CAPITOLO 5°

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Un giorno però è accaduto qualcosa, credevo di non poter essere mai più felice". Fece una pausa come per darsi coraggio e poi continuò....

Cris
"Quando morì mia madre, avevo solo 18 anni, non ero ancora pronta a lasciarla andare, avevo ancora bisogno di lei. "
Mentre parlava, gli occhi le si riempirono di lacrime ed anch'io mi sentii commossa, lei si fidava di me. Poi continuò dicendo: "solo dopo qualche mese però, ho capito che non poteva finire così, non l'ho fatto solo per me, ma soprattutto per mio padre, la mamma avrebbe voluto così. Dopo la sua morte si era spento completamente, si assicurava che stessi bene, ma non riuscivamo più ad avere un dialogo. Qualcosa cambiò dal mio diciannovesimo compleanno, per la prima volta vidi spuntare un sorriso sulle sue labbra mentre scartavo un suo regalo, mi diede in dono il libro preferito di mia madre. Dopo tanto tempo riuscimmo a parlare e mi raccontò che mia madre aveva comprato quel libro il giorno in cui sono nata, forse proprio per questo le piaceva così tanto... Quella stessa sera scoprii anche che alla pagina ventidue del libro, c'era una dedica per me, la scrisse appena tornata dall'ospedale. Sai, dopo tutti questi anni non l'ho ancora letta, anche se la tentazione di farlo l'ho avuta tante, anzi tantissime volte...il mio sogno però è di leggerla quando anche io starò per diventare mamma".
Katie non riuscì più a trattenere le lacrime e di scatto mi alzai per abbracciarla.
Dopo qualche minuto si asciugò il volto e quando si riprese completamente tornammo in libreria. Nonostante quel momento, la giornata trascorse serena tra risate e qualche commento sarcastico sulla clientela.
Dopo aver chiuso il negozio salutai Katie e imboccai la strada per tornare verso l'hotel.
Ero molto stanca quando passai davanti al crust, un ristorante di cui avevo sentito parlare per la sua ottima cucina italiana e per la pizza che, era la migliore di Charleston. Avevo l'acquolina in bocca, neanche la stanchezza riuscì a fermarmi ed entrai. Ordinai un bel piatto di spaghetti e mentre attendevo la mia portata vidi un cameriere che riconobbe immediatamente, era lui, il ragazzo della barca, ma in quelle vesti mi ricordava anche qualcun'altro, il ragazzo del bar in cui avevo fatto colazione appena arrivata a Charleston.
Non riuscii a fermarmi, e senza riflettere lo chiamai...

Gli anni vissuti con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora