𝟬𝟭. 𝗯𝗮𝘁𝗵𝗿𝗼𝗼𝗺

411 46 305
                                    


She just wanna fuck with me 'cause I'm famous
Closet full of fly shit, that's what them bands did
Niggas hatin' on me, it don't even make sense
Put the Rollie on my wrist so they know what time it is

❝She just wanna fuck with me 'cause I'm famousCloset full of fly shit, that's what them bands didNiggas hatin' on me, it don't even make sensePut the Rollie on my wrist so they know what time it is❞

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Devon

«Ti ho già detto che con questo vestito sei maledettamente sexy?» le dita di Louis scorsero lungo le cuciture del mio corpetto rosso. Percepii la necessità con cui i suoi polpastrelli provavano ad insinuarsi tra i ricami del mio vestito, nella speranza di trovare un lembo di pelle scoperta.

Sospirai, scostando frettolosamente la sua mano che, svogliatamente, andò a posizionarsi di fianco alla mia, sul bancone del bar.

«Sì,» sbuffai «Non appena hai messo piede nel locale. E al guardaroba. E mentre stavo provando ad avere una conversazione con Niall.» spostai l'attenzione da lui al cameriere che mi stava porgendo il cocktail che avevo ordinato.

Lasciai scivolare un dito contro il vetro freddo del bicchiere, beandomi di quella sensazione di freschezza in netto contrastato con l'afa trattenuta nella stanza. C'erano più di un centinaio di persone che si muovevano impietosamente, quasi in gruppo, e si spingevano sotto la postazione di Alexis che, con la sua indescrivibile bravura, stava animando la festa.

«Forse dovrei dirtelo più spesso.» mi punzecchiò Louis, decidendo di mettere ulteriormente alla prova la mia pazienza. Voltai il capo nella sua direzione e sollevai il drink verso le mie labbra, macchiando il bordo con il mio rouge allure «Credo che tu me lo dica anche troppo spesso. Secondo il mio umile parere, dovresti semplicemente indirizzare i tuoi complimenti al soggetto giusto.»

«Oh, no, amore. So per certo che sei tu il soggetto giusto.» puntellò il gomito sul bancone e mi guardò con il suo solito sorrisetto impertinente. Forse era stato proprio quel dettaglio che, anni dietro, mi aveva spinto a diventare la sua manager. Il tutto contornato dal suo incredibile e pungente senso dell'umorismo. Tipicamente inglese.

Feci un sospiro, rendendo palese la mia frustrazione, e osservai il ghiaccio che galleggiava all'interno del liquido trasparente. «Farò finta che tu non mi abbia chiamato con quell'odioso soprannome.» miei occhi verdi incontrarono i suoi, felini ed azzurrissimi.

Louis si inumidì le labbra, prima di infilare tra esse una sigaretta che non perse tempo ad accendere «Lo so che, sotto sotto, non ti dispiace per niente. Riconoscerei quella piccola increspatura del tuo labbro superiore da chilometri» aspirò, liberando una nuvoletta di fumo dalle narici «Significa che qualcosa ti piace ma sei eccessivamente orgogliosa per ammetterlo.»

«Sei diventato esperto di semiotica, Tomlinson?» domandai, facendomi volutamente sfuggire un tono più sarcastico di quello che avrei usato normalmente «E come lo interpreti questo?» il mio dito medio si alzò nella sua direzione, abbassando i restanti quattro contro il palmo della mia mano. Non fui per nulla sorpresa nel constare che la sua riposta non fu altro che l'imitazione del mio stesso gesto.

bittersweet symphony | 𝗹.𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora