𝟬𝟱. 𝗠𝗲𝗿𝗰𝘆 𝗟𝘆𝗻𝗻

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She starts, swingin'
With the boys in, tune
And her feet just fly up in the air
Singin' hey diddle diddle with a kitty in the middle
And they swingin' like it just don't care

❝ She starts, swingin'With the boys in, tuneAnd her feet just fly up in the airSingin' hey diddle diddle with a kitty in the middleAnd they swingin' like it just don't care ❞

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Devon

Fra le tante cose che mi sarei aspettata di fare, nella mia vita, indossare un foulard a causa di un succhiotto, il mese di Giugno e a quasi trent'anni, era un qualcosa che mai avrei preso in considerazione.

Avevo passato la domenica ad ignorare i messaggi di Louis in cui mi invitava di inviargli foto della sua opera d'arte e a cercare su Google metodi efficaci che facessero sparire quei tipi di lividi in meno di ventiquattro ore. I vari tutorial che avevo trovato, che promettevano un risultato senza paragoni, si erano rivelati tutt'altro che efficaci.

A peggiorare le cose non mancò Alexis che durante la nostra solita videochiamata serale su FaceTime -abitualmente caratterizzate da un bicchiere di vino rosso e una maschera per il viso-, non fece altro che commenti divertiti o battutine fuori luogo. Alla fine, vedendomi sull'orlo della disperazione, fu lei stessa a suggerirmi di abbinare un foulard ad uno dei tailleur che indossavo per andare a lavorare.

Se qualcuno si fosse azzardato a fare domande, avrei potuto tranquillamente rispondere che stavo valutando se optare o meno per un cambio di look. «Sulla soglia dei trenta -Lexie si massaggiò le tempie- le donne tendono a rivoluzionare molte cose di loro stesse.»

Non avevo idea di come prenderla. Se voleva essere una consolazione, aveva sortito l'effetto contrario. Negli ultimi giorni sembrava che tutti si fossero messi d'accordo per ricordarmi che a breve sarebbe stato il mio compleanno.

Quindi, con le mie elementari capacità da truccatrice, avevo coperto -alla bene e meglio- il succhiotto con il fondotinta e legato attorno al collo una sciarpetta di lino color petrolio. Per tutta la mattina in ufficio ci sarebbe stato solo Harry, non avrebbe neppure notato quell'insolita aggiunta.

Così, una volta aperte, le porte dell'ascensore rivelarono la figura del mio assistente intento a litigare con la stampante. Mi avvicinai a lui, premendo i tacchi delle mie Louboutin sul tessuto soffice della moquette scambiata che ovattò il rumore dei miei passi.

«Qualche problema?» domandai reggendo con la mano destra un bicchiere di caffellatte, preso da Starbucks, mentre con le dita dell'altra mano facevo dondolare la mia Givenchy. Harry scattò, preso di soprassalto, e si voltò rapidamente, sovrastandomi con la sua altezza «Signorina Pin— Devon!» indietreggiò, schierandosi la voce «Io.. Beh, ecco, sto provando a far partire la stampante.»

Sollevai le sopracciglia «Credo che difficilmente riuscirai a farla funzionare se il cavo non è attaccato alla corrente. È lunedì, il weekend stacchiamo tutto, te ne sei dimenticato? Dove hai la testa?» ovviamente non avevo bisogno che rispondesse davvero a quella domanda perché era palese che i suoi pensieri erano rivolti tutti alla mia migliore amica.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 22 ⏰

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