CAPITOLO 3°

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Cris
Il posto in libreria era ancora libero, entrai, compilai il modulo con nome, cognome e data di nascita e mi diedero subito il mio tesserino, con su scritto Cris Jones. Ero stata ufficialmente assunta presso la katie’s library. Chiesi alla ragazza dietro il bancone il suo nome e lei rispose sorridendo “ mi chiamo Katie e questo caro, vecchio e polveroso posto è il mio”  “come hai potuto leggere, sono Cris e non definirei questo posto così male,adoro i posti come questo” risposi ridendo. “Scherzavo adoro questo posto, è il miglior posto in cui stare, me l’ha lasciato mio padre” affermò Katie con una  punta di malinconia. Poco dopo però tornò a sorridere e iniziò ad “istruirmi” su come comportarmi nelle mie successive settimane di lavoro. Per rompere il ghiaccio  mi raccontò che era rimasta da sola in libreria poiché la sua collega Diane era in dolce attesa. Proseguì poi il discorso parlandomi della libreria, mi spiegò dove sistemare il best seller, la narrativa per ragazzi e tutti gli altri generi e infine mi indicò la macchinetta del caffè, che lei definì indispensabile. Finita la spiegazione mi salutò e mi disse che non vedeva l’ora di rivedermi l’indomani mattina. Uscita dal negozio mi sentì felice non soltanto per aver ottenuto il lavoro, che effettivamente mi piaceva ma, soprattutto perché mi resi conto di aver trovato una nuova amica dopo tanto tempo.
Era ormai arrivata l’ora di pranzo ma decisi che per questa volta mi sarei fermata a pranzo in  hotel. Il cibo era squisito, dell'ottimo pesce probabilmente proveniente dalla stessa baia. Non avendo programmi per la giornata, salii su in camera, presi dell'acqua dal frigo e uno dei libri che avevo comprato da katie e mi dedicai per qualche ora alla lettura. Avevo una tradizione tutta mia sui libri, in ogni posto in cui andavo ne acquistavo almeno uno, lo leggevo e lo amavo ma poi, al momento della partenza lo lasciavo in uno dei miei posti preferiti della città, con la speranza che qualcuno prima o poi lo trovasse e lo amasse come me.
Mentre mi perdevo nei pensieri, il sole iniziò a tramontare e in breve tempo non fui più in grado di leggere una parola. Sebbene avessi solo 21 anni avevo da sempre avuto problemi di vista e per questo motivo fin da piccola iniziai a portare gli occhiali...
La cosa non si era mai aggravata.
Forse era proprio per timore di non poter più vedere il mondo e le sue bellezze che non mi ero mai fermata a lungo in un posto, volevo vedere più cose possibili finché la vita me lo avesse concesso. Tuttavia non mi lascia sopraffare dalle emozioni, afferrai la borsa e usciii con l'intendo di vedere la baia. Molte barche ormeggiavano al porto le guardai e cercai di analizzarne i proprietari, alcuni erano umili pescatori, altri ricconi e altri ancora semplici ragazzini.
Su una delle barche più vistose scorsi un viso conosciuto. Non mi capitava spesso di riconoscere le persone, quel ragazzo, biondo e con dei lucenti occhi azzurri era già apparso nella mia vita, ma perché me ne ricordavo?

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Ciao ragazzi, ecco il terzo capitolo...
Chi vuole il quarto? Fatemi sapere nei commenti...

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