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CENERE.

Avevano finito di registrare la puntata del pomeridiano, erano tutti passati al serale e quella sera stavano festeggiando. Gli avevano consentito di ordinare delle pizze d'asporto e qualche birra ed sotto richiesta di Tancredi e Rosa, anche due bottiglie di vino. La produzione aveva messo un po' di musica a volume leggero mentre ridevano e scherzavano ogni tanto qualcuno andava fuori a fumare. Alessandro ed Ibla stavano mettendo in ordine la cucina mentre ballavano e canticchiavano, Dennis, Esa, Leonardo, Rosa e Samuele stavano giocando a carte e dalla saletta si potevano sentire le sonore risate di Giulia che guardava Luca suonare canzoni e note a caso. Tancredi e Giovanni erano seduti poco distanti da loro, il riccio con un bicchiere di vino che stava amando come il primo bagno al mare dell'anno per un bambino che ha appena finito la scuola mentre il più piccolo una semplice birra, mentre gli altri erano ancora fuori a parlare con più tranquillità e fumare.
Dal giorno in cui Luca aveva trovato Tancredi che stava male era diventato più protettivo nei suoi confronti, lo cercava con lo sguardo appena ne aveva l'occasione, cercava sempre di fargli trovare qualcosa da mangiare se faceva troppo tardi ma sempre stando alla giusta distanza per non essere pesante. Era forse una delle sue più grandi paure, essere un peso o troppo pesante con le persone a cui voleva bene. Ma con Tancredi era diverso, gli veniva naturale pensare a lui in quelle piccole cose solo per vedere la sua faccia quasi stupita, e quel grazie che non mancava accompagnato da un sorriso e Luca si sentiva al settimo cielo ed il suo cuore quasi mancava un battito per poi battere un po' più forte di prima. E lo faceva anche in quel momento, mentre suonava la canzone che gli aveva chiesto Giulia "Isn't she lovely", premeva i tasti con leggerezza mentre lo osservava chiacchierare con Giovanni, che avrebbe parlato anche con un muro per provare a farci amicizia, e stava bene, si sentiva bene solo vedendolo più spensierato del solito.
-Woh, adoro questa canzone!- aveva esclamato Giovanni, facendo partire una scena degna da musical se non fosse per lo stesso ragazzo che cercava goffamente di stare dietro ai passi di danza della sua ragazza mentre cantavano ad alta voce. Il biondo aveva poi chiesto il cambio a Dennis per non fermare il divertimento desiderando ardentemente una sigaretta. Inutile dire che il ricciolino l'aveva seguito subito. Avevano evitato il giardino principale dove c'erano gli altri ragazzi optando quello sul retro e si erano seduti nella solita panchina, nell'aria suonava proprio la canzone del biondo "mi manchi" e Tancredi senza neanche accorgersene aveva iniziato a canticchiare il ritornello a bassa voce.
-Siamo al serale- aveva detto Luca, ancora non aveva realizzato, il suo sogno prendeva sempre più una forma concreta con il passare dei giorni. Con la sua mente era già fuori dal programma, incontrare le persone che lo seguivano, scrivere e cantare in giro per tutto il paese, era certo che non si sarebbe mai stancato di quella vita. -Siamo al serale, Tancre-
Il riccio aveva sorriso ampiamente -Te l'avevo detto che si saresti riuscito- e nel frattempo si stava accendendo una sigaretta. Il biondo lo aveva imitato poggiando la testa sulla sua spalla, guardandosi in giro poteva notare Martina che lo guardava dall'altra parte del vetro, i suoi occhi sembravano quasi inespressivi in confronto a quelli del suo amico, che anche se semplicemente castani avevano una scintilla che ti lasciava come folgorato, i capelli così perfetti, le curve sinuose non riusciva più a vederle nello stesso modo in cui le vedeva prima. Forse tutte le litigate, i pianti e le gelosie avevano fatto il loro effetto perché non voleva più sentirsi morire ogni volta che rientrava in casetta, desiderando solo di vederla per concludere bene una giornata pesante, e trovarla appiccicata a Raffaele come se non esistesse nessun altro al mondo. Non voleva più sentirsi inutile. Stava meglio lì, con un suo caro amico, in un semplice silenzio che valeva più di mille parole, il suo profumo leggero nell'aria, il suo respiro regolare spezzato solo da come aspirava ed ispirava la sigaretta.
-Come vanno le cose tra di voi?- Tancredi aveva interrotto il flusso dei suoi pensieri che iniziavano a chiedersi il motivo di quel paragone che stava facendo con il riccio. In ogni circostanza i suoi pensieri finivano sempre su di lui.
-Ci parliamo a malapena- aveva alzato le spalle. A quella reazione il milanese aveva alzato un sopracciglio, nessuna reazione esagerata, nessuna risposta irritata. -Non ti dà fastidio?-
-No, ho realizzato una cosa- aveva risposto Luca sistemandosi dritto rivolto verso di lui -Sono quasi certo che lei non mi voglia, hai visto come guarda Raffaele? E come lui la guarda? Ho provato tante volte a farle capire quanto l'amavo, le ho dedicato le parole più sentite che potevo- sentiva i suoi occhi farsi leggermente umidi a quei ricordi dolorosi -le sono andato incontro con tutti i compromessi possibili. Ma lei non mi vede. Tancre, mi ha sempre chiamato Aka, non so neanche se sappia il mio vero nome a questo punto.-
-Credo che dovresti parlarle, butta tutto fuori e togliti questo peso- aveva risposto Tancredi che era rimasto in religioso silenzio fino a quel momento. Lo guardava con tenerezza, come se capisse perfettamente le sue emozioni, aveva alzato timidamente due dita per accarezzargli la guancia ruvida da una leggera peluria. Luca a quel gesto era rimasto un po' interdetto, era da un po' che Tancredi si lasciava andare di più al contatto fisico, sebbene solo con lui, ma ogni volta sentiva lo stomaco rivoltarsi come un calzino e bruciare come se si stesse per scatenare un incendio.
-Io sono certo che troverai qualcuno che ti saprà vedere per davvero- aveva continuato accennando ad un sorriso.
Il biondo aveva aperto la bocca per rispondere ma si era reso conto che non aveva niente da dire così era rimasto semplicemente a guardarlo nella penombra del giardino, illuminato solo dalla luce della luna e dalle luci artificiali soffuse che si vedevano dall'interno.
-Vado a rifornire il carburante- aveva detto poi Tancredi facendo ciondolare il suo bicchiere ormai vuoto -tu parla con Martina, ne hai bisogno- gli aveva stretto il ginocchio con una mano prima di alzarsi e Luca era sicuro di aver sentito una scossa elettrica al contatto. In quel momento avrebbe voluto sapere reggere l'alcol solo per zittire la sua testa per cinque minuti senza stare troppo male dopo.
Dopo aver lasciato il mozzicone della sigaretta consumata nel portacenere era tornato all'interno della casetta, voleva cercare Martina e mettere il punto finale a quella storia d'amore più incasinata della terza stagione di Tempesta d'amore.
Aveva messo le mani nelle tasche tornando in saletta ma -No, stasera no- aveva fatto retro front vedendo Raffaele che ballava appiccicato a quella che doveva essere la sua ragazza poco distanti da Tancredi, Dennis e Giovanni. Si era preso un succo alla pera dal frigo e si era rintanato nella stanza che divideva con Deddy e Leonardo pronto ad accendere il computer e buttare giù idee per le barre che avrebbe dovuto scrivere quella settimana.
Dopo neanche mezz'ora Martina era entrata in camera trovandolo immerso nel suo lavoro -Disturbo?-
Luca si era schiarito la voce prima di parlare mentre salvava i file e spegneva il portatile -No, accomodati-
-Che ti succede, Aka? Sei strano- aveva chiesto prendendo la sua mano tra le sue piccole, curate e laccate di rosso.
Il biondo aveva fatto una smorfia -Che intendi?-
-Sei distaccato, non mi parli, non mi cerchi e quando cerco di stare con te mi scansi- aveva risposto lei senza guardarlo negli occhi mentre giocava nervosamente con le loro mani.
-Ehm, intendi come tu mi hai trattato fino ad ora?-
La mora a quella risposta così fredda ed accusatoria aveva iniziato ad innervosirsi -Quindi lo stai facendo per ripicca? Stai per farmi l'ennesima scenata di gelosia per Tommaso?- aveva lasciato la sua mano con uno scatto alzandosi in piedi.
Luca l'aveva guardata in modo freddo, in un modo così freddo che perfino Martina ne era rimasta basita -Assolutamente no, puoi fare quello che vuoi-.
Poi aveva continuato senza darle il tempo di rispondere -Credo che siamo arrivati al capolinea io e te. Non stiamo più bene insieme, forse non lo siamo mai stati. Io ho bisogno di concentrare tutto me stesso nella musica e nei miei amici, ed anche tu-
-Vuoi concentrarti su Tancredi, magari- aveva sibilato lei riducendo gli occhi in due fessure. Aveva stroncato sul nascere ogni qualsiasi tipo di reazione tenendo il controllo -E tu cosa farai? Andrai a farti consolare dal tuo Raffaele?- rispose con una risatina sarcastica. -Lo vedo come lo guardi e non te ne faccio una colpa, Martina. L'amore non possiamo comandarlo- aveva continuato avvicinandosi di qualche passo -Ma quello che possiamo comandare è il modo di relazionarci con gli altri, ed io non sono il tuo giocattolo di seconda mano che usi quando ti annoi. Mi sono stancato-
Lei lo guardava con le lacrime agli occhi non sapendo come rispondere -Come ho già detto, non sono arrabbiato con te e non cercherò di lapidarti in pubblica piazza. Riordina le idee, e quando sarai pronta parleremo. Ora, se vuoi scusarmi, stavo studiando per la puntata- aveva finito il suo breve monologo tornando a sedersi sul letto ed a riaprire il computer come se quella discussione non fosse mai esistita.

La mattina dopo era così teso che per alleggerire la tensione aveva deciso spontaneamente di andare in palestra. Si era alzato alle 7.45, messo dei pantaloncini ed una maglietta larga, e dopo aver bevuto un caffè si era rintanato lì per delle ore, ne sarebbe uscito distrutto per almeno tre giorni ma ne valeva la pena. Non voleva vedere nessuno per non metterli di cattivo umore o ancora peggio, subite qualche interrogatorio.
Varcata la soglia di casa tutto era esattamente come lo aveva lasciato, se non per Tommaso e Samuele che seduti nel divano sorseggiavano un caffè mentre Giulia ne preparava un'altra caffettiera in cucina.
-Buongiorno- aveva salutato i suoi compagni poggiando la borsa con i vestiti sporchi per terra per togliersi la felpa, non vedeva l'ora di farsi una doccia.
-Hey Aka, dov'eri?- aveva chiesto la ballerina prendendo una tazzina in più per il suo amico.
-Mi sono allenato- aveva risposto lui sedendosi su uno degli sgabelli.
-Chi tu? Cosa ti è successo?- aveva esclamato Alessandro per prenderlo in giro, si era seduto accanto a lui dandogli una pacca sulla spalla come saluto.
-Buongiorno ragazzi- aveva aggiunto per gli altri.
-Mi sono svegliato presto- aveva alzato le spalle. Ad interrompere la conversazione era stato Tancredi che era entrato in cucina con una coperta sulla testa e gli occhi ancora semichiusi, era tenerissimo agli occhi di Luca. Aveva bofonchiato un saluto chiedendo dove fossero le aspirine e Giulia gli porse tutto insieme ai caffè per i suoi compagni. Il napoletano aveva continuato ad osservare il suo amico che camminava per la cucina e si sedeva alla sua destra, aveva sentito un brivido quando nel mentre che passava Tancredi gli aveva lasciato una leggera carezza sulla schiena con la mano ancora coperta. E la tensione che sentiva dalla sera prima era scesa con quel leggero contatto.
-Mi faccio una doccia e preparo il pranzo, mh? È l'una passata- si era alzato dallo sgabello -Grazie per il caffè- aveva continuato dando un leggero bacio sulla guancia alla ballerina prima di recuperare la borsa e dirigersi in camera sua.
Poco dopo mentre era ai fornelli aveva avuto la possibilità di confidarsi con Tancredi, sapeva che lui non l'avrebbe giudicato infatti il ragazzo non aveva detto molto, l'aveva stretto a se come a ricordargli la sua presenza.

C'EST LA VIE. [T7]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora