo interminabili minuti ci era riuscito, aveva smesso di piangere anche se di tanto in tanto si sentiva qualche piccolo singhiozzo.
Era uscito solo qualche secondo per prendergli un bicchiere d'acqua fresca per poi tornare dal suo amico che era ancora nella stessa posizione.
-Vuoi parlarne? O me ne vado?- aveva chiesto riprendendo il suo posto e guardando il suo profilo.
-E' uno di quei giorni no- aveva detto. Sembrava poco, ma a Luca questo bastava, con lui non servivano grandi discorsi, gli aveva parlato altre volte dei suoi cambiamenti d'umore. Il biondo aveva annuito e Tancredi aveva ringraziato qualunque divinità di aver trovato lì dentro una persona che riuscisse a capirlo senza fargli pressioni e di cui si potesse provare a fidarsi. Aveva poggiato delicatamente la sua testa riccioluta sulla sua spalla e Luca gli aveva subito circondato le spalle per avvicinarlo e dargli tutto il conforto di cui aveva bisogno.
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C'EST LA VIE. [T7]
FanfictionLa nostra storia che continua su pezzi di carta La nostra storia mai finita che non ha una fine.