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-Signorina Young, sa rispondere lei?- sentivo gli occhi del professore puntati su di me e per un attimo mi imbarazzai. -O vuole far provare l'ebbrezza del volo a quell'affare?-

-Scusi, stavo solo controllando l'orario- che stupida scusa.

-Direi che lo controlla una volta al minuto dall'inizio della lezione-

Preferii non dire niente e infilai il cellulare nella tasca degli shorts. Messaggiavo con Mitch da diverse ore. Era così dolce e attraente... E cercava me. Avevo preso ormai il vizio di pizzicarmi ogni tanto, giusto per distinguere la realtà dai miei sogni.
Cercai di concentrarmi sulla lezione di storia per i 10 minuti mancanti al suono della bancarella, ma la mia testa era completamente da un'altra parte.
Uscii dall'aula insieme a Stephan e ci avviammo verso il mio armadietto.

-Perché quello sguardo sognante?- la sua voce profonda mi distolse improvvisamente dai miei viaggi mentali.

-Non puoi capire Ste, è così dolce, così bello, così gentile, così... Così...- rimasi in cerca di altri aggettivi.

-E così niente, non ha nessun'altra qualità particolare. È una zucca vuota- rispose serio.

-Non è vero, a me piace- mi sentivo offesa.

-Sei troppo intelligente per lui- mi sembrava quasi infastidito. Aprii il mio armadietto e iniziai a prendere i libri.

-Non so se prenderlo come un complimento o no, ma credo non sia questa la tua intenzione, vero?- mi giraii improvvisamente verso di lui. Scosse la testa senza rispondermi. -Comunque, oggi pomeriggio a casa mia?-

-Sì, come ai vecchi tempi- sorrise. Il momento di acidità era finito, fortunatamente.

Tornai in classe e anche un'altra ora passò. 35 minuti dopo ero a casa.

-Mitchell eh?- mi girai di scatto e trovai mio fratello seduto accanto a me che sbirciava sullo schermo del mio telefono.

-Fatti i fatti tuoi!- risposi scontrosa.

-Oh Mitchell Mitchell, perché sei tu Mitchell?- iniziò a fare lo stupido imitando la famosa scena di Romeo e Giulietta, con una faccia da pesce lesso.

-Tu però non mi fai vedere con chi messaggi- risposi fingendo il broncio.

-Non la conosci, comunque- si mise a ridere.

Mi alzai e presi i due piatti del pranzo, per lasciarli nel lavandino a Dorota.
Andai nel mio bagno in camera per fare un bel bagno caldo; preparai l'acqua, mi spogliai e mi immersi. Mi rilassava tantissimo. Rimasi a mollo per un po', lavai i capelli e uscii dalla vasca. Avevo appena messo l'asciugamano addosso ed ero appena entrata in camera, quando la porta si spalancò all'improvviso.

-Hey Je... Ommioddio- fu l'unica cosa che Stephan riuscì a dire. Tenni fermo l'asciugamano mentre avvampavo violentemente.

-Cosa ci fai tu qui??-

-Mi hai invitata tu, ricordi?- rispose dandomi le spalle.

-Ah, è vero- ci fu un minuto di totale silenzio e imbarazzo.

-Che ne dici se mi vestissi?-

-Sarebbe fantastico- ma non si mosse di un millimentro.

-Già,  fantastico. Però ora esci- e mi avvicinaii a lui per spingerlo via. Gli chiusi la porta alle spalle e cercai qualcosa da mettermi. Mi guardai allo specchio e notai che ero ancora rossa come un pomodoro.

Che vergogna.

Quando ero ormai presentabile lo raggiunsi in salotto e lo portai in camera mia.

-Scusami, davvero. Non potevo immaginare che... - era visibilmente mortificato.

-Tranquillo, non è successo nulla!- gli sorrisi e lui ricambiò.

Il pomeriggio passò in fretta, cercò di farmi ricordare alcune cose del mio passato ma senza troppo successo. Mi sembrava triste. Ad un certo punto il suo viso si scurì.

-Jenn, devo parlarti- mi disse a bruciapelo. -Credo che Mitchell stia cercando di nasconderti qualcosa-

-Cosa?- non so se fosse più una domanda fatta per stupore o per curiosità. In entrambi i casi, mi aspettavo una risposta.

-Non lo so- ma era poco convinto.

-Dimmi la verità, Ste- dissi seria.

-È questa la verità- rispose con lo sguardo fisso su un punto del pavimento.

-Non è vero. Tu sei solo contro di noi, è chiaro. Perché Stephan? Credevo fossi mio amico, ma ora non vuoi vedermi felice. Perché non ti sta bene? Eh? Sì, con lui sto bene e non potrai imperdimi di stargli accanto! - gli urlai contro. Avevo iniziato ad innervosirmi.

-Jenn è la verità, credimi. Tutto ciò che voglio è che tu sia felice, ma non è lui il ragazzo giusto per te...- mi guardava fisso negli occhi e mi faceva uno strano effetto.

-Perché? Dimmelo, ti prego- i miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.

-Non mi crederesti- ora piangeva anche lui e in quel momento avrei solo voluto abbracciarlo. La rabbia era sparita del tutto, restava solo la tristezza. Si alzò dal mio letto e si avviò verso la porta, ma si fermò invece di uscire. Mi guardò triste prima di voltarsi e andarsene.

Mi buttai sul letto e strinsi il cuscino piangendo. Sembrava che mi fosse crollato il mondo addosso. Avevo fatto piangere il mio migliore amico, avevo dubitato dell'unica persona che era sempre venuta a trovarmi anche sapendo che non potevo vederlo, nè sentirlo, nè parlargli.

Avevo bisogno di un abbraccio.

Ho bisogno di un tuo abbraccio.

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⏰ Last updated: Mar 11, 2015 ⏰

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