𝟬𝟯. 𝘄𝗼𝗺𝗲𝗻

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I like big boys, itty bitty boys
Mississippi boys, inner city boys
I like the pretty boys with the bow tie
Get your nails did, let it blow dry
I like a big beard, I like a clean face
I don't discriminate, come and get a taste
From the playboys to the gay boys
Go and slay, boys, you my fave boys

❝I like big boys, itty bitty boysMississippi boys, inner city boysI like the pretty boys with the bow tieGet your nails did, let it blow dryI like a big beard, I like a clean faceI don't discriminate, come and get a tasteFrom the playboys to the g...

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Devon

«Ancora non hai buttato queste Converse orribili?» mi domandò Alexis, dopo avermi stretta in un forte abbraccio.

Feci una smorfia e alzai gli occhi al cielo, scostandomi delle ciocche che mi erano cadute sulla fronte. Puntai il piede destro in avanti, orgogliosa delle mie scarpe rosa «Prima di tutto, le ho comprate nuove per sostituire quelle vecchie -come ogni anno, d'altronde- e seconda cosa, molto più importante, posso sapere perché hai chiamato Louis stamattina e gli hai chiesto se abbiamo fatto sesso?»

La mia migliore amica mi aprì lo sportello della sua automobile sportiva e fece una smorfia «Perché speravo di vederti, dopo aver finito l'esibizione, e perché sono sicura che voi due facciate sesso ma non lo dite a nessuno.»

La guardai con perplessità mentre si accomodava al posto del guidatore «Si vede che Louis non lo conosci proprio, se fosse successo avrebbe già messo i manifesti e fatto sostituire la scritta "Hollywood"con "mi sono fatto Devon Pinker".»

Alexis scoppiò a ridere, prendendo velocità «Beh, gli servirebbero molte lettere e parecchio spazio.»

Sorrisi. Sapevo che stesse facendo tutto quello per distrarmi dal fatto che fossi appena uscita dall'ospedale. Le ero grata che non avesse messo in mezzo l'inconveniente avvenuto durante la festa, anche se stava facendo una grande fatica. Alexis mi conosceva da una vita, sapeva perfettamente come trattarmi e su cosa insistere o su cosa no. Ero consapevole di non essere una persona facile con cui stare, lo testimoniavano le mie fallimentari relazioni passate e il pessimo rapporto con mia madre.

«A proposito di, mmh, ciò..» le unghie lunghe, smaltate di rosso, della mia amica picchiettarono sul volante «Io.. Ho fatto qualcosa. Anzi.. Mi stavo per fare qualcuno.»

Inarcai un sopracciglio e spostai gli occhiali da sole, quelli di Lou, sulla testa «Chi?»

«Harry.» Alexis premette il piede sull'acceleratore, pronta a farci schiantare contro qualsiasi cosa nel caso avessi cominciato a dare di matto. Ma il mio cervello ci mise un po' per recepire quell'informazione, non riuscendo ad associare il nome a quella persona «Harry chi?» chiesi stupidamente.

«Harry Styles, il tuo assistente.» mormorò.

«Ti sei scopata il mio assistente?» ero incredula, non pensavo che fosse il suo tipo. Harry era un tipo così posato, tranquillo, riservato.

bittersweet symphony | 𝗹.𝘁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora