Song:
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Mi serviva una nuova bici.
Quando uscii dal palazzo, era già troppo tardi. Il ladro non aveva lasciato nemmeno una piccola traccia della mia povera bici rossa. Non riuscivo a crederci. Non era nemmeno una bella bici, anzi, era anche abbastanza vecchia e un po' arrugginita. L'unica cosa significativa che poteva avere era che era la MIA bici, quella con la quale andavo letteralmente ovunque. Insieme eravamo stati sotto il sole più caldo e la pioggia più abbondante e non ero pronto a separarmene - non così, di sicuro.
Mi tirai fuori il cellulare dalla tasca: 14%. Merda. Avevo un messaggio di mio padre, che mi chiedeva dove fossi. Per non rischiare che si preoccupasse - più per la bici che per me - gli scrissi: "Tutto bene. Sono in giro. A domani" e spensi il telefono per conservare quel poco di batteria che rimaneva. Dovevo fare una scelta: tornare a casa a piedi o rimanere in centro. Mi rodeva come non mai aver perso la mia bici, ma era inutile stare lì a piangere - cosa che, per inciso, desideravo fare.
Sentii il click di una porta che si apriva. Mi voltai e vidi Rebecca, tale e quale a come l'avevo lasciata. Disse: "La mia amica non c'è." cercai di trattenere la mia felicità, cosa che non fu difficile data la dolorosa perdita appena subita. Si guardò intorno anche lei, cercando ciò che non avrebbe trovato "Che fine ha fatto la tua bici?" Scossi le spalle "Piacerebbe saperlo anche a me"
"Mi dispiace. Ci tenevi molto?" "Sai? Sì, ci tenevo tantissimo. Un sacco. Davvero un sacco. Perché dovevano proprio prendere la mia bici, perché..." Feci un bel respiro. Ormai era andata, dovevo farmene una ragione. Mi concentrai su Rebecca, che se ne stava di fronte a me come in attesa di qualcosa "La tua amica?" "Non era in casa." Sbattei un attimo gli occhi. Erano successe troppe cose in troppo poco tempo e non le avevo ancora elaborate tutte. "Beh?" mi chiese lei "Beh?" ripetei io, e Rebecca mi incalzò "Andiamo a farci una passeggiata o vuoi rimanere qui per sempre?" Iniziò a camminare verso la direzione da cui eravamo venuti, mentre ogni suo passo mi diceva: "Vieni".Camminando al suo fianco, le chiesi: "Conosci la zona?"
"Non molto bene. Immagino che tu la conosca meglio, vero?"
"Beh, sì... forse è questo il problema. So già che non c'è niente di particolarmente bello."
"Dai, non ci credo che non c'è niente di bello a parte i vicoli ciechi."
"Non sono così magnifici di notte, sai?"
"Immagino. Tu hai cenato?"
"No, tu?"
"Nemmeno."
Ci fermammo dove la piazza iniziava. Dovevamo decidere da che parte andare, così le illustrai le possibilità che avevamo "Da quella parte c'è un ristorante-pizzeria. Niente da dire: è buono e quelli che ci lavorano sono giovani e gentili, ma le porzioni sono giganti e c'è sempre un gran casino." La guardai, cercando di capire qualcosa dalla sua espressione "Vai avanti" mi incitò "Poi scegliamo."
"Ok, ok, allora. Più in là, c'è una piadineria. Possiamo sederci nei tavolini fuori oppure portare via il cibo ad asporto. Anche qui, il cibo è buono, ma i proprietari sono stronzi. Una volta avevano sbagliato a prendere l'ordine di un mio amico celiaco e, quando glielo abbiamo fatto notare, hanno rimarcato che non era colpa loro e che avremmo dovuto pagare un'altra volta per avere una piadina diversa."
"Direi che sappiamo dove non andare."
"Sì, decisamente... scusa, sto esagerando? Immagino che tu abbia fame. Smetto di descrivere tutto e ti dico solo..."
"No" mi fermò, con gentilezza "Continua a parlare così."
Il modo in cui lo disse, mi fece arrossire. Sperando non se ne fosse accorta, continuai: "Dall'altra parte, nella via che abbiamo superato in bici, c'è un bellissimo ristorante. Cibo super, vista super, tavoli con tovaglie che sembrano appena comprate. Costa un po' tanto, ma dicono sia molto buono. Una mia amica ci va spesso coi suoi. Mi ha raccontato che, una volta, per sbaglio il padre ha ordinato un vino molto, molto costoso, e se ne è accorto quando era ormai troppo tardi e gli avevano già portato il conto. Insomma, ti avviso: se ci vuoi andare, meglio bere solo acqua.
Laggiù, in quell'altra via, c'è un piccolo bar dove fanno anche panini e pizzette al taglio, piuttosto buoni. La proprietaria è la nonna di un mio amico. Non credo si ricordi di me, ma quando eravamo piccoli io e il mio amico ci passavamo sempre al ritorno da scuola. Ricordo che c'erano delle caramelle appoggiate sul bancone. Ci lasciava prenderle, fingendo di guardare dall'altra parte ogni singola volta. Nemmeno mi piacevano, quelle caramelle... però lei era simpatica."
"Possiamo andare lì." "Dalla nonna?" "Sì. Per te va bene?" "Sicuro."Anche se la strada da fare non era molta, riempimmo ogni passo con le nostre parole.
"Credi che ritroveranno la tua bici?"
"Ti prego, non tocchiamo quel tasto dolente. Tu, piuttosto, hai idea di quando tornerà la tua amica?"
"Non so proprio, ma non mi preoccupo. Sono venuta qui solo per fare una sorpresa. Al massimo, tornerò domani."
"Alloggi in un Hotel?"
"In un Bed&Breakfast. Lo gestisce una coppia giovane di mezza età."
"Simpatici?"
"Sì, decisamente. Lui all'inizio mi sembrava un po' scontroso, troppo serio e noioso. Quando però è arrivata la compagna, una donna allegra, coi capelli rossi rossi, si è come illuminato. Lei chiacchierava molto e non la smetteva di parlare di questi mille viaggi fatti insieme, di cui mi mostrava ogni foto appesa al muro. E l'uomo se ne stava lì, semplicemente guardandola e ascoltandola raccontare per la millesima volta i loro viaggi, con uno spontaneo sorriso sul volto."
"Penso che abbiano qualcosa."
"Chi?"
"Le persone che viaggiano. Hanno una strana... non so... una luce."
"Come uno scintillio?"
"Sì, proprio quello. Hanno uno scintillio particolare. Hanno un entusiasmo che non scompare mai; perlomeno, che si rinnova ogni volta che ricordano i viaggi passati, o quelli futuri."
"Tu viaggi, Stefano?"
"Altroché! Tu?"
"Diciamo di sì, anche se vorrei viaggiare di più."
"Come ogni altro viaggiatore, del resto."
"Decisamente. Viaggio più bello mai fatto?"
"Questa è facile. Qualche anno fa, io e un mio amico siamo andati in Colombia. Ci siamo divertiti da morire. La cosa più bella è stato vedere le stelle. Anche in un paese come questo, sai quanto poco si veda il cielo? Mi fa incazzare da morire. Lì, nella Foresta Amazzonica, le stelle erano spettacolari. A volte ci dimentichiamo quante ce ne siano e quanto siano belle."
"Non sai quanto sei fortunato. Vorrei tantissimo passare una notte in un posto da cui si possano guardare bene le stelle."
"Perché, non le hai mai guardate?"
"Sicuramente non bene come nella Foresta Amazzonica."
"Fossi in te, cercherei di riempire questo gigantesco, enorme buco nella tua esistenza. È stata forse l'esperienza più grandiosa, magnifica e..."
"Continua pure, fammi rosicare un altro po'!"
"Eddai!"
"Scherzo. Te l'ho detto, mi piace quando parli così. Anche tu hai lo scintillio."
Le sorrisi, vedendo lo scintillio anche nei suoi occhi. "Beh?" mi chiese "Non continui?"
"Parlami un po' tu. Raccontami del tuo viaggio più bello."
"Oh, no."
"Oh no?"
"È una lunga storia. Davvero lunga."
"Abbiamo tutto il tempo che vuoi." Proprio in quell'esatto momento, arrivammo al bar "È questo?" mi chiese Rebecca "Sì" risposi. "Credo che la mia storia dovrà aspettare, allora. Assaggiamo queste famose caramelle della nonna".

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Ancora Una Volta
RomantizmStefano e Rebecca si innamorano in una notte. Lui non sa che si è già innamorato di lei in altre 30 vite. "L'equazione di Dirac, (∂ + m) ψ = 0, dice questo: se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati...