Song:
-------------------------------------------------------------"Non offenderti... Questo parco è davvero carino, ma non mi sembra un'ottima scelta andarci la notte." Sotto la fioca luce dei lampioni e della luna, la vidi incurvare le sopracciglia, ma non si fermò. "Dai, c'è pure luce. Se però hai paura, possiamo sempre tornare indietro..." accelerò il passo, superandomi di qualche metro "Non ho paura." lo disse così sicura che fui io quello che iniziò ad avere paura.
Le scarpe che aveva ai piedi non sembravano essere molto comode, e perdipiù ad un certo punto rischiò quasi di cadere "Sei sicura di riuscire a...?" "Non iniziare, Stefano." stroncò la mia frase di brutto, anche se io volevo solo essere gentile. Non era davvero arrabbiata, perciò non ci rimase male, ma mi sfuggì una risata nel vederla così decisa. Quando lo notò, rise anche lei "Non sei l'unico che prende in giro le mie scarpe." "Ah, sì? Non ti stavo mica prendendo in giro, io." "Sì, invece! Se avessimo lo stesso numero di piede, te le presterei per dimostrarti che sono comodissime." Sbuffai, e lei lo prese come un segno di sfida. Si fermò, si sfilò una scarpa da un piede e, in posa da fenicottero, me la porse. Guardai la minuscola scarpa in cui mai il mio piede sarebbe entrato e le dissi: "Ok, ok, hai vinto." Soddisfatta, si rimise la scarpa al piede, dicendo: "Come sempre."
Man mano che ci addentravamo nel parco, c'era sempre meno rumore e la distanza tra un lampione e l'altro aumentava sempre di più "Potrebbe sembrarti strano" le dissi "ma, man mano che la luce dei lampioni diminuisce, io vedo sempre di più, solo grazie alla luna"
"Hai gli occhi bionici?"
"Proprio quelli."
"Perché non me lo hai detto prima?! Potremmo formare una squadra di supereroi: super occhi e super scarpe."
"E come potremmo salvare il mondo?"
"Sai quanta gente ci chiamerebbe? Pensa solo a quante persone non vedono da lontano o camminano su scarpe poco comode. Ci chiamerebbero e risolverebbero tutti i loro problemi."
"Cavolo, perché non ci ho pensato prima!" Insieme a un mezzo sorriso, sul suo sorriso comparve la fossetta. Dopo averla guardata per un attimo - o giusto un paio - ripresi il mio discorso."No, comunque davvero: a parte gli scherzi, non succede anche a te?"
"Diciamo di no, ma ho capito cosa intendi."
"È proprio bello vedere le cose alla luce della luna. Sembra tutto più bello, rispetto ai colori finti di un lampione."
"Hai davvero ragione. Tutto è più... sincero. Tu cosa preferisci?"
"Tra cosa e cosa?"
"Scusa, ho lasciato mezzo ragionamento nella mia testa. Tu cosa preferisci tra giorno e notte?"
"Difficile questa. Potrei rispondere entrambi."
"Puoi farlo."
"No, non imbroglio mica. Scelgo il giorno."
"Davvero? Non pensavo."
"Certo, dopo tutti i discorsi sulla luna e i miei occhi bionici..."
"Eh già."
"Tu cosa scegli? Giorno o notte?"
"Notte, ovvio. Tu perché scegli il giorno?"
"Rispondi prima tu, dai."
"D'accordo. Preferisco la notte perché... tutto è tranquillo. Capisci? Il giorno ha una fretta che la notte non ha. Poi ci sono le stelle e, wow, che meraviglia le stelle. Quando la giornata arriva alla fine e nessuna preoccupazione mi distrae più dal guardare il cielo, mi sento davvero bene.""Gran bella risposta." dissi, e lo pensavo davvero. Quando mi chiese: "Tocca a te. Perché il giorno?" volevo elaborare bene la gran risposta che avevo già in testa, perciò non le risposi "Te lo dico dopo." "Ma..." "Dopo, giuro! Il tempo di strutturare decentemente la mia risposta".
Arrivammo a una curva. Indicai di fronte a noi, verso il buio totale "Il posto è laggiù."
"Vedo proprio tutto." ironizzò. Io misi un piede fuori dal sentiero e le porsi la mano "Ti fidi di me?" Lo ammetto, forse era un'esagerata sceneggiata da usare come scusa per tenerle la mano. Lei guardò la mia, capendo, e proprio per questo non la prese e disse:"La domanda è: tu ti fidi di me?"
Mi superò in un secondo, sfiorando di proposito la mia mano, ma senza toccarla. Per un attimo, sentii tutta l'elettricità scorrere per il mio corpo. L'attimo dopo, seguivo Rebecca sotto la luce della luna.

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Ancora Una Volta
RomanceStefano e Rebecca si innamorano in una notte. Lui non sa che si è già innamorato di lei in altre 30 vite. "L'equazione di Dirac, (∂ + m) ψ = 0, dice questo: se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati...