10 - GIVE ME LOVE.

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Luca, la mattina, era uno straccio e l'ansia per la puntata non faceva che peggiorare la situazione. Quella notte, non riuscendo a dormire era uscito fuori in giardino per fumare e preso dai suoi pensieri non era riuscito a controllare alcune lacrime che si erano ribellate. Aveva un groppo in gola e sapeva che avrebbe avuto difficoltà a cantare, continuava a pensare che sarebbe stata la sua ultima puntata.
Lui ed il suo nuvolone nero avevano spiccato si e no quattro parole per tutta la giornata e tutti lo avevano lasciato fare sapendo che Luca, in quelle condizioni, era irritabile e scontroso. Non sapeva se questo comportamento dei suoi compagni gli piaceva o meno, indeciso se sfogare la sua frustrazione su qualcuno o trattenere per non ferire nessuno.
Aveva preso la sua decisione, aveva fatto il passo più lungo della gamba con l'amico ed era giunto il momento di farne uno indietro, aveva ragione Tancredi quando diceva che alcuni non sono fatti per vivere con gli altri e la sua relazione con Martina ne era la prova lampante.
Aveva evitato il milanese per tutto il giorno, compreso il rito scaramantico pre-puntata che avevano l'abitudine di fare, scegliendo un silenzio tombale anche mentre entravano nel teatro, durante la puntata aveva dato le solite raccomandazioni ed incoraggiamenti che faceva ogni volta, anche se era un concorrente era fan sfegatato di ogni ragazzo/a lì dentro.
Aveva pianto però, all'uscita di Martina, vedendo andare via la persona che l'aveva accompagnato nella maggior parte del suo percorso, la persona con la quale si era più esposto, quella che aveva amato e quella che gli aveva spezzato il cuore. Tancredi lo aveva guardato da lontano, con un mezzo sorrisetto. Gli veniva da sorridere pensando che il ragazzo forse era felice di quella uscita, conoscendo quanto aveva sofferto era anche pausibile. Erano sempre stati protettivi l'uno con l'altro.
Ma al solo pensiero sentiva un nodo alla gola e un peso sullo stomaco, non aveva sostenuto lo sguardo cercando un posto tranquillo in cui leccarsi le ferite. Rintanandosi, poi, come un vero adolescente, in bagno a singhiozzare senza sapere più quale fosse il motivo. Forse la situazione con Tancredi, l'uscita di Martina, la frustrazione delle puntate dove non riusciva a prendere mezzo punto. Stava togliendo spazio a persone con vero talento ed una volta uscito di lì sarebbe tornato a casa, a vedersi con Max e John ogni tanto per produrre qualcosa e continuare la vita di prima, altro che troppi impegni, come diceva Raffaele.
Un leggero bussare alla porta l'aveva costretto a darsi un contegno, si era asciugato le lacrime balbettando -Un attimo, mi lavo le mani ed esco- giusto per avere una scusa per il rubinetto aperto. Tutti erano entusiasti della puntata e non voleva rovinare l'umore generale solo per una sua stupida crisi.
Non si aspettava di trovare proprio lui fuori dalla porta che lo guardava un po' preoccupato -Hey, tutto bene?-
-Si- aveva risposto il biondo mentre usciva definitivamente dal bagno per lasciar passare il compagno.
-Hai gli occhi rossi, Luca- il ricciolino si era avvicinato per asciugargli dolcemente lo zigomo che aveva ancora qualche residuo di acqua -Stai male?-
-Il solito- aveva risposto alzando le spalle ed evitando il suo sguardo -La pressione della puntata, il fatto che non piaccio ai giudici, avevo bisogno di qualche minuto per sfogarmi-
-Mh, sicuro sia solo quello?- aveva chiesto titubante il più piccolo -Magari l'uscita di Martina ti ha un po' scosso..-
-Non tanto- aveva risposto Luca -scusa, ho la testa che mi scoppia, buonanotte Tancredi- dopo aver infilato le mani nella tasca della felpa, probabilmente per frenare l'impulso di abbracciarlo, gli aveva sorriso prima di lasciarlo solo per raggiungere la sua stanza. Raffaele non era tornato quella notte, l'uscita di Martina non aveva scombussolato solo lui, come si aspettava.

Come ogni volta in cui non riusciva a gestire le emozioni, Luca, si era buttato sulla musica perché era l'unico modo che conosceva per provare a stare meglio. Dare un senso a quel dolore. Quel semplice pensiero gli aveva fatto capire quanto Tancredi gli era entrato dentro la pelle, ricordava bene il giorno in cui aveva spronato Dennis a non mollare, di trasformare il suo dolore in musica. Un altra volta in giardino, gli aveva detto che gli artisti devono soffrire perché la vera arte, quella più semplice e pura nasce dal dolore. E pensandoci bene "Mi manchi" era stata scritta in un momento in cui stava soffrendo.
Aveva parlato con Anna dei suoi dubbi e delle sue insicurezze sul pubblico, a telecamere spente, e lei aveva cercato di rassicurarlo in ogni modo, ma si sentiva talmente fragile e inutile in quei giorni che neanche un abbraccio di sua madre l'avrebbe rassicurato del tutto. Voleva tornare a casa, chiudersi lì e non uscire mai più. E piú ci pensava e più si arrabbiava con se stesso per non riuscire ad essere più forte, era come un circolo vizioso.
Il destino però non era dalla sua parte, infatti quella settimana avrebbe dovuto dividere la stanza con Tancredi e gli dispiaceva dirlo ma gli sarebbe mancato dividere la stanza con il pugliese, poteva scegliere cosa dire quella sera, poteva rassicurarlo e digli di buttarsi ed invece aveva scelto di dire la sua verità, lo rispettava per questo.
Aveva aiutato il milanese, sempre in silenzio rispetto al loro solito, a trasferire tutto e lui aveva scelto il letto accanto a quello di Luca e non quello di Raffaele, il napoletano aveva sorriso perché in un'altra situazione avrebbe apprezzato quel gesto, sarebbero rimasti a parlare tutta la notte e a guardarsi negli occhi e con un po' di fortuna ogni tanto l'avrebbe osservato addormentarsi ma sapeva che era masochista farlo.
Il suo mutismo non era terminato con il weekend infatti i suoi compagni avevano cambiato umore spesso esattamente come lui.
Venerdì, durante il trasferimento del milanese, sia lui che i compagni lo avevano scrutato da lontano senza commentare.
Sabato, si erano arrabbiati un po', prendendolo in giro e cercando di convincerlo a spiccare qualche parola oltre le solite 'buongiorno', 'buonanotte', 'sto bene' e 'cosa volete mangiare?'.
Domenica, arrabbiati lo avevano guardato in cagnesco e volutamente ignorato.
Lunedì, erano preoccuparti a morte. Mentre Luca aveva alzato una specie di muro tra lui ed il resto dei suoi compagni.
Tancredi aveva provato diverse volte a farlo parlare o semplicemente a distrarlo con qualche canzone o film, ma Luca se ne stava lì, in silenzio e per non guardarlo spesso negli occhi, atipico da parte sua, si sedeva sempre al suo fianco.
Martedì mattina, dopo la lezione con la Pettinelli, era tornato in casetta pronto a lavorare su un nuovo brano. Aveva la melodia composta al pianoforte ed il suo taccuino arancione diversi appunti, doveva soltanto dargli forma. Tutti i suoi compagni erano a lezione o in sala prove ed era contento di passare un po' di tempo nel silenzio.
La lezione si era trasformata in una seduta dalla psicologa quando Anna aveva chiesto alla vocale coach di lasciarlo soli per dieci minuti.
-Tutto bene, Lu? Ti vedo.. spento- aveva chiesto in modo amorevole, sapeva delle sue insicurezze ed avrebbe voluto trovare un modo per rassicurarlo.
-Si, perché? Ho cantato male?- aveva chiesto subito il biondo mentre si agitava sullo sgabello, il magone allo stomaco si faceva più pesante.
-No, sei stato fantastico, ma è come se mancasse qualcosa...- schioccava le dita, persa per un attimo, cercando la parola giusta -è come se mancasse la tua luce-
-Sono solo un po' stressato, da ora sarò impeccabile-
Anna si era alzata in piedi raggiungendolo fin dove la lastra divisoria le permetteva e poi si era seduta a terra -Mettiti qui, difronte a me-
Luca titubante aveva lanciato uno sguardo alle telecamere intorno a loro e lei, premurosa come sempre aveva detto -Faró in modo che sia una conversazione privata-
Il biondo aveva obbedito, sedendosi a gambe incrociate difronte alla donna.
-Tesoro, so che stai passando un brutto momento, i giudici sono quelli che sono, il pubblico è dimezzato durante le esibizioni, ma non farti buttare giù da questo, lì fuori è un altro mondo. Dimmi di cosa hai bisogno. Butta fuori tutto-
-Non so farlo a parole, Anna, lo sai. Non saprei da dove iniziare- aveva sospirato il più piccolo.
-Cosa tormenta il mio gioiello? È per Martina? O hai nostalgia di casa?-
Solo a sentire quel nome aveva alzato gli occhi al cielo, non aveva avuto una conversazione seria con lei da almeno un mese, perché tutti pensavano che stesse male per lei? Martina era un capitolo chiuso. -Martina non c'entra niente, si, mi è dispiaciuta la sua uscita ma è l'ultimo dei miei pensieri-
-E allora cosa c'è?-
-Sono solo un po' demoralizzato- aveva alzato le spalle Luca.
-Che brano vorresti cantare?- aveva chiesto lei alzandosi in piedi -cosi su due piedi, dimmi un brano che di fa scuotere dai brividi quando la senti-
Il biondo l'aveva imitata un po' spiazzato da quel repentino cambio d'umore -Non saprei-
-Qualsiasi cosa, che sia Sfera Ebbasta o musica di Bach-
-Give me love? Anche Tancredi la sta provando, amo quella canzone-
-Stupendo, questa canzone mi fa venire la pelle d'oca- aveva sorriso lei -ora voglio che canti, ma non devi solo cantare, voglio che assapori ogni singola sillaba, che ti godi la musica e che esprimi tutto quello che riesci a buttar fuori. Ne hai bisogno e la musica è il tuo modo di esprimerti. Questo sei tu, Luca, non limitarti per paura, questa è la tua luce-

C'EST LA VIE. [T7]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora